Archivi per il mese di: agosto, 2025

Le parole sono importanti, diceva anche Nanni Moretti nel film “Palombella Rossa”.

In questi giorni ascolto parole al vento su Gaza, ebrei, sionisti, antisemiti. Termini spesso usati impropriamente  che aumentano la polarizzazione e la confusione.
Spulciando i migliori dizionari e enciclopedie, riporto queste definizioni.

SIONISMO
Il sionismo è un movimento politico e ideologico che sostiene il diritto del popolo ebraico all’autodeterminazione e alla creazione di uno Stato nazionale in Palestina, nella terra definita “Terra d’Israele” dalla tradizione ebraica. Il termine deriva da Sion, un nome biblico per Gerusalemme.

SEMITA
Come aggettivo, riferito a un popolo o a una lingua: “Semita” può indicare un appartenente alle popolazioni semitiche, un gruppo etnico e linguistico del Vicino Oriente e del Corno d’Africa, che comprende popoli come gli Accadi, gli Arabi, gli Aramei, i Cananei e gli Habesha. In questo caso, il termine è spesso usato in riferimento a lingue come l’ebraico, l’arabo, l’aramaico, ecc.
Quindi anche gli arabi sono semiti.

EBREO
Ebreo” si riferisce alle persone appartenenti al popolo d’Israele (o popolo ebraico), un gruppo etno-religioso la cui identità è legata alla storia, alla cultura e alla religione ebraica. L’origine del termine è incerta ma risale all’ebraico “Ivri”, da una radice semitica che significa “attraversare” o “passare”, e allude all’attraversamento dell’Eufrate da parte degli antenati del popolo ebraico, come Abramo.
È ebreo chi è figlio di MADRE EBREA.

ANTISEMITA [secondo Netanyahu e la ultradesta israeliane]
Siccome Nethaniau definisce il suo Governo come il governo di TUTTI gli ebrei, chiunque critichi il suo governo è antisemita. Resta il fatto che anche gli arabi sono semiti.

ISRAELIANO
La persona, ebrea o meno, sostenitore di Nethaniuau o meno che ha la cittadinanza dello Stato di Israele

SHOAH
Termine ebraico con il quale viene indicato lo sterminio degli Ebrei vittime del genocidio nazista, preferito ad olocausto in quanto vi è estraneo il concetto di sacrificio inevitabile.

OLOCAUSTO
La Shoah e l’Olocausto sono termini spesso usati come sinonimi per indicare lo sterminio degli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale, ma hanno origini e sfumature diverse. La Shoah, termine ebraico che significa “catastrofe” o “distruzione”, si riferisce specificamente al genocidio degli ebrei da parte dei nazisti. L’Olocausto, termine di origine greca che significa “bruciato interamente”, era originariamente usato per indicare un tipo di sacrificio religioso. In ambito storico, entrambi i termini sono usati per descrivere lo stesso evento, ma “Shoah” è spesso preferito in contesti ebraici e in Europa continentale per la sua connotazione più precisa e legata all’esperienza ebraica.

GENOCIDIO
Il genocidio è il crimine internazionale di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso. Il termine fu coniato dal giurista Raphael Lemkin nel 1944 per descrivere le atrocità commesse durante la Seconda Guerra Mondiale e oggi è definito dalla Convenzione del 1948 e dallo Statuto della Corte Penale Internazionale.
Nella Convenzione internazionale per la lotta e la prevenzione del genocidio, tale termine non è usato solo per identificare l’olocausto degli ebrei, ma il crimine commesso verso qualsiasi popolo con lo scopo suddetto (es. Quello della Turchia contro gli armeni)

NAKBA
In arabo  «la catastrofe»  Nome con cui si indica, nella storiografia araba contemporanea, l’esodo forzato di ca. 700.000 arabi palestinesi dai territori occupati da Israele nel corso della prima guerra arabo-israeliana  del 1948 e della guerra civile che la precedette.

Io provo vergogna ogni giorno di più per essere un essere umano,  un essere umano come i componenti del governo del popolo della shoah per quello che sta facendo a Gaza.

Purtroppo questo folle governo fa partire tutto dall’orribile eccidio perpetrato da Hamas il 7 ottobre 2023.

Ma la storia non è un mucchio di fotografie che possono esser viste una e non le altre o nella sequenza che ognuno sceglie.

La storia è un film continuo che, ineluttabilmente, si snoda giorno per giorno.

In medio oriente dal 1947, quando per decisione ONU che prevedeva due Stati per due popoli, un popolo cacciò l’altro. Un popolo che aveva subito, innocente, un dolore immenso con la shoah, inflisse lo stesso dolore ad un altro popolo innocente che dovette subire la nakba.

La storia prosegue alternando guerre provocate da chi subì la nakba come “Monaco 1972” e massacri, come Sabra e Shatila, voluti e patrocinati da chi subì la shoah.

Poi la storia cambia. 

Il popolo che subì la shoah iniziò a trattare la pace con Paesi prima fortemente vicini al popolo che subì la Nakba. Egitto, Giordania furono i primi a siglare la pace. Gli emirati del golfo e l’Arabia Saudita ci stavano arrivando. 

Il popolo che subì la nakba rimase più solo, diviso fra due territori, non Stati, alla mercé del popolo che aveva subito la shoah e che  nelle elezioni del 2006 finanziò una organizzazione non certo pacifica allo scopo di scalzare la prima organizzazione militare e politica che fino ad allora aveva guidato il popolo della Nakba.

Così  invece di due popoli e due Stati, rimasero un popolo e uno stato da una parte e un popolo e due territori dall’altra.

Il popolo della Shoah, forse per il complesso di colpa occidentale, entra nell’immaginario collettivo come una democrazia, mentre il popolo della nakba sono i cattivi dell’immaginario collettivo.

Con quest’aura di santità il popolo della shoah comincia la sua opera di distruzione del popolo della nakba.

In una piccola striscia di sabbia vivono oltre due milioni di persone che da lì non possono uscire se non con il permesso del popolo della shoah. Neppure in mare per pescare al largo il popolo della nakba può andare liberamente. Chi riesce fortunatamente a trovare un lavoro presso il popolo della shoah, deve subire la quotidiana umiliazione alla frontiera che, talvolta, per motivi imprerscrutabili, viene chiusa  con relativa perdita del posto di lavoro.

Nell’altro territorio comincia la silenziosa invasione, quasi una sostituzione etnica. Con il pacifico nome di coloni, gli invasori, ben protetti dall’esercito, cacciano gli abitanti dalle loro case, dalle loro terre e di forza si insediano, considerando quelle terre, non del popolo della nakba, bensì come dono divino al popolo della shoah. Oggi ce ne sono ben 300.000, oltre a 200.000 a Gerusalemme est che appartiene al popolo della Nakba.

E non si limitano ad insediarsi, costruiscono strade che uniscono gli insediamenti  vietate al popolo della nakba.

La storia continua e il 7 ottobre 2023 un ennesimo episodio della guerra fra il popolo della nakba e il popolo della shoah avvenne. Più di 1000 uomini  don̈ne e bambini del popolo della shoah vennero barbaramente trucidati da una formazione terrorista ascrivibile al popolo della Nakba.

Stavolta il popolo della Shoah cambia metodo di reazione. Dopo “Monaco 1972” quando, impiegandoci più anni, uccise ad uno ad uno tutti gli assassini degli atleti olimpici.

No, il Governo del popolo della shoah, va per le spicce, formula l’equazione fra i terroristi e il popolo della Nakba e l’esercito [che eufemisticamente si chiama forze di difesa] del popolo della shoah invade la striscia di sabbia, distruggendo il 90% delle abitazioni, degli ospedali, chiudendo i rubinetti dell’acqua, del gas e dell’elettricità [tanto tutti i rubinetti sono in mano al popolo della shoah]. La striscia di sabbia è sigillata: non entra uno spillo, figuriamoci farina e medicine; le bombe continuano a cadere, i fucili a sparare. Il popolo della nakba è condannato a morire e ad estinguersi. Fin ora 65.000 morti di fame o per le bombe. Anche andare a prendere un po’ di cibo  rende il popolo della nakba veri bersagli dei soldati del popolo della shoah.

Ora il governo del popolo della shoah ha un’altra idea: chiudere  i due milioni rimanenti del popolo della shoah in campi di concentramento [eufemisticamente chiamati città umanitarie] nei quali entrerebbero shedati uno per uno per separare il popolo dai terroristi e dalle quali non potrebbero più uscire senza il permesso del popolo della shoah. Il più  grande campo di concentramento della storia.

E stasera un’altra notizia: il governo del popolo della shoah concede benignamente “un esodo volontario” del popolo della nakba dai loro territori natii al SudSudan,  altro stato in guerra dove esiste anche una terribile crisi umanitaria.

In tutto ciò  il governo del popolo della shoah si irrita se qualcuno osa bollarlo di genocidio ed anche eminenti esponenti del popolo della shoah si arrampicano sugli specchi della semantica,   del significante e del significato per dire che non di genocidio si tratta, bensì di banali crimini di guerra o di “errori tecnici”. E arriva a dire che è il popolo della shoah l’aggredito [1800 morti] e non il popolo della nakba [65.000 morti] e che non è possibile parlare di genocidio, perché le notizie che vediamo ogni giorno sui TG sono false e preconfezionate dal popolo della Nakba, perché non esistono bambini morti per fame perché, generosamente, il popolo della shoah li cura e li nutre, perché tutti i giornalisti del popolo della Nakba sono affiliati ai terroristi, ma il popolo della shoah si guarda bene dal far entrare la stampa internazionale nella striscia di sabbia.

La Convenzione internazionale sulla prevenzione del genicidio, all’art. II afferma che “per genocidio si intende ciascuno degli atti seguenti, commessi con l’intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso: a) uccisione di membri del gruppo; b) lesioni gravi all’integrità fisica o mentale dei membri del gruppo; c) il fatto di sottoporre deliberatamente il gruppo a condizioni di vita intese a provocare la sua distruzione fisica, totale o parziale; d) misure miranti a impedire nascite all’interno del gruppo; e) trasferimento forzato di fanciulli da un gruppo ad un altro.” Dal contenuto si evince che le vittime sono oggetto di tali atti non casualmente, ma per via della loro appartenenza reale o apparente a un gruppo di individui.

To be continued

sergioferraiolo

Uno sguardo sul mondo

Short Cuts America: il blog di Arnaldo Testi

Politica e storia degli Stati Uniti

photohonua

constantly trying to capture reality

Nomfup

Only connect

B as Blonde

Fashion enthusiast,Music addicted,tireless Traveler,Arts lover

Briciolanellatte Weblog

Navigare con attenzione, il Blog si sbriciola facilmente

Occhi da orientale

sono occhi d'ambra lucida tra palpebre di viole, sguardo limpido di aprile come quando esce il sole

ARTFreelance

Photo the day

simonaforte.wordpress.com/

Simona Forte photographer

Edoardo Gobattoni photographer

artistic photography

ALESSANDRA BARSOTTI - FOTOGRAFIE

L'essentiel est invisible pour les yeux

TIRIORDINO

Uno sguardo sul mondo

WordPress.com News

The latest news on WordPress.com and the WordPress community.