Archivio degli articoli con tag: immigrazione

 È come un virus, anzi è peggio perché esserne contagiato non fa male. Penso che ci sia una stagione della vita, quella che sto vivendo, che so che non potrà essere lunga e, quindi, cerco di sfruttarla il più possibile.

La causa scatenante è ancora una volta il fattore tempo.

Fino ad una certa età si corre, si corre e il tempo continua a correre. A seconda delle persone ci sono impegni inderogabili che si accavallano: famiglia, figli, carriera, lavoro. Il tempo non basta mai e se si ha voglia di un viaggio non coincidono mai la meta, la stagione giusta, il momento, la possibilità.

Poi arriva un momento della vita in cui il lavoro non c’è più, il tempo c’è e, fortunatamente, la salute ti assiste ancora. Non sarà un tempo lungo, lo so. Il crepuscolo si avvicina…. Ma fino a che non arriva, è meglio godersela.

Chi mi segue sa che prediligo i viaggi in regioni remote, in luoghi in cui la globalizzazione non è ancora arrivata. Vederli prima che le particolarità locali scompaiano per omologarsi al nostro mondo dove le vie, i luoghi, le persone sono tutti uguali come gli schemi sociali e mentali.

Posti ancora “vergini”, magari poverissimi di beni materiali, ma ricchissimi di abitudini, persone, folklore autoctoni e non importati. Oppure luoghi che, ora, appare impossibile raggiungere. Sono felice di aver goduto dei panorami, delle persone, dei luoghi dello Yemen, della Siria, dell’Algeria, della Libia, solo per citane alcuni.

Sono appena tornato dalla Birmania e già ho voglia di ripartire.

E riparto.

Ma….

Ma stavolta capovolgo la mia visione del viaggio. Non più la Jungla misteriosa dei romanzi di Salgari o il deserto di Lawrence d’Arabia, ma la forse più sorprendente Jungla urbana. Non un giro vorticoso in tutti gli angoli del Paese e neppure il giro di una Capitale. Solo il giro di una parte di una città. Una città che è il massimo della globalizzazione. Da quanto leggo (non ci sono mai stato) è la città dove c’è tutto e il contrario di tutto, una città la cui particolarità è di avere tutte le particolarità del mondo. Una città dove c’è il miglior ristorante italiano, la migliore cucina cinese, i migliori negozi di griffe francesi, ma non è né in Italia, né in Cina, né in Francia. Forse il miglior mosaico del mondo intero a cui manca proprio la tessera univoca di quella città. La realizzazione pratica del melting pot.

E cambio anche clima. Di solito vado in posti caldi o sulle alte vette himalayane nel momento meno freddo. Oggi le previsioni meteo mi danno, per i giorni del mio soggiorno temperature sotto lo zero.

Insomma se non sei in grado di cambiare le tue abitudini, come potrai essere in grado di adattarti ad un mondo che cambia sempre più velocemente? Non voglio diventare, a breve, un burbero vecchio che è bravo solo a magnificare i suoi trascorsi e i suoi ricordi.

Ma qualche abitudine la mantengo. Su questo blog (https://sergioferraiolo.com) – per chi vorrà seguirmi – racconterò in diretta le mie impressioni, le mie sorprese (in viaggio è bello averne), le mie riflessioni su questa nuova meta.

Da domani si comincia.

A presto.

Sì, una volta tanto mi prendo il lusso di scrivere un articolo senza “pezze d’appoggio” basandomi solo su mie riflessioni. D’altronde è estate e si legge di tutto.

Ieri il nostro Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è stato ricevuto alla Casa Bianca dal Presidente degli Stati uniti d’America, Donald Trump.

A quanto pare con tutti gli onori e – dalle parole di Trump in conferenza stampa – con elogi sperticati.

Qualcosa non torna. Conosciamo il personaggio Trump: furbo, non dice una parola se non per sua convenienza. Ci ha abituato ai suoi tweet spiazzanti alle sue improvvise chiusure (leggi Iran) e alle sue ancora più improvvise aperture (leggi ancora Iran).

Conosciamo anche la storica posizione dell’Italia rispetto agli Stati Uniti di America: totale sudditanza, alla faccia del sovranismo, basi USA “chiuse” sul nostro territorio, atomiche USA a Ghedi e – forse – a Sigonella, totale protezione dell’ombrello atomico USA (forse non tutti sanno che – fino al termine della guerra fredda – il Friuli e parte del Veneto non erano “protette” in quanto “sacrificabili” ad un bombardamento con atomiche tattiche contro l’eventuale invasione delle forze del patto di Varsavia). Molti Presidenti USA non sapevano nemmeno bene dove fosse l’Italia e chi la governava. Grandi pacche sulle spalle ad un utile alleato-servo.

Ieri, invece Trump si è spinto più in là. Basta leggere il comunicato stampa e la trascrizione del breve  briefing prima dell’incontro e della lunga conferenza stampa dopo l’incontro sul sito della Casa Bianca.

Trump, dopo aver comunque riaffermato i punti che gli stavano a cuore: acquisto degli F-35 da parte dell’Italia (You’re ordering planes, lots of planes.  The United States has a very large deficit, as usual, with Italy — about $31 billion) e sul mantenimento delle sanzioni alla Russia (But the sanctions on Russia will remain as is!) ha ricoperto Conte di elogi anche sulla lotta all’immigrazione clandestina e ….a quella legale(?) (And I agree very much what you’re doing with respect to migration and illegal immigration, and even legal immigration.  Italy has taken a very firm stance on the border, a stance a few countries have taken.  And, frankly, you’re doing the right thing, in my opinion.  And a lot of other countries in Europe should be doing it also.) indicandola ad esempio a tutti i Paesi dell’Europa anche se non può ignorare, almeno il suo staff non può ignorare che il Governo Conte, in due mesi di vita, nulla ha fatto contro l’immigrazione clandestina (il crollo degli sbarchi è cominciato ben prima del 1° giugno e nulla ha ottenuto dall’Europa in tale campo.).

Ha toccato, poi, un tema caro al Governo italiano, il sovranismo (In your election, the Italian nation has reaffirmed the great traditions of sovereignty, law, and accountability that stretch all the way back to Ancient Rome.  This proud heritage sustains our civilization and must be always defended.) ed in più parti della conferenza stampa si è profuso in elogi al nuovo governo italiano.

Perché tanto calore ed entusiasmo verso il nostro Paese? Perché tanta enfasi verso un Governo con soli due mesi di vita, frutto di un “contratto” di comodo, che nessun fatto concreto ha prodotto e in cui cominciano a manifestarsi divisioni? Trump e il suo staff sanno bene che l’Italia ha poca forza contrattuale nel mondo e nell’Unione europea. Anzi forse ne è il punto debole.

E proprio tale debolezza – secondo me -Trump vuole sfruttare. E’ noto quale sia il progetto dell’amministrazione americana sullo scacchiere internazionale. Sa di non poter competere con l’Unione europea nella sua interezza e, allora, cerca di spezzarne la integrità sperando di aver buon gioco contrattando con ogni singolo Paese.

E il caso dell’Italia “arriva a fagiolo”: un nuovo governo digiuno di politica estera, con rigurgiti sovranisti, antieuropei, anti euro, abbastanza debole per opporsi al gigante americano ma abbastanza grande per scombussolare, quale Paese fondatore, gli equilibri all’interno dell’Unione europea. Insomma, il classico anello debole della catena per cui “la forza della squadra è influenzata dal suo anello più debole”. E coccolando, curando, facendo crescere le insofferenze italiche verso l’Unione europea, Trump spera di far saltare l’anello debole, scardinando così l’intera Unione.

Più o meno lo stesso atteggiamento che Trump ha tenuto con Theresa May, incoraggiandola a perseguire una hard Brexit con l’Europa, una soluzione pessima per i cittadini di Sua Maestà britannica, ma che costringerebbe il Regno Unito a buttarsi anima e corpo (commerciale) sugli USA in posizione di estrema debolezza. D’altronde il “divide et impera” forse lo abbiamo inventato noi nell’antica Roma

Ripeto, non ho nessuna pezza di appoggio per quello che ho scritto, ma- ripeto ancora – Belzebù diceva che a pensar male si fa peccato ma, spesso, ci si azzecca.

Governo: se  fino a due giorni fa l’ipotesi di un Governo Lega – Cinquestelle appariva molto più di una ipotesi, oggi, a leggere i giornali, volano gli stracci (clicca qui). Salvini insulta Di Maio e Di Maio insulta Salvini. Potrebbero anche essere le normali scaramucce di posizionamento prima degli incontri diretti programmati – pare – per mercoledì.

 

Ma potrebbe essere anche una “scusa” per rompere. Salvini non riesce a staccarsi da Berlusconi. Di Maio ha buon gioco ad affermare che le probabilità di formare un Governo con il Centrodestra sono pari allo zero.

 

Da lettore di giornali ho sempre sostento che il PD dovrebbe continuare a sostenere la linea di posizionarsi all’opposizione: che se la sbroglino i partiti vincitori. Ho sempre sostenuto che non vale la pena di fare la stampella perché quando si cammina male è colpa della stampella e quando si cammina bene la stampella si butta.

 

Ma….. ma ci sono dei grossi ma, derivanti dalle dichiarazioni di Di Maio dopo le consultazioni al Quirinale e nella famosa intervista, molto fumosa, su Repubblica (clicca qui). Intervista fumosa e maanchista, ma forse volutamente indefinita per lasciar spazio ad una trattativa.

 

Ma … forse, più che dei ma, ci sono dei se.

 

SE Di Maio nella famosa intervista avesse detto il vero….

SE il PD si dimostrasse disponibile a scrivere insieme ai Cinquestelle il “contratto” e non trovasse un “prestampato”……

SE nel contratto non ci fosse scritto COSA il Governo dovrebbe fare [troppo facile: lotta alla povertà e alla corruzione, il lavoro, le pensioni, un fisco più leggero, una pubblica amministrazione che agevola e non ostacola il cittadino. E, poi, sostegno alle famiglie, lotta agli sprechi e ai privilegi della politica….leggo dall’intervista a Di Maio e che sono i capisaldi di ogni Governo.], bensì nel contratto ci fosse scritto COME attuarle.

SE, fatto un buon lavoro, vedi l’immenso “librone” costato mesi di trattative per la nascita dell’ultimo Governo Merkel, si lasciasse “comandare”, non i ministri o i politici, bensì i contenuti del librone;

SE Di Maio accettasse di fare un passo indietro cedendo la carica di Presidente del Consiglio ad una personalità esterna proposta da Mattarella e chiaramente al di sopra delle parti che si porrebbe come Garante dell’attuazione delle modalità di attuazione della politica contenute nel “librone”.

SE quindi la politica dei prossimi anni sarà regolata non dalle contingenze e dalle priorità personali dei vai big di partiti, bensì seguirà pedissequamente quanto approvato de scritto nel librone…

 

Beh, tutto questo che, magari, è una ipotesi dell’irrealtà, è sempre meglio di un Governo Lega-Cinquestelle, vero trionfo dell’antipolitica che, all’interno dello stesso esecutivo si combatterebbero a colpi di provvedimenti populistici.

Salviamo l’Italia!

Leggo l’intervista di Di Maio a Repubblica di oggi e non capisco. Forse son stupido io e i miei lunghi anni passati accanto a politici e “alti papaveri” non mi hanno insegnato niente. Forse i miei schemi di ragionamento sono diversi (e, infatti, non ho fatto una carriera politica brillante come quella del Cinquestelle passato in pochi anni da steward in uno stadio calcistico ad aspirante premier).

Io penso che Di Maio, dopo la sibillina dichiarazione dopo le consultazioni con il Capo dello Stato (clicca qui) abbia tutto l’interesse di spiegare anche in sedi non ufficiali il pensiero attuale dei Cinquestelle. Dico attuale, perché cambia più velocemente delle forme e dei colori in un caleidoscopio. Vedi le dichiarazioni sulla fedeltà all’Europa, all’Euro e ai principi vincolistici di rapporto deficit/pil enunciate appena uscito dalle consultazioni. Principi spesso negati fino a qualche mese fa.

Peccato che Repubblica non abbia pubblicato sul suo sito web l’intervista di Annalisa Cuzzocrea, ma cercherò di riportare le domande e le risposte perché sia chiaro, se non il pensiero di Di Maio, almeno il mio pensiero.

Premetto che, comunque, alle risposte di Di Maio faccio la tara, perché so che, spesso, i giornalisti, volutamente, travisano.

L’immagine generale che ho recepito dall’intervista dall’intervista è quella di una cartolina leziosa di un borgo padano avvolto nella nebbia.

Più che chiarimenti ed indicazioni su ciò che i Cinquestelle vogliono perseguire SE andranno al governo ho trovato una immensa elasticità, un trionfo del maanchismo.

Riporto alcune delle risposte che francamente mi hanno sconcertato.

 

Domanda: “Ma come può pensare di andare al governo con chi è per i vaccini e chi è contro; con chi sostiene la Russia e con chi ne espelle i diplomatici; con chi è pronto ad uscire dall’Euro e chi non ci ha mai pensato?”

Risposta:” Non mi risulta che le posizioni delle due parti [Lega e PD ndr.] siano queste. Il Governo si fa per risolvere i bisogni della gente.”

Commento: non mi risulta? Informati o, almeno, leggi i giornali.

 

D: “Crede che le posizioni sull’immigrazione di Lega e PD siano interscambiabili?”

R: “il punto non è questo. Ci sediamo attorno ad un tavolo e troviamo una soluzione”.

Commento: OK, ma i Cinquestelle, primo partito, che propone? Qual è la sua idea?

 

D: ”Cosa ritiene irrinunciabile in questo “contratto” che propone indifferentemente a PD e alla Lega?”

R: lotta alla povertà e alla corruzione, il lavoro, le pensioni, un fisco più leggero, una pubblica amministrazione che agevola e non ostacola il cittadino. E, poi, sostegno alle famiglie, lotta agli sprechi e ai privilegi della politica..”

Commento: Questi sono gli obiettivi ideali di ogni governo in ogni parte del mondo. Mi farebbe molto piacere conoscere COME i Cinquestelle vorrebbero raggiungere questi obbiettivi e come si porrebbero di fronte alle strade, spesso inconciliabili di Lega e PD.

 

D: Il reddito di cittadinanza è diventato più genericamente “misure contro la povertà”. Avete rinunciato?

R: Il reddito di cittadinanza tiene insieme strumenti per la lotta alla povertà, ma anche per la lotta alla disoccupazione e per rimettere in moto il lavoro, partendo dai centri per l’impiego”.

Commento: forse si sono resi conto delle castronerie enunciate sulla copertura del reddito di cittadinanza, ipotizzate con l’aumento della platea dei lavoratori potenziali, così come enunciato dal Prof. Tridico, loro ministro del lavoro designato (clicca qui).

 

D: Siete il primo partito, ma non avete i numeri per governare. Sarebbe disposto ad un passo indietro se fosse questa l’unica strada per formare un governo?

R: La Merkel governa con il 32%, in Francia Macron con il 24%. Noi siamo la prima forza politica e gli 11 milioni di elettori che ci hanno votato non permetterebbero che mi faccia da parte.

Commento: bel presuntuoso! Non governa il primo partito, quello che ha la maggioranza relativa, bensì chi riesce a formare attorno a sé una maggioranza, anche di coalizione, che sia assoluta. Spiegateglielo!!!

 

D: Si è detto che il limite dei due mandati per i parlamentari Cinquestelle potrebbe soffrire una eccezione in caso di ritorno al voto.

R: non è all’ordine del giorno

Commento: quindi uno dei principi cardine dei Cinquestelle potrebbe soffrire eccezioni. Un’altra giravolta dei duri e puri.

 

D: cosa pensa delle sanzioni alla Russia e dei Dazi di Trump?

R: “Ora è il momento in cui tutti sentiamo una responsabilità più grande. Sono certo che le posizioni di tutti potranno essere volte alla cooperazione tra nazioni su ogni decisione. Il protezionismo ideologico non è una soluzione che ci interessa, ma qualche intervento selettivo e temporaneo può servire per proteggere lavoratori e imprese dai costi della globalizzazione. Ci muoveremo con pragmatismo a seconda del contesto internazionale”.

Commento: a parte il trionfo del Maanchismo (clicca qui), non riesco assolutamente a capire cosa voglia dire e quale sia la posizione dei Cinquestelle.

 

D: Voi siete legati indissolubilmente alla Casaleggio associati, società privata con fini di lucro che gestisce la piattaforma Russeau che, in pratica, gestisce il partito. E nessuno ha eletto Casaleggio, che ricopre nel Movimento una posizione centrale e non contendibile. Come fa a dire che non c’è conflitto di interessi?

R: Davide Casaleggio non prende decisioni politiche.

Commento: forse non le prende direttamente, ma manovra i fili, visto ce dalla piattaforma Russeau escono i candidati eleggibili e ogni altra decisione del partito.

 

 

Alla fine della lettura dell’intervista sono ancora più confuso e ne so ancora meno di questo Movimento/partito che si arroga il diritto di governare con chiunque, purché il suo Capo politico vada nella stanza dei bottoni. Attento, Di Maio, e se poi scopri che sulla scrivania di Palazzo Chigi i bottoni da premere non ci sono?

 

Una cosa dei fatti di Macerata mi rimane oscura. Si parla tanto di spaccio di droga, di negri cattivi, del corpo di quella povera ragazza squartato “scientificamente”, di bomba sociale costituita dalla immigrazione incontrollata, di giustificazioni sociologiche del gesto del folle Traini che sarebbe dovuto alla forte presenza di neri cattivi, ma dalle cronache è sparito il maschio bianco italico che, incontrata la ragazza, invece di portarla in ospedale o dalla polizia, se l’è portata in un garage e, in cambio di 50 euro, ci ha fatto sesso. Ma i maschi bianchi italici non fanno notizia quando sono criminali.

Fra i teenager innnamorati è d’uso assicurare lucchetti alle catene per strada come simbolo della saldezza e solidità del loro amore e della serietà del loro sentimento. A Roma il luogo simbolo è Ponte Milvio.

lucchetti a Ponte Milvio

lucchetti a Ponte Milvio

 

I negozi di ferramenta dove procurarsi i lucchetti sono abbastanza diffusi. Ma di domenica come si fa se l’impellente voglia di dimostrare il reciproco amore e la sua solidità non possono aspettare il giorno seguente? Niente paura! L’intraprendenza degli immigrati sopperisce anche a questo. A ponte Milvio, oltre gli attrezzi per i selfie si vendono anche i lucchetti….

Venditore di lucchetti

Venditore di lucchetti

 

L’amore solido, dicevamo. Pegno di un amore indissolubile e senza fine, consapevole e ricambiato? No, no esageriamo. La scritta qui sotto è eloquente. Il lucchetto si mette anche se “Ti amo per sbaglio!””:

Ti amo per sbaglio!!!

Ti amo per sbaglio!!!

 

sergioferraiolo

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