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Oggi Putin ha urtato contro l’Europa. Una lunga filippica ripetuta al G20 dal suo ministro Lavrov

Solita filippica contro l’Occidente che ha sbagliato tutto, che ha cercato di mettere la Grande Madre Russia in ginocchio con ridicole sanzioni che non hanno minimamente scalfito la sua florida economia.

Insomma la solita propaganda.

Una novità c’è: Putin ha solennemente affermato che, in Ucraina, la Russia non ha neppure cominciato e che “voi umani non immaginate neppure cosa ora faranno i russi”.

Pur non avendo alcuna contezza di quello che passa per il cervello di Putin, sorge spontanea una domanda

Se la guerra all’Ucraina doveva essere una “blitzKrieg”, tanto da non meritare neppure il nome di “guerra”, se doveva durare tre giorni appena per annettere l’Ucraina “creata da Lenin”, perché non lo si è fatto?

Perché la guerra, penosa e gravida di tanti morti fra i civili e tanti fra i soldati russi mandati al fronte senza dirglielo, va avanti da più di 110 giorni?

Se i russi sono tanto forti come afferma oggi il loro leader dagli occhi di ghiaccio, se “non hanno ancora cominciato” perché la guerra di Golia contro Davide non si è ancora conclusa?

Se l’economia russa non è stata ancora scalfita, perché il dissenso interno, con i processi ai dissidenti, comincia a farsi sentire?

È un dato di fatto che in più di 110 giorni di guerra, la Russia ha conquistato solo una piccola parte dell’Ucraina e, per la maggior parte, territori già filorussi.

Ho paura.

Ho paura che siano ancora parole di propaganda. Di propaganda di chi ormai si sente all’angolo. E se un folle si sente all’angolo potrebbe essere tentato di tentare l’intentabile, ossia usare veramente l’arma nucleare.

Armi tattiche, in territorio ucraino in modo da non sfiorare neppure l’articolo 5 del Trattato NATO, ma pur sempre molto più potenti di quelle usate dagli americani ad Hiroshima e Nagasaki.

Capito, cari Biden e Zelensky?

Domenica sera, nella trasmissione de LA7 “in Onda” alla pressante domanda “Ma perché diamo tante armi a Zelenky?”, Pier Luigi Bersani ha dato la risposta della “sinistra”.
“Non pensiamo che l’Ucraina possa vincere, ma dandole le armi giuste per combattere, potremo portarla ad un livello tale da raggiungere un compromesso onorevole con la Russia.”.
Ho sempre avuto stima di Bersani, ma stavolta mi ha fatto cadere le braccia.
Praticamente ha sposato la tesi del logoramento russo propugnata da Biden.
Ti dò armi non per farti vincere, non perché sei stato invaso, ma perché mi fa comodo indebolire Putin. Questa è la conclusione perché è scontato che, per quante armi tu possa dare all’Ucraina, senza un intervento diretto con le armi più sofisticate (politicamente impossibile) dei Paesi NATO, mai e poi mai la terra di Zelensky potrà pareggiare l’arsenale bellico russo.
Bersani parla, poi, di “compromesso”. La parola stessa significa “reciproche concessioni”. E quali sarebbero? Allo stato la Russia ha già occupato tutto i Donbass, non solo le autoproclamate repubbliche separatiste, ma anche, oltre la Crimea, il corridoio terrestre che congiunge la penisola al territorio russo. Di qui a qualche giorno probabilmente occuperà anche Odessa tagliando ogni accesso al mare all’Ucraina.
Questo per la Russia è un fatto acquisito.
Quali saranno le concessioni che la Russia potrà fare? Di non andare oltre? E quali concessioni potrà fare il povero Zelensky? La promessa di non rivendicare più i territori occupati dai russi?
Un po’ come le alture del Golan da decenni rivendicare inutilmente dalla Siria ma che Israele si guarda bene dal restituire?
La questione ormai è fuori dalle mani di Zelensky e degli europei.
Potrà essere risolta solo, come al solito, fra Biden e Putin.
Biden rinuncia al piano di 33 miliardi di dollari di armamenti (tanto non si sa se il Congresso glielo passa) e Putin si ferma allo stato di fatto attuale, magari concedendo all’Ucraina uno stretto corridoio al mare fra Odessa e la Transnistria.
Quello che rimane dell’Ucraina entrerà nell’Unione Europea, non nella NATO e verrà ricostruito con i nostri soldi.
Forse questo è un “compromesso” possibile.

sergioferraiolo

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