Dall’otto dicembre dello scorso anno è stato attivato il cosiddetto cash back di Stato. Una iniziativa a metà fra la lotteria ed il rimborso spese per la quale, fino al giugno 2022 sono stati stanziati oltre quattro miliardi di euro.
Come tutti sappiamo, per partecipare, bisogna registrarsi tramite SPID o “carta d’identità digitale” (CIE) sulla piattaforma IO e relativa App. Poi è necessario inserire il numero delle carte di credito che si intende usare e anche del Bancomat (questo due volte se la carta di debito è anche abbinata ad un circuito di carte di credito come Maestro o simili).
Dopo qualche incertezza iniziale ora il sistema funziona bene, ma lo scopo di questo post è capire se ne vale la pena.
Innanzitutto io ritengo che il cash back (peraltro ideato molto prima della pandemia) non è un incentivo a spendere tour court, bensì un incentivo a mutare il sistema di pagamento: dal contante alla carta di credito.
Indubbiamente è una cosa positiva: i pagamenti sono tracciabili, si diminuisce l’evasione fiscale e, una volta al mese, l’estratto conto spietatamente ti rinfaccia tutte le spese, utili e inutili che siano.
Altro effetto utile, anche se “collaterale” è l’impennata di italiani registrati al Sistema di identità digitale (SPID) ormai indispensabile per accedere a numerosi siti della pubblica amministrazione.
Questi i lati sicuramente positivi.
Ma la maggior parte si è registrata su IO per il cash back non tanto per quello che ho scritto sopra, bensì per il “vil denaro” da guadagnare.
Che, riflettendoci, non è poi tanto quanto si potrebbe immaginare.
Se si oltrepassa lo sbandierato slogan della restituzione del 10% di quanto speso, i soldini che si vedranno saranno pochini.
Il meccanismo del rimborso ha un doppio paletto.
Primo: su ogni spesa il rimborso sarà del 10%, ma solo fino ad una spesa di 150 euro. In altre parole, se fai un acquisto di 150 euro o di 850 euro, al massimo ti saranno accreditati 15 euro.
Secondo paletto: per ogni semestre di riferimento, il massimo rimborso non potrà superare, nel totale, 150 euro. In altre parole, se – ne semestre – hai totalizzato 10 acquisti da 150 euro ciascuno, hai già totalizzato il massimo del rimborso. Oltre non puoi andare. E, comunque, per avere anche un minimo rimborso, devi effettuare, nel semestre, almeno 50 transazioni “fisiche” (quelle on line, su Amazon o simili, non valgono).
C’è anche il Supercashback, che premia con 1.500 euro i primi 100.000 utenti che, nel semestre, abbiano totalizzato il maggior numero di transazioni, indipendentemente dal loro importo.
1500 euro sono una bella cifra e, all’apparenza, 100.000 premiati al semestre sembra un numero abbastanza semplice da raggiungere.
Non ne sarei tanto sicuro.
Io uso, in media, la carta di credito (o bancomat) più di una volta al giorno, ma l’app IO mi dice che davanti a me ho oltre 1.350.000 utenti che l’hanno usata più volte di me. (Come hanno fatto non so, forse – d’accordo con gli esercenti – spezzettano gli acquisti.) Quindi anche usando la carta di credito quasi due volte al giorno nessuna possibilità di prendere il premio di 1500 euro.
Insomma bisognerà accontentarsi di 150 euro a semestre (450 euro in tutto, più quello che si è riuscito a totalizzare con il cash back di Natale).
Basta non farsi prendere dalla “fregola” di salire ad ogni costo in classifica facendo acquisti inutili che vanificano il massimo rimborso di 150 euro a semestre.
Il link alle “istruzioni ministeriali” è qui:
https://io.italia.it/cashback/
Sempre che il “concorso” continui. Pare che lo interromperanno a fine giugno 2021 per destinare i fondi dei due semestri successivi ai “ristori” per le categorie danneggiate dai provvedimenti restrittivi per contenere la pandemia da Covid-19.
