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Nella campagna elettorale appena trascorsa il razzismo ha fatto ampie apparizioni come il sovranismo; “Italia prima”, sul modello sciagurato di “America first” ripreso da Trump.

 

Esempi ne abbiamo a iosa: il raid di Taini a Macerata, l’omicidio del senegalese a Firenze, la “gaffe” di Fontana, ora governatore della Lombardia, sulla razza bianca, etc.

 

Non so se la gente pensa veramente quello che dice ed è convinta di quello che fa perché “lo sente” o perché è indotta a pensarlo dai media che amplificano la voce di chi alla pancia della gente strizza l’occhio.

 

Quello che certo è che spesso, dalle stesse persone, dagli stessi politici, il razzismo esce ad intermittenza, secondo le convenienze.

 

È stupefacente il caso della Lega. Quando Enrico Letta, nel 2013 nominò Cécile Kyenge , (medico, laureata alla Cattolica di Roma e specializzata in oculistica) ministro per l’integrazione, gli insulti razzisti da parte di esponenti della Lega si sprecarono: la invitarono a mangiare banane e, addirittura, il senatore Calderoli la definì un orango.

 

Oggi, invece, Toni Iwobi, nigeriano è stato eletto senatore nelle file della Lega e definito da Salvini un perfetto esempio di integrazione.

 

Ora, a parte, le differenze di partito, fra la Kienge ed Iwobi non esistono differenze quanto ad integrazione. Perché la Lega insulta l’una ed esalta l’altro?

 

Questo è l’episodio più clamoroso, ma di razzismo secondo chi capita ne abbiamo visti tanti. Uno per tutti: i siriani che arrivano in massa sono poveri richiedenti asilo che scappano dalla guerra e sono tutte brave persone, ingegneri medici, professori…. Invece i maliani che arrivano sui barconi perché in patria le loro case sono state distrutte dall’ISIS, sono dei neri ignoranti che sfruttano la nostra accoglienza.

 

Certo che è strano questo razzismo verso qualcuno sì e verso qualcun altro no.

 

In verità siamo noi a farlo uscire quando qualcuno “altro da noi” ci fa paura. È la paura o, peggio, il calcolo che ci fa esprimere il razzismo che è in noi.

 

Questo mi fa ricordare un aneddoto raccontato dal grande regista Fritz Lang: “Il 30 Marzo 1933, il ministro della Propaganda in Germania, Joseph Goebbels, mi convocò nel suo ufficio […] e mi propose di diventare una sorta di “Fuhrer” del cinema tedesco. Io allora gli dissi: «Signor Goebbels, forse lei non ne è a conoscenza, ma debbo confessarle che io sono di origini ebraiche» e lui: «Non faccia l’ingenuo signor Lang, siamo noi a decidere chi è ebreo e chi no!»”.

 

Fritz Lang fuggì da Berlino quella notte stessa.

I risultati elettorali hanno preso forma. Si sa chi ha vinto e chi ha perso. Chissà quale governo ci tocccherà. Ormai, sia pur appena finita, la campagna elettorale è solo un ricordo.

A futura memoria, ho pensato di raccogliere in un Ebook disponibile su Amazon al  prezzo di 0,99 euro le mie impressioni e i miei ricordi di questa feroce campagna elettorale. Se na dimenticare che se c’è campagna elettorale e dialettica significa che siamo in democrazia.

L’Ebook è disponibile a questo indirizzo https://www.amazon.it/Quella-campagna-brutta-sporca-cattiva-ebook/dp/B07B77TGY3/

Al tramonto un gabbiano stanco si posa sul lampione al Gianicolo

Gabbiano al tramonto

Gabbiano al tramonto

I don’t know why, but today I like to remember a wonderful journey in Vietnam.

Some picture of that splendid place: Heu, Hanoi and some other places

hue-Channel

Ho lau

Ho lau

 

Hoi An

Hoi An

 

 

Il vicolo non è una sorta di piccola e stretta via. E’ un mondo a se stante: un riparo per stendere i panni, un ricovero per la pioggia; due finestre vicine per scambiare quattro chiacchiere. Un mondo pieno di odori, di vita, di noi. Qui un vicolo di Amalfi.

Un vicolo

Un vicolo

In Italia si dice che partire è un po’ morire. Non è vero per nulla. Partire è tornare a vivere; è cambiare; è rinovarsi. Partire è mettersi in gioco. Partire è l’emozione e l’entusiasmo di qualcosa di nuovo.

Cambiano i treni. Non c’è più la freccia del sud, ma la frecciarossa. Non c’è più la valigia di cartone, ma c’è il trolley. Ma il senso è lo stesso.

Partire in treno

Partire in treno

 

 

Vacanze natalizie. Momenti di calma. Ho realizzato un progetto a cui tenevo molto e sempre rimandato. Negli anni scorsi ho visitato più volte il nord dell’India, il Ladakh, lo Zanskar e il Kashmir.

Monasteri, laghi alti e laghi bassi, montagne, barche strane, persone meravigliose, scuole in paesini sperduti.

Posti lontani, meravigliosi, parecchio lontani dal nostro mondo come cultura e stile di vita. I ricordi sono ancora intensi ma con il tempo si affievoliscono. Ho deciso di fermarli scrivendo qualche appunto di viaggio. Utile per me, per non dimenticare una bellissima esperienza. Utile, spero, per chi volesse vivere le mie indimenticabili emozioni. La tecnologia si evolve e Amazon rende disponibile una forma facilitata di pubblicazione.

Il “libro” è qui, a questo indirizzo: http://www.amazon.it/Ladakh-Zanskar-Kashmir-Appunti-ebook/dp/B00AXKSTJG/ref=sr_1_4?s=digital-text&ie=UTF8&qid=1357552834&sr=1-4

Appunti di viaggio

 

Ho deciso di mettere in linea alcuni ricordi di viaggio. Pensieri ed emozioni di un luogo lontano, il Mustang nepalese, ancora per un po’ chiuso al nostro mondo, fin quando non sarà completata la strada che, dalla Cina, arriverà a Pokhara.

I ricordi son disponibili cliccando qui, ma per chi volesse “vederli” è possibile andare sui video della prima e della seconda parte.

Un monastero a Lo Mantang

Un monastero a Lo Mantang

Si dice che Roma sia Caput Mundi. Sarà…….

Ma oggi era bellissima!!!! La Quadriga dell’Altare della Patria (sì, la macchina da scrivere) nel tramonto e con i lampioni era superba!!

La Quadriga dell’altare della Patria a Roma

Si dice che la fotografia riproduce la realtà. Mica tanto vero. Guardate queste due fotografie.

La prima, tranne un “ravvivamento” dei colori non ha significative modifiche, ma presenta, in basso, elementi di disturbo. Un buon programma di fotoritocco risolve il problema.

Fotografia originale

E questa è la foto “ritoccata”: gli elementi di disturbo sono spariti

fotografia “ritoccata”

 

sergioferraiolo

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