Spulciando fra i disegni di legge presentati in questa nuova legislatura, mi è balzato agli occhi quello numero 364 (testo e scheda qui) presentato al Senato da tutto il Gruppo dei Cinquestelle.
Il disegno di legge reca: “Disposizioni in materia di incompatibilità con la partecipazione ad associazioni che comportano vincolo di obbedienza come richiesto da logge massoniche o ad associazioni fondate su giuramenti o vincoli di appartenenza”
E’ un testo breve, già proposto nella scorsa legislatura, volto a sancire l’incompatibilità con cariche e funzioni pubbliche non solo a chi è iscritto alla massoneria, ma anche ad “associazioni che richiedano, per l’adesione, la prestazione di un giuramento o di una promessa con contenuto contrastante con i doveri di ufficio, ovvero impongano vincoli di subordinazione gerarchica in opposizione con il loro dovere di assoluta fedeltà alle istituzioni repubblicane”.
Importante è anche l’art.1 che considera associazioni segrete anche quelle che “all’interno di associazioni palesi, occultano la loro esistenza o tengono segrete congiuntamente finalità e attività sociali o rendono sconosciuti, in tutto o in parte e anche reciprocamente, i soci”. Quindi non solo le associazioni segrete, ma anche quelle palesi che, però, nascondono ai soci alcune attività o finalità.
MI sembra una proposta davvero condivisibile: i magistrati devono essere al servizio della legge. I prefetti al servizio dello Stato, gli amministratori locali al servizio della collettività e non possono prendere ordini od essere legati ad “altri vertici”. Se fossi un parlamentare non avrei esitazioni a votarla. La trasparenza è tutto.
Mi domando, però, perché – al loro interno – i Cinquestelle si comportano in modo diverso?
Voglio tralasciare il rapporto di assoluta dipendenza con la “Casaleggio associati” (leggi qui l’articolo e qui lo statuto). Se i Cinquestelle si obbligano a finanziare una associazione privata son fatti loro. Non ci siamo mai scandalizzati quando i parlamentari versavano obbligatoriamente una parte dello stipendio al partito. Son soldi loro. Ed anche se lo statuto della Casaleggio associati è molto fumoso e per nulla democratico, fino a che il rapporto fra i Cinquestelle e questa associazione si ferma ad un ambito privato, ognuno è libero di farsi impiccare come vuole.
Quello che invece contrasta molto con il totale spirito di servizio alle istituzioni che pervade la proposta di legge che ho sopra richiamato è la volontà più volte richiamata dal vertice pentastellato e inserita nel Contratto per il Governo del Cambiamento (punto 20, pag.35) di voler inserire in costituzione il vincolo di mandato per i parlamentari eletti nel “movimento” per evitare il trasformismo. Già ne ho parlato nel mio blog e mi sembra la negazione della democrazia.
I Cinquestelle, sul loro blog, cercano – arrampicandosi sugli specchi – di argomentarlo, ma –giudicate anche voi leggendo qui – non mi convincono e non riesco a capirli. Per me è sempre meglio la nostra Costituzione.
L’articolo 67 della Costituzione spiega che “ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato“. La Costituzione ha voluto favorire i “voltagabbana”? Sicuramente no. Ha privilegiato il bene supremo in una democrazia, ossia la libertà di coscienza, la possibilità – magari in votazioni su argomenti non previsti dal programma – dal votare in dissenso dal partito di appartenenza. Perché – nel caso di mutamenti nella politica di partito – il singolo parlamentare deve essere obbligato a seguire i vertici?
I Cinquestelle dicono che il parlamentare è solo un portavoce del cittadino elettore. E, allora, perché deve esistere una casta sacerdotale con il compito di interpretare il volere dei cittadini elettori e di imporlo ai parlamentari, pena la decadenza?
Già in questa legislatura è cambiato il programma dei Cinquestelle rispetto a quello annunciato PRIMA delle elezioni. Il Contratto per il Governo del Cambiamento è stato scritto DOPO le elezioni ed è abbastanza diverso dal programma pre-elettorale. Perché il parlamentare Cinquestelle deve sentirsi obbligato a votate per la flat-tax che non era nel programma elettorale ed , anzi, era avversata? L’elettore Cinquestelle ha votato il proprio candidato proprio per non introdurre la flat tax. Perché dovrebbe votarla? Solo perché la nuova casta (sorta di vertice massonico a cui si DEVE rispondere in dispregio alle regole democratiche?) ha così deciso? Si sa… passata la festa, gabbato lo santo.
Pertanto, più che assoluta fedeltà alle istituzioni repubblicane come recita la proposta di legge di cui ho parlato prima, si tratta di assoluta fedeltà ad un partito politico che, a sua volta (e qui sì che importa), è totalmente nelle mani di una associazione esterna privata.
Ma le motivazioni di cui sopra non sono le sole. Introducendo il “vincolo di mandato”, ossia l’obbligo per ogni parlamentare di conformarsi sempre e comunque alla volontà del partito e del suo Capo, si uccide il Parlamento che, a parole, il “contratto di governo” vuole privilegiare. Se ogni parlamentare deve votare come stabilisce il responsabile del partito, a che serve il parlamentare? A che serve il suo voto? Basterebbe che, ogni qual volta bisogna decidere su un provvedimento, si attribuisca alla volontà del responsabile di ogni partito il numero di voti corrispondenti a numero dei suoi parlamentari. I parlamentari potrebbero anche andare a casa.
Introdurre il vincolo di mandato significa solo rafforzare la partitocrazia che Lega e Cinquestelle oggi – a parole – vogliono combattere.