Sono partiti da diversi porti. 300 persone di tante nazionalità su 40/50 barche/navi cariche di viveri, ma con lo scopo politico di forzare il blocco imposto da Israele. Si troveranno il 4 settembre in un punto convenuto in acque internazionali per poi lentamente, molto lentamente, per tenere accesi i riflettori il più a lungo possibile, si dirigeranno verso la costa di Gaza dove dovrebbero arrivare il 15 settembre.

Che succederà? Proviamo a fare qualche ipotesi, visto che la situazione è ben diversa dalle precedenti che riguardavano una sola nave. E  ricordiamoci, come ho già scritto  che le parole sono importanti

1) Israele organizza un grande blocco navale. Abborda ognuna delle navi [sono piccole] e le traina in un porto israeliano e senza far scalpore espelle alla chetichella tutti gli equipaggi e gli attivisti e la storia finisce qui. Ma riesce Israele a fronteggiare, senza sparare, 40/50 navi?

2) Israele ordina di tornare indietro. La FLOTILLA non se ne dà cura e avanza. Israele spara [è una nazione in guerra con legge marziale]

Morti, feriti, prigionieri [come con la nave turca di qualche anno fa]. E la storia NON finisce qui. Se per Israele finisce, invece inizia per gli Stati di cui sono cittadini i morti, feriti e prigionieri. Cosa faranno? Li disconosceranno come loro protetti e li indicheranno alla comunità internazionale come criminali, violatori di un blocco navale imposto da un legittimo Stato? Ne dubito per due motivi. Il primo perchè dubito che i 10/15 Paesi interessati possano accordarsi TUTTI in questo modo. Il secondo perché in questo modo, davanti agli elettori, si renderebbero complici del criminale Netanyahu con inevitabili crolli politici.

Oppure, sfidando anche Trump, i governi di questi Paesi, finora ignavi, saranno costretti, finalmente, a seguire l’opinione pubblica che considera Netanyahu colpevole di genocidio e, finalmente prendere quelle misure, economiche, diplomatiche [e forse militari] per isolare e bandire il Governo israeliano dal consesso internazionale, visto che ora ha anche le mani sporche del sangue di attivisti dei loro Paesi?

3) entro il 15 settembre i Governi di cui sono cittadini i componenti della FLOTILLA, li incriminano per reati vari, tipo azione ostile contro Paese alleato 🙂 😀; oppure per assembramento marino 🙂 non autorizzato, o per trasporto di alimenti senza bolla di carico ed ordinano loro di tornare indietro mandando una squadra navale militare a fermarli? Situazione ancora più ridicola , a parte l’impossibile accordo da trovare, che equivarrebbe a segnare i loro nomi fra i “cattivi” a fianco del “cattivissimo” Netanyahu con ripercussioni politiche interne facilmente prevedibili.

Lo so, Trump e Netanyahu ci tengono per il collo con le forniture militari tecnologiche e di intelligence, ma un atto di coraggio è proprio estraneo alla nostra Europa? Una Europa che guarda solo al popolo della shoah e non guarda al popolo della Nakba.