Archivi per la categoria: Napolitano

Questo è un post del 2018, tremendamente ancora attuale.

Sostituite Grillo con Meloni e sembra di essere oggi.

Protagonista ancora Napolitano e la Cultura con la C maiuscola

https://sergioferraiolo.com/2018/01/13/napolitano-cacciari-thomas-mann-e-i-moniti-allitalia/

Moniti all’Europa

Su Twitter, anzi, ora, su X, è andato in trend la espressione “aveva 98 anni”, segno che tanti e tanti post riferiti alla scomparsa del Presidente Napolitano si sono soffermati sulla sua veneranda età.

Tutti i media hanno sfoderato tutti i coccodrilli custoditi nei cassetti: raramente un decesso è annunciato con tanto anticipo.

Sono praticamente tutti uguali: signorilità, comunista atipico, rigido, senza emozioni, rigoroso, pignolo, europeista etc. etc.

Vorrei anche io partecipare un ricordo di quest’uomo eccezionale. Ho lavorato con lui sia quando era ministro dell’interno, sia al Quirinale.

Posso tranquillamente affermare che era sì rigido e pignolo e rigorosamente seguace delle istituzioni e, soprattutto, della Costituzione.

Sulla sua scrivania aveva, incorniciata, una frase di Einaudi “Compito del Presidente della Repubblica è conservare intatte le prerogative assegnategli dalla Costituzione per trasmetterle intatte al suo successore”.

In questa frase si spiega anche il rifiuto di pubblicare, anzi di far distruggere le famose intercettazioni Mancino – D’Ambrosio – Napolitano sulla trattativa Stato-Mafia. Indipendentemente dal contenuto, il Presidente della Repubblica non poteva essere intercettato. Permetterne la sua divulgazione sarebbe stato un vulnus alle sue prerogative, e ciò non poteva essere ammesso perché sarebbe stato un vulnus alle prerogative del suo successore. La Corte Costituzionale gli diede ragione.

Non ho mai ascoltato i famosi nastri ma, conoscendo il Presidente Napolitano, sono propenso a credere alla versione data da Paolo Mieli nella puntata di Otto e mezzo di ieri, 22 settembre 2023.

Ma voglio ricordare il mio Presidente per smentire l’assunto che non avesse emozioni. Non è vero. Era solo un po’ come i vulcaniani di Star Trek, abituati fin da piccoli a nascondere e mascherare le proprie emozioni.

Potrei raccontare episodi durante la vicenda di Eluana Englaro, durante la crisi del 2011, in seguito alla lettera Draghi-Thichet che metteva in mora l’Italia,  la lettera testamento di Cossiga, ma sono cose note, ampiamente riportate dai media.

Vorrei ricordare un episodio minimo, ma che rivela il carattere del Presidente, che noi della sua Segreteria, abbiamo visto spesso commosso e in preda ad emozioni contrastanti, come qualsiasi comune mortale.

Era consuetudine che ad Agosto andassero via tutti, Napolitano per almeno 12 giorni a Stromboli e poi a Castelporziano. Tutti gli altri membri della sua segreteria sparsi per l’Italia, ma sempre connessi con le moderne tecnologie.

L’unico componente che ad agosto rimaneva al Colle ero io, punto di contatto fra tutti che continuavano il loro lavoro, si direbbe ora, da remoto.

Una mattina squilla il telefono, era il Centralino del Quirinale che, al solito, in modo asciutto dice solo “Dott. Ferraiolo, le passo il Presidente” e me lo passa.

  • “Dott. Ferraiolo, è in Ufficio?”
  • “Certo, Presidente, mi dica”
  • “Allora vada nel mio studio, vada la tavolo di lavoro, ci sono cinque pile di fascicolo, prenda il secondo da sinistra, a circa due terzi della pila c’è una cartellina rossa, la apra, dento ci sono una quarantina di fogli, alcuni manoscritti, alcuni stampati; prenda il fascicoletto (circa a metà) di una ventina di fogli, stampati e tenuti con una graffetta con, in cima un biglietto di visita; è una prefazione ad un libro, faccia una fotocopia di tutto, lo metta in una busta con intestazione “Il Presidente della Repubblica”, ponga come indirizzo quello indicato sul biglietto di visita e, domani, vero le 10, lo mandi alla persona e all’indirizzo segnato sul biglietto di visita. Tutto chiaro?”
  • “Certo, Presidente”

Insomma, lo avrete capito, una persona di oltre ottanta anni che ricordava perfettamente il posto e la valenza dei suoi scritti.

La mattina dopo, verso le otto, arrancavo sul mio motorino, da casa mia verso il Colle, quando squilla il telefonino, era il centralino del Quirinale: “Le passo il Presidente…”. Ferma in salita il motorino, mettiti in posizione e ascolto:

  • “Dottore, si ricorda quanto le ho detto ieri?”
  • “Certo Presidente, Ella mi ha detto di inviare il plico verso le ore 10…”
  • “No… volevo dirle solo di mettere un suo biglietto con cui scrive che lo manda parte mia, perché io sono fuori Roma”.
  • “Certo, Presidente”.

Faccio tutto.

Alle 10:05 il solito centralino: “Le passo il Presidente….”

  • “Sì, Presidente, ho fatto tutto. Il motociclista con il plico è già partito…”
  • “No, no – mi interrompe il Presidente – ne ero sicuro, volevo solo ringraziarla per la sua disponibilità e per il suo lavoro che compie mentre tutti sono in vacanza…”

Un Presidente della Repubblica che telefona solo per ringraziare…. E poi dicono che non aveva emozioni.

Eravamo una squadra. Lui il capo indiscusso che inviava il discorso di San Silvestro in visione ai Consiglieri 24 ore prima con un biglietto “non si cambia nulla”. Lui dotato di una sensibilità istituzionale tanto forte che dal Colle non usciva neppure un telegramma standard di condoglianze che Lui non avesse personalmente visto e corretto.

Mi piace ricordarlo così, con tutta la sua squadra.

Per finire, ho un video che rispecchia profondamente i sentimenti del Presidente Napolitano nei confronti delle Istituzioni.

sergioferraiolo

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