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Quando in gioventù,  ma tuttora, mangiavo pane e geopolitica, il mondo era diverso e più stabile. C’erano due blocchi: USA e URSS. Chi stava sotto la protezione sovietica, chi sotto quella americana. Interi Stati si divisero: metà sotto USA metà  sotto URSS.: Vietnam, Corea Yemen etc.

Allora, dagli anni ’60 in poi, per noi della parte USA, tutto ciò che proveniva dall’URSS era cattivo e malvagio.

Ma noi, magari per la protezione dell’ombrello atomico USA, eravamo relativamente tranquilli [qualcuno nel 1963 è stato seriamente preoccupato della crisi de missili URSS a Cuba?]. Nel mondo esterno la situazione non era diversa. Interi Paesi con conflitti interni si dividevano, senza fare un chiasso che arrivava da noi, in Stato del Nord e Stato del Sud, uno che faceva riferimento agli Usa e uno all’URSS: capitò con la Corea, con il Vietnam, con lo Yemen e non so a quanti altri..

Allora l’ONU o, più precisamente, l’UN, era una certezza, una camera di compensazione dove i conflitti venivano risolti senza minimamente mettere in dubbio l’autorità delle Nazioni Unite, del suo Consiglio di Sicurezza, organizzazione super partes alla quale tutti dovevano rispetto.

In quegli anni, poi, si stava concretizzando il sogno di Altiero Spinelli: l’Europa! Che in pochi anni passò da unioni settoriali (CECA, EURATOM) pian piano ad una vera unione politica fino ad arrivare all’odierna Unione europea, con il corollario della moneta unica [peccato che non si sia riusciti ad eliminare l’unanimità dalle decisioni de Consilio europeo.]

Un mondo ideale, insomma, corrispondente alle aspettative di una persona nata nel secondo dopoguerra e affamato di geopolitica.

Ma non si può sperare che la situazione ottimale rimanga tale per molto. Oggi le cose sono di molto mutate e, quando dico di molto, parlo eufemisticamente.

Partiamo dall’Unione europea. Ormai questa organizzazione è tutt’altro che una Unione. Nessuno Stato vuole più uscirne, ma tutti vogliono cambiarla per farla diventare solo un tavolo in cui si scambiano le esigenze nazionalistiche: ossia si va avanti solo se sono tutti d’accordo. E l’accordo è molto diverso da quello di 15 anni fa, Niente migranti, omicidio del vento di Tampere, dazi, volontà dei singoli Stati che prevale sul senso comune. Le ultime elezioni europee hanno premiato i partiti sovranisti, quelli che, più o meno, riecheggiano il trumpiano MAGA.

Quando mangiavo pane e politica [o, meglio Geopolitica] le cose erano molto più semplici: c’erano due blocchi: uno costituito dagli USA che – in cambio dell’acquisto dei suoi prodotti – ci proteggeva con il suo ombrello atomico; l’altro costituito dai “cattivi” [secondo la propaganda dell’epoca] costituito dall’URSS e dai suoi satelliti che ci minacciavano ad ogni ora del giorno.

La nuova Commissione non si è ancora insediata, anche perché il Parlamento europeo, unico Orgnano eletto a suffragio universale ha già trovato problemi nella maggior parte dei candidati Commissari proposti dagli Stati membri.

Non vanno meglio le Nazioni Unite: una volta una risoluzione del Consiglio di Sicurezza era Vangelo e una telefonata del “padrone” dell’ONU, il Presidente USA, era un ordine.

Oggi Israele sbeffeggia Biden e, addirittura, fa sparare i suoi carrarmati contro le missioni ONU [UNIFIL].

Un mondo alla rovescia? No, non voglio imitare Vannacci, ma è indubbio che le cose siano cambiate.

A meno che….

A meno che le cose siano state predeterminate dai soliti noti.

Ci sono alcuni elementi da prendere in considerazione;

  1. Gli Stati del Golfo, una volta meri produttori di petrolio, ora devono investire i petrodollari;
  2. l’instabilità del Medioriente è un serio ostacolo all’espandersi dei commerci e degli affari degli Stati del Golfo,
  3. i “poveri” palestinesi sono [sfiga del destino] invisi da tutti e tutti i Paesi dell’area circostante sarebbero felici di una loro scomparsa,
  4. La maggioranza dei paesi del Golfo è sunnita, la parte più progressista dell’Islam. Hezbollah, Hamas e Iran sono sciiti, la minoranza.
  5. I progetti faraonici dell’Arabia Saudita: apertura al turismo , costruzioni di megalopoli in scatola, hanno bisogno di investimenti occidentali e cinesi, ché i fondi sovrani sono ormai alla frutta;
  6. La Russia, checché ne dica Zelensky sta vincendo e gli Stati donatori sono sempre più riluttanti a fornire armi sofisticate all’Ucraina;
  7. la Cina pensa solo al commercio, a far soldi e ad annettersi economicamente l’Africa.

In questo disegno rimarrebbero fuori i palestinesi, orrendamente decimati dagli israeliani, ma in ogni Nuovo Ordine Mondiale qualcuno dovrà pur perdere……

 Possiamo pensare che in questa situazione di vuoto politico [USA sotto elezioni, Europa alle prese con la difficile formazione della nuova Commissione] a Netanyahu sia stato assegnato il compito ”sporco” di ripulire il Medioriente dai criminali di Hamas e di Hezbollah e di dare un sonoro ceffone all’Iran?

In cambio Netanyahu riceverebbe un salvacondotto che lo metterebbe al riparo dalle pendenze giudiziarie e Israele coronerebbe il suo sogno “dal fiume al mare”.

Mica noi reclamiamo la Libia, La Somalia, Pola e l’Istria….

La situazione dei nuovi centri di permanenza in Albania per migranti irregolari sembra complessa e destinata a creare conflitti a più livelli, sia interni che a livello europeo. Partiamo da due aspetti chiave:

1. Centri di detenzione in Albania: La decisione dell’Italia di trattenere migranti in Albania, lontano dal proprio territorio, presenta molte criticità legali e pratiche. Se le autorità giuridiche italiane (magistrati e commissioni esaminatrici) devono decidere sul destino di migranti trattenuti fuori dai confini nazionali, questo pone difficoltà di giurisdizione, di rispetto dei diritti legali e di coordinamento tra i due Paesi. L’assenza di una presenza fisica delle istituzioni italiane in Albania rende ancora più arduo rispettare le normative italiane e internazionali sui diritti umani e sulle procedure d’asilo.

2. Sentenza della Corte di Giustizia Europea (CGUE): La sentenza del 4 ottobre aggiunge un altro livello di complessità, poiché afferma che anche se solo una parte del paese d’origine di un migrante è considerata pericolosa, non è possibile deportare il migrante verso quell’intero paese. Questo vincola fortemente i governi, compreso quello italiano, a garantire che non venga espulso nessuno verso paesi che presentano aree di rischio. Tale decisione crea inevitabili tensioni tra le politiche nazionali di espulsione e le norme europee sui diritti umani, aumentando il rischio che queste espulsioni vengano bloccate dai tribunali.

Come si può evolvere la situazione:

1. Tensioni con l’Albania: Se i centri di detenzione diventano operativi ma ci sono ostacoli legali significativi (a causa di sentenze europee o problematiche giurisdizionali), l’Albania potrebbe essere riluttante a continuare la collaborazione, non volendo gestire un flusso continuo di migranti non espellibili o trattenuti per lunghi periodi.

2. Contrasto con le istituzioni europee: L’Italia, già sotto pressione per la gestione dei flussi migratori, potrebbe trovarsi in conflitto con le direttive europee se decidesse di ignorare o aggirare la sentenza della CGUE. Questo potrebbe portare a multe o sanzioni a livello UE, accentuando la tensione tra chi vorrebbe una linea più rigida sull’immigrazione e chi invece chiede il rispetto delle normative comunitarie.

3. Impasse legale: Con la CGUE che vieta espulsioni verso paesi con aree pericolose e le difficoltà di coordinamento con l’Albania, potrebbe crearsi una situazione di stallo in cui i migranti restano bloccati nei centri, senza che si trovino soluzioni né per il loro rimpatrio né per la loro integrazione o espulsione.

In sintesi, la situazione rischia di diventare insostenibile sia per l’Italia che per l’Albania, creando un corto circuito legale e politico che potrebbe richiedere l’intervento della Commissione Europea o l’adozione di nuove misure condivise a livello continentale.

Anche se l’Italia farà ricorso contro la sentenza della CGUE alla Grande Chambre (tasso di accoglimento dei ricorsi 3%) la situazione, togliendo dai “deportati” quelli provenienti dai Paesi parzialmente sicuri, non cambia poi di molto.

Il Governo Meloni  per non fare l’ennesima brutta figura, per un po’ di tempo, manterrà il punto con gran dispendio di denaro pubblico.

Poi…poi i migranti in Albania cominceranno a crescere come a Lampedusa, il malcontento albanese crescerà e il premier Edi Rama potrebbe ripensarci.

Io sono vecchio

O mi sento vecchio.

Ma cosa significa sentirsi vecchio (o, secondo il politically corrrect) diversamente giovane? Avere acciacchi? Malattie? Non riuscire più a compiere una escursione di venti chilometri? No, non è un fatto fisico; è una situazione mentale in cui tutti i capisaldi, i fermi capisaldi in cui sei cresciuto, ad uno ad ud uno crollano e vengono sostituiti da altri, per lo più opposti.

Cerco di dare a qualcuno dei miei cinque lettori (citazione manzoniana) un quadro della situazione per capire meglio il mio disagio.

Sono un boomer”, ossia della generazione nata fra il 1955 (secondo dopoguerra e il 1960, inizio del boom economico.)

Infanzia molto diversa da quella attuale: si ci incontrava – anche fra sconosciuti – per strada e si giocava a nascondino, uno, due tre,,,STELLA!, Guardie e ladri, Si stava insieme per ore, si giocava, c’era tutto, tranne i soldi: le tasche erano vuote. Ma il nostro percorso verso l’età adulta cominciava di lì: giardino pubblico, compagni sconosciuti, giochi, vittoria o sconfitta. I genitori non c’erano [come non ci sono oggi] ma ce la gestivamo noi. Era impensabile ricorrere al genitore se un compagno occasionale compiva una entrata un po’ dura sulla nostra caviglia.  Avevamo i pantaloncini corti [all’inglese] e le ginocchia perennemente sbucciate. Ma non era un problema. Anzi era quasi un piacere sado/masochista levarsi le croste quando indurite,

Come riportato nei post “come eravamo” su Facebook, si beveva dalla pompa, si mangiavano le noccioline, le abrasioni da caduta erano un nonnulla.

Poi crescemmo, la scuola e, soprattutto il Liceo. Sono cresciuto in una medio-grande città di provincia. Botte da orbi fra fasci e gente di sinistra, Forse troppa ideologia e troppa divisione di ruoli, come lo sciopero per Angela Davis che, a malapena, sapevamo chi fosse, con la Fiat 850 del “polizia politica” a sorvegliarci..  La polarizzazione, nel ridotto ambito in cui vivevamo, aveva anche risvolti strani. Un omicidio, etichettato fra elemento di destra e di sinistra che, poi, scandagliando le cause, fu provocato da una gelosia per una ragazza. Eppure i genitori furono, recentemente convocati al Quirinale nella “giornata di riconciliazione politica” quando, nell’omicidio, di politico c’era poco o nulla.

Vedo che, per spiegare ho fatto una introduzione da paura.

Vado al sodo.

Sentirsi vecchio prescinde dal fisico; prende i capisaldi del proprio pensiero; prende le certezze che uno aveva acquisito in una vita. Le certezze vanno via una ad una e non vengono sostituite da nuove: per un vecchio l’ordine mondiale viene sostituito da qualcosa di nuovo e non perfettamente comprensibile.

Quando mangiavo pane e politica [o, meglio Geopolitica] le cose erano molto più semplici: c’erano due blocchi: uno costituito dagli USA che – in cambio dell’acquisto dei suoi prodotti – ci proteggeva con il suo ombrello atomico; l’altro costituito dai “cattivi” [secondo la propaganda dell’epoca] costituito dall’URSS e dai suoi satelliti che ci minacciavano ad ogni ora del giorno.

Allora, dagli anni ’60 in poi, tutto ciò che proveniva dall’URSS era cattivo e malvagio.

Ma noi, magari per la protezione dell’ombrello atomico USA, eravamo relativamente tranquilli [qualcuno nel 1963 è stato seriamente preoccupato della crisi de missili URSS a Cuba?]. Nel mondo esterno la situazione non era diversa. Interi Paesi con conflitti interni si dividevano, senza fare un chiasso che arrivava da noi, in Stato del Nord e Stato del Sud, uno che faceva riferimento agli Usa e uno all’URSS: capitò con la Corea, con il Vietnam, con lo Yemen e non so a quanti altri..

Allora l’ONU o, più precisamente, l’UN, era una certezza, una camera di compensazione dove i conflitti venivano risolti senza minimamente mettere in dubbio l’autorità delle Nazioni Unite, del suo Consiglio di Sicurezza, organizzazione super partes alla quale tutti dovevano rispetto.

In quegli anni, poi, si stava concretizzando il sogno di Altiero Spinelli: l’Europa! Che in pochi anni passò da unioni settoriali (CECA, EURATOM) pian piano ad una vera unione politica fino ad arrivare all’odierna Unione europea, con il corollario della moneta unica [peccato che non si sia riusciti ad eliminare l’unanimità dalle decisioni de Consilio europeo.]

Un mondo ideale, insomma, corrispondente alle aspettative di una persona nata nel secondo dopoguerra e affamato di geopolitica.

Ma non si può sperare che la situazione ottimale rimanga tale per molto. Oggi le cose sono di molto mutate e, quando dico di molto, parlo eufemisticamente.

Partiamo dall’Unione europea. Ormai questa organizzazione è tutt’altro che una Unione. Nessuno Stato vuole più uscirne, ma tutti vogliono cambiarla per farla diventare solo un tavolo in cui si scambiano le esigenze nazionalistiche: ossia si va avanti solo se sono tutti d’accordo. E l’accordo è molto diverso da quello di 15 anni fa, Niente migranti, omicidio del vento di Tampere, dazi, volontà dei singoli Stati che prevale sul senso comune. Le ultime elezioni europee hanno premiato i partiti sovranisti, quelli che, più o meno, riecheggiano il trumpiano MAGA.

La nuova Commissione non si è ancora insediata, anche perché il Parlamento europeo, unico Orgnano eletto a suffragio universale ha già trovato problemi nella maggior parte dei candidati Commissari proposti dagli Stati membri.

Non vanno meglio le Nazioni Unite: una volta una risoluzione del Consiglio di Sicurezza era Vangelo e una telefonata del “padrone” dell’ONU, il Presidente USA, era un ordine.

Oggi Israele sbeffeggia Biden e, addirittura, fa sparare i suoi carrarmati contro le missioni ONU [UNIFIL].

Un mondo alla rovescia? No, non voglio imitare Vannacci, ma è indubbio che le cose siano cambiate.

A meno che….

A meno che le cose siano state predeterminate dai soliti noti.

Ci sono alcuni elementi da prendere in considerazione;

  1. Gli Stati del Golfo, una volta meri produttori di petrolio, ora devono investire i petrodollari;
  2. l’instabilità del Medioriente è un serio ostacolo all’espandersi dei commerci e degli affari degli Stati del Golfo,
  3. i “poveri” palestinesi sono [sfiga del destino] invisi da tutti e tutti i Paesi dell’area circostante sarebbero felici di una loro scomparsa,
  4. La maggioranza dei paesi del Golfo è sunnita, la parte più progressista dell’Islam. Hezbollah, Hamas e Iran sono sciiti, la minoranza.
  5. I progetti faraonici dell’Arabia Saudita: apertura al turismo , costruzioni di megalopoli in scatola, hanno bisogno di investimenti occidentali e cinesi, ché i fondi sovrani sono ormai alla frutta;
  6. La Russia, checché ne dica Zelensky sta vincendo e gli Stati donatori sono sempre più riluttanti a fornire armi sofisticate all’Ucraina;
  7. la Cina pensa solo al commercio, a far soldi e ad annettersi economicamente l’Africa.

 Possiamo pensare che in questa situazione di vuoto politico [USA sotto elezioni, Europa alle prese con la difficile formazione della nuova Commissione] a Netanyahu sia stato assegnato il compito ”sporco” di ripulire il Medioriente dai criminali di Hamas e di Hezbollah e di dare un sonoro ceffone all’Iran?

In cambio Netanyahu riceverebbe un salvacondotto che lo metterebbe al riparo dalle pendenze giudiziarie e Israele coronerebbe il suo sogno “dal fiume al mare”.

In questo disegno rimarrebbero fuori i palestinesi, orrendamente decimati dagli israeliani, ma in ogni Nuovo Ordine Mondiale qualcuno dovrà pur perdere……

Mica noi reclamiamo la Libia, La Somalia, Pola e l’Istria….

Vi ricordate quelli di “Pro vita & famiglia”? Sì, quelli che si lamentano sempre di essere attaccati da transgender, omosessuali e LGBTQ+? Quelli che hanno urlato contro la mancata protezione della Polizia quando, durante una manifestazione, fu imbrattata la saracinesca della sede, mostrando un improbabile ordigno lanciato contro di loro e “fortunatamente non è esploso” [perché non poteva esplodere essendo privo di innesco e la materia esplosiva non fu mai esibita] Quelli che, con la loro Presidente, fa l’agnellino nei talk show, frignando che la scuola pubblica non deve insegnare l’educazione affettiva perché deve pensarci la famiglia, anche se omofoba.

Insomma i talebani del sesso.

Bene, vedete cosa hanno avuto il coraggio di postare su X o Twitter il 5 gennaio 2024:

Plaudono ad un assessore del partito spagnolo VOX che ha tolto dalla biblioteca scolastica tutti il libri che avevano a che fare con i LGBT [mi pare di ricordare i Bücherverbrennungen del 1933 organizzati dai nazisti che bruciarono i libri a loro sgraditi (la storia, per chi ha memoria corta è qui: https://it.wikipedia.org/wiki/B%C3%BCcherverbrennungen)

Ma non è finita: è intervenuta l’Unione europea minacciando sanzioni, ravvisando nel fatto una violazione del principio di non discriminazione. “Pro Vita & famiglia” non si è fermata: al via una campagna contro l’Unione europea accusata, “con una vera e propria ingerenza degna da regime dittatoriale, ha minacciato procedure d’infrazione”.

Tutta la storia è descritta qui, con un senso di orgoglio e compiacimento delle loro supposte ragioni che dà i brividi:

https://www.provitaefamiglia.it/blog/spagna-vietati-libri-lgbt-per-bambini-in-biblioteca-comunale-interviene-addirittura-leuropa-minacciando-sanzioni

Poi “pro vita e Famiglia” ha lanciato una petizione per vietare l’educazione sessuale nelle scuole con queste farneticanti motivazioni. Non me le invento: il link è qui: https://www.provitaefamiglia.it/petizione/stop-gender-nelle-scuole

“È il momento di dire BASTA!

Ogni giorno in centinaia di scuole italiane si svolgono lezioni, attività, corsi su “affettività e sessualità” profondamente intrisi di ideologia Gender.

L’ideologia Gender confonde i bambini sulla loro identità sessuale. Afferma che il sesso biologico maschile o femminile non determina l’essere uomini o donne, perché le persone, anche i bambini, possono scegliere la propria “identità di genere” sulla base dei propri “sentimenti”.

Uomo, donna, transgender, genderfluid, pangender, agender… le “identità di genere” sono infinite.

Gran parte di questi progetti nelle scuole sono spesso promossi o gestiti da attivisti dei collettivi omosessuali e transessuali (LGBT), gruppi politici che mirano a diffondere tra i più giovani la loro ideologia sulla famiglia, sulla sessualità, il matrimonio, i figli, l’utero in affitto.

Ora si aggiunge l’ennesima follia, la cosiddetta “carriera alias”: su pressione del movimento LGBT le scuole permettono ai ragazzi di scegliere il nome maschile o femminile con cui essere chiamati e nominati in tutti i documenti, a prescindere dal loro sesso biologico. 

Di conseguenza, le scuole aprono dei “bagni neutri” dove ragazzi e ragazze possono accedere a prescindere dal loro sesso biologico.

Il diritto dei genitori di educare i propri figli sulla base dei convincimenti familiari viene totalmente scavalcato.

Questo sopruso, questo enorme lavaggio del cervello di massa nelle scuole italiane – finanziato con i soldi pubblici di tutti i contribuenti – deve cessare!

Firma subito la petizione per chiedere al Parlamento di approvare una legge che vieti l’indottrinamento gender nelle scuole dei figli degli italiani rispettando il diritto di priorità educativa della famiglia!”

La cosa mi lascia basito come se la funzione della scuola non fosse quella di dare a ciascun alunno una educazione di base uguale per tutti.

Immaginate il povero bambino che nasce in una famiglia aderente a “provita & Famiglia”: se ha il pistolino, solo colore blu, armi, giochi maschi, superiorità; se non ha il pistolino, allora solo colore rosa, bambole, servizi di casa, sottomissione.” Insomma questi non hanno ancora imparato che la sessualità non è innata, ma si scopre pian piano e tale scoperta, che può esser diversa dagli organi genitali primari, va aiutata affinché sia cosciente e consapevole e mai imposta.

Ma vogliono veramente tornare al “Manifesto dei doveri delle spose?”

La cosa mi lascia basito.

Giudicate voi

Questo è un post del 2018, tremendamente ancora attuale.

Sostituite Grillo con Meloni e sembra di essere oggi.

Protagonista ancora Napolitano e la Cultura con la C maiuscola

https://sergioferraiolo.com/2018/01/13/napolitano-cacciari-thomas-mann-e-i-moniti-allitalia/

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