Io sono vecchio
O mi sento vecchio.
Ma cosa significa sentirsi vecchio (o, secondo il politically corrrect) diversamente giovane? Avere acciacchi? Malattie? Non riuscire più a compiere una escursione di venti chilometri? No, non è un fatto fisico; è una situazione mentale in cui tutti i capisaldi, i fermi capisaldi in cui sei cresciuto, ad uno ad ud uno crollano e vengono sostituiti da altri, per lo più opposti.
Cerco di dare a qualcuno dei miei cinque lettori (citazione manzoniana) un quadro della situazione per capire meglio il mio disagio.
Sono un boomer”, ossia della generazione nata fra il 1955 (secondo dopoguerra e il 1960, inizio del boom economico.)
Infanzia molto diversa da quella attuale: si ci incontrava – anche fra sconosciuti – per strada e si giocava a nascondino, uno, due tre,,,STELLA!, Guardie e ladri, Si stava insieme per ore, si giocava, c’era tutto, tranne i soldi: le tasche erano vuote. Ma il nostro percorso verso l’età adulta cominciava di lì: giardino pubblico, compagni sconosciuti, giochi, vittoria o sconfitta. I genitori non c’erano [come non ci sono oggi] ma ce la gestivamo noi. Era impensabile ricorrere al genitore se un compagno occasionale compiva una entrata un po’ dura sulla nostra caviglia. Avevamo i pantaloncini corti [all’inglese] e le ginocchia perennemente sbucciate. Ma non era un problema. Anzi era quasi un piacere sado/masochista levarsi le croste quando indurite,
Come riportato nei post “come eravamo” su Facebook, si beveva dalla pompa, si mangiavano le noccioline, le abrasioni da caduta erano un nonnulla.
Poi crescemmo, la scuola e, soprattutto il Liceo. Sono cresciuto in una medio-grande città di provincia. Botte da orbi fra fasci e gente di sinistra, Forse troppa ideologia e troppa divisione di ruoli, come lo sciopero per Angela Davis che, a malapena, sapevamo chi fosse, con la Fiat 850 del “polizia politica” a sorvegliarci.. La polarizzazione, nel ridotto ambito in cui vivevamo, aveva anche risvolti strani. Un omicidio, etichettato fra elemento di destra e di sinistra che, poi, scandagliando le cause, fu provocato da una gelosia per una ragazza. Eppure i genitori furono, recentemente convocati al Quirinale nella “giornata di riconciliazione politica” quando, nell’omicidio, di politico c’era poco o nulla.
Vedo che, per spiegare ho fatto una introduzione da paura.
Vado al sodo.
Sentirsi vecchio prescinde dal fisico; prende i capisaldi del proprio pensiero; prende le certezze che uno aveva acquisito in una vita. Le certezze vanno via una ad una e non vengono sostituite da nuove: per un vecchio l’ordine mondiale viene sostituito da qualcosa di nuovo e non perfettamente comprensibile.
Quando mangiavo pane e politica [o, meglio Geopolitica] le cose erano molto più semplici: c’erano due blocchi: uno costituito dagli USA che – in cambio dell’acquisto dei suoi prodotti – ci proteggeva con il suo ombrello atomico; l’altro costituito dai “cattivi” [secondo la propaganda dell’epoca] costituito dall’URSS e dai suoi satelliti che ci minacciavano ad ogni ora del giorno.
Allora, dagli anni ’60 in poi, tutto ciò che proveniva dall’URSS era cattivo e malvagio.
Ma noi, magari per la protezione dell’ombrello atomico USA, eravamo relativamente tranquilli [qualcuno nel 1963 è stato seriamente preoccupato della crisi de missili URSS a Cuba?]. Nel mondo esterno la situazione non era diversa. Interi Paesi con conflitti interni si dividevano, senza fare un chiasso che arrivava da noi, in Stato del Nord e Stato del Sud, uno che faceva riferimento agli Usa e uno all’URSS: capitò con la Corea, con il Vietnam, con lo Yemen e non so a quanti altri..
Allora l’ONU o, più precisamente, l’UN, era una certezza, una camera di compensazione dove i conflitti venivano risolti senza minimamente mettere in dubbio l’autorità delle Nazioni Unite, del suo Consiglio di Sicurezza, organizzazione super partes alla quale tutti dovevano rispetto.
In quegli anni, poi, si stava concretizzando il sogno di Altiero Spinelli: l’Europa! Che in pochi anni passò da unioni settoriali (CECA, EURATOM) pian piano ad una vera unione politica fino ad arrivare all’odierna Unione europea, con il corollario della moneta unica [peccato che non si sia riusciti ad eliminare l’unanimità dalle decisioni de Consilio europeo.]
Un mondo ideale, insomma, corrispondente alle aspettative di una persona nata nel secondo dopoguerra e affamato di geopolitica.
Ma non si può sperare che la situazione ottimale rimanga tale per molto. Oggi le cose sono di molto mutate e, quando dico di molto, parlo eufemisticamente.
Partiamo dall’Unione europea. Ormai questa organizzazione è tutt’altro che una Unione. Nessuno Stato vuole più uscirne, ma tutti vogliono cambiarla per farla diventare solo un tavolo in cui si scambiano le esigenze nazionalistiche: ossia si va avanti solo se sono tutti d’accordo. E l’accordo è molto diverso da quello di 15 anni fa, Niente migranti, omicidio del vento di Tampere, dazi, volontà dei singoli Stati che prevale sul senso comune. Le ultime elezioni europee hanno premiato i partiti sovranisti, quelli che, più o meno, riecheggiano il trumpiano MAGA.

La nuova Commissione non si è ancora insediata, anche perché il Parlamento europeo, unico Orgnano eletto a suffragio universale ha già trovato problemi nella maggior parte dei candidati Commissari proposti dagli Stati membri.
Non vanno meglio le Nazioni Unite: una volta una risoluzione del Consiglio di Sicurezza era Vangelo e una telefonata del “padrone” dell’ONU, il Presidente USA, era un ordine.
Oggi Israele sbeffeggia Biden e, addirittura, fa sparare i suoi carrarmati contro le missioni ONU [UNIFIL].

Un mondo alla rovescia? No, non voglio imitare Vannacci, ma è indubbio che le cose siano cambiate.
A meno che….
A meno che le cose siano state predeterminate dai soliti noti.
Ci sono alcuni elementi da prendere in considerazione;
- Gli Stati del Golfo, una volta meri produttori di petrolio, ora devono investire i petrodollari;
- l’instabilità del Medioriente è un serio ostacolo all’espandersi dei commerci e degli affari degli Stati del Golfo,
- i “poveri” palestinesi sono [sfiga del destino] invisi da tutti e tutti i Paesi dell’area circostante sarebbero felici di una loro scomparsa,
- La maggioranza dei paesi del Golfo è sunnita, la parte più progressista dell’Islam. Hezbollah, Hamas e Iran sono sciiti, la minoranza.
- I progetti faraonici dell’Arabia Saudita: apertura al turismo , costruzioni di megalopoli in scatola, hanno bisogno di investimenti occidentali e cinesi, ché i fondi sovrani sono ormai alla frutta;
- La Russia, checché ne dica Zelensky sta vincendo e gli Stati donatori sono sempre più riluttanti a fornire armi sofisticate all’Ucraina;
- la Cina pensa solo al commercio, a far soldi e ad annettersi economicamente l’Africa.

Possiamo pensare che in questa situazione di vuoto politico [USA sotto elezioni, Europa alle prese con la difficile formazione della nuova Commissione] a Netanyahu sia stato assegnato il compito ”sporco” di ripulire il Medioriente dai criminali di Hamas e di Hezbollah e di dare un sonoro ceffone all’Iran?
In cambio Netanyahu riceverebbe un salvacondotto che lo metterebbe al riparo dalle pendenze giudiziarie e Israele coronerebbe il suo sogno “dal fiume al mare”.
In questo disegno rimarrebbero fuori i palestinesi, orrendamente decimati dagli israeliani, ma in ogni Nuovo Ordine Mondiale qualcuno dovrà pur perdere……
Mica noi reclamiamo la Libia, La Somalia, Pola e l’Istria….
