Interessante articolo di Lorenzo Cremonesi su Il Corriere della Sera. La soluzione militare in Afghanistan c’era, ma è stata perseguita solo dai talebani. Gli occidentali cercavano “operazioni chirurgiche”, temevano gli “effetti collaterali” si stracciavano le vesti ogni volta che un “civile” (ma ci sono civili in Afghanistan?) Rimaneva vittima di un loro attacco.
I Talebani invece – secondo Cremonesi – “hanno trionfato contro la coalizione internazionale più potente dai tempi della fine della Seconda Guerra Mondiale proprio con la forza. E di una forza brutale, primitiva, essenziale. Due decadi fa erano ridotti all’ombra di loro stessi. Battuti, cacciati dalle basi storiche, uccisi a migliaia. Ma si sono ripresi, hanno combattuto anche da una condizione di assoluta inferiorità, sono stati pronti a morire e sacrificare i loro figli. Hanno vinto grazie a sofferenze indicibili.”
“Scenari simili si sono ripetuti in Libia, Siria, Iraq, Yemen: ovunque domina la legge delle armi. Ha vinto chi è stato pronto a utilizzarle senza remore.”.
Insomma, sembra sostenere Cremonesi, in guerra vince chi combatte la guerra senza remore.
A’ la guerre comme à la guerre. Senza remore e falsi pietismi.
Alla fine le incertezze, le titubanze hanno lasciato un Afghanistan di nuovo pieno di burka e vuoto di musica
Sinceramente non so se posso essere d’accordo.
Voi?

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