Archivi per il mese di: settembre, 2025

Ho già scritto sul reale scopo della Flotilla. Non è certo diretto a portare una goccia di aiuti [che mai arriverà perché Israele non lo permette], ma è diretto contro gli imbelli e vigliacchi governi di appartenenza.

Sarà chiaro quando la Flotilla incontrerà Israele. Che farà. Escluso che li faccia approdare a Gaza, fermerà con le buone ognuna delle 40 navi, le porterà in un porto israeliano, arrestare gli equipaggi espellendoli subito dopo oppure come accadde nel 2010 con la nave turca Mavi Marmara con morti e feriti?

Nel primo caso i Governi di appartenenza potrebbero anche continuare a girare la testa dall’altra parte. Iniziativa privata, anche disapprovata da alcuni governi, conclusa senza incidenti o vittime. Tutto continua come prima.

Ma Israele ha la capacità di fermare, senza sparare un colpo, 40 agili imbarcazioni tutte insieme?

Il secondo caso, evocato da un ministro israeliano di trattarli come terroristi, ossia sparare ad alzo zero, è molto pericoloso, non solo per gli equipaggi, ma soprattutto per i rispettivi governi che sarebbero costretti a fare i conti con brutali omicidi di pacifici connazionali in acque internazionali, già ora sorvegliati strettamente da droni.

Tale situazione sarebbe foriera di inevitabili ritorsioni, non penso di natura bellica, ma di rottura di rapporti commerciali e di isolamento di Israele, sì.

Esattamente quello che vogliono i volontari della Global Sumud Flotilla.

Se Netanyahu non fosse quel pazzo criminale che invece è, per chiudere senza danni il caso Flotilla dovrebbe agire i questo modo. Attendere che le imbarcazioni entrino nella zona [arbitrariamente] vietata, abbordabile e trainare in un porto strettamente sorvegliato della West band. Far scaricare la merce da (fidati) gazawi. Ottenuto lo scopo, la Flotilla dovrà tornare indietro. I rispettivi governi potrebbero continuare a girare la testa dall’altra parte, “tanto non è successo niente!”. E tutto sarebbe messo a tacere.

Controindicazione [per Nethaniau, non certo per chi sostiene la Flotilla]: dal giorno dopo, visto l’esito, partirebbe 10, 100, 1000 Flotille.

Comunque speriamo bene per la incolumità di chi, ora, sfidando tutto e tutti, è in mare rischiando la pelle.

Il Professor Cornelius entra in aula e, con un cenno di soddisfazione, inizia l’ultima lezione dell’Anno Accademico:

“Cari ragazzi, siamo finalmente giunti all’ultima lezione del corso dell’anno accademico 3984 di Archeostoria.

Nel corso che oggi si conclude abbiamo abbondantemente parlato dei buffi esseri che ci hanno preceduto su questo pianeta, esseri strani, senza peli, succubi di sentimenti e passioni a noi sconosciuti, ormai conservati solo negli zoo, come quello che vedete lì di fronte, incapace di esprimersi e di formulare pensieri concreti.

Ricorderete senz’altro la loro fissazione per il passato ed il futuro, trascurando la cosa più impostante, quella a noi più cara, il presente, l’attimo dell’hic et nunc, per esprimersi in una lingua morta da millenni..

Ricorderete che, per loro, il passato assumeva una fondamentale importanza e, bisognosi di trascendenza, cercavano di lasciare ai posteri qualcosa che testimoniasse, anche nel futuro, la loro grandezza.

Narrano i chip di memoria riposti nelle “conservatorie della memoria storica” che migliaia di anni fa c’erano sette meraviglie destinate ad impressionare per l’eternità i posteri. Nessuna è giunta fino a noi e non sappiamo assolutamente quali e come fossero queste costruzioni.

Ci riesce un po’ difficile immaginare che migliaia di persone perdessero anni di tempo per costruire con la pietra, ci pensare, ragazzi, “con la pietra!”, edifici il cui unico scopo era rimanere intatti fino al futuro!! La cosa ci fa un po’ ridere, noi che costruiamo tutto comunicando la nostra idea all’Intelligenza artificiale; scusate, ho evocato un termine ormai arcaico…. mi correggo, comunicando tutto al “motore universale” che ci restituirà, in pochi secondi, stampato in 3D la nostra casa in “replaceplex”, riciclabile al 100% e riconvertibile in qualsiasi altra costruzione ci venga in mente, proprio per sfruttare l’attimo presente: passato e futuro sono due concetti ormai obsoleti e che non appartengono alla nostra storia.

Ma voglio ritornare alla lezione di oggi: Uno dei primi esempi di queste costruzioni, non destinate ad abitarci, non destinate ad abbellire il paesaggio circostante ma, forse – gli studi sono ancora in corso – a perpetuare nel tempo [che follia!] la memoria di chi le abitò solo dopo morto, sono delle costruzioni a forma piramidale costruite, non si sa come, pensate, in blocchi di pietra, circa settemila anni fa, in una zona una volta chiamata Egitto. Costruzioni a forma piramidale, ormai distrutte dal tempo, il cui scopo vero rimane a noi ignoto.

Per arrivare a qualcosa di più definito dobbiamo saltare qualche secolo e fra il primo e il ventesimo secolo dell’”era dismessa” [E.D.] troviamo costruzioni che, più della trascendenza, divennero icone di una certa epoca.

Possiamo, a tal proposito, citare l’Anfiteatro Flavio (detto Colosseo) nel luogo una volta chiamato Roma. Non sappiamo a cosa servisse, ma nei chip delle “conservatorie della memoria storica” si trovano documenti – sicuramente falsi – che pretendevano che fosse adibito a fini ludici, anche crudeli, con vittime umane.

Comunque questo edificio, pare costruito nei lunghi tempi consueti dal 1° secolo E.D. a al ventesimo secolo E.D. che si misuravano in dozzine di anni, come – ad esempio – nel ventunesimo secolo E.D., la costruzione di una stazione di un mezzo di trasporto, allora chiamato “Metropolitana”, che poteva durare anche trenta anni, si conservò bene.

La costruzione dell’Anfiteatro resistette a terremoti ed eventi atmosferici avversi fino al 21° secolo E.D. come testimonianza di una grandezza che fu, ma, ormai, fortunatamente, dimenticata.

In altra parte del mondo, molto più recentemente, dal 17° secolo E.D. uno Stato scalfì la potenza egemone di quella zona una volta chiamata Europa.  Si chiamavano, allora, Stati Uniti di America, che sorgevano nella zona oggi chiamata “Nova Ispania

Essi capirono che l’unione fa la forza e, anche uniti nella diversità, insieme potevano dominare il mondo.

Anche di quella che fu una effimera potenza (durò infatti solo 400 anni) abbiamo immagini iconiche, tramandate fino a noi dai soliti chip, che vogliono tramandare il potere di quell’epoca: la sede del Capo [chiamata casa Bianca] e la sede della Forza, chiamata per la sua forma “Pentagono”.

Ma, poi, arrivò l’epoca del cambiamento. Forse gli abitanti di quell’epoca si avvicinarono al nostro modo di sentire le cose: è il presente che conta, non il passato o il futuro.

Le prime avvisaglie si ebbero in quelli che, prima, ho chiamato gli Stati Uniti di America. Forse spinti da un romanziere del XX° secolo E.D., chiamato George Orwell, gli abitanti del pianeta Terra iniziarono a riscrivere il passato adattandolo al sentire comune del presente.

Questo andazzo cominciò nel territorio degli allora Stati uniti d’America. Si cominciarono ad abbattere statue di persone considerate, all’epoca, eroi ma, poi, in seguito ad un cambiamento di giudizio o a rivalutazioni di una parte del loro operato, considerati criminali, la loro commemorazione, prima abolita, poi ripristinata.

Oppure una giornalista, vincitrice anche di un prestigioso premio, affermò che i reati commessi dalle minoranze di una certa razza non dovevano essere puniti perché la colpa era della maggioranza di una altra razza che, in precedenza l’ aveva sfruttata, mirando a “riformulare la storia del paese ponendo le conseguenze della schiavitù e i contributi dei neri americani al centro della nostra narrativa nazionale“.

Se volete una panoramica di quando vi ho detto, vi consiglio questi documenti provenienti dai chip della Conservatoria digitale: “Cancellazione della Storia”, “Rivedere i fatti storici con nuova coscienza” e “Come si suicidarono gli Stati Uniti

Strani abitanti ha avuto il nostro Pianeta, non è vero?

Ma la parte più interessante comincia ora, nei primi anni degli anni 2000 dell’Era Dismessa [E.D.], proprio quando, per evitare le riscritture della Storia che abbiamo visto in precedenza, tutta la storiografia ufficiale fu affidata all’intelligenza artificiale, pardon, al “motore universale”, tecnologia neutra di proprietà di un facoltoso oriundo sudafricano.

Tutto cominciò con l’avvento al potere, nella zona chiamata ora “Nova Ispania” di un tipo fantasioso quanto prepotente, che cambiava idea quattro volte al giorno e usava paragonarsi a super eroi o a personaggi religiosi.

Questo tizio, chiamato Taco, se la prendeva, pur essendo egli stesso discendente di immigrati, con tutti quelli che non potevano vantare una pura e lunga ascendenza in quelli che erano chiamati Stati Uniti di America.

Era un formidabile attaccabrighe, ma – per quello che a noi ora interessa – cominciò a cambiare le costruzioni simbolo del suo Paese.

Questi fatti vengono preservati dai chip di memoria della “conservatoria della memoria storica”, gestita dal “motore universaleche i nostri paleoscienziati ritengono alquanto affidabile, non tanto per le verità delle sue risposte, ma per il fatto che noi concordiamo che quella è la verità, anche se, a volte cambia, prendendo il nome di “verità alternativa”. L’importante, quindi, come sapete bene, non è che la verità sia vera, bensì che tutti noi siamo d’accordo che quella sia la verità.”

Decise di appoggiare un criminale di guerra che amava sparare a bambini intenti a prendere l’acqua e altre nefandezze simili e, per rendere questo legame indissolubile, invece di abbattere statue, modificò uno dei simboli del Paese.

Poi, pensò bene di prendere a parolacce, un giorno sì e l’altro pure i suoi alleati, chiamandoli profittatori e dicendo che “facevano la fila per baciargli il culo” (sorry). Per finanziarsi la campagna elettorale si prese i soldi di un facoltoso immigrato; poi, divenuto presidente, invece di ringraziarlo, lo cacciò, minacciandolo pure di deportazione.

Pensando anche di essere un grande economista cominciò ad imporre dazi sulle importazioni di merci da altri Paesi. Peccato che nessuno gli avesse spiegato che alzare i dazi su un prodotto che minaccia la propria economia, può avere effetti positivi, ma l’imposizione di alti dazi su tutti i prodotti importati, fa solo salire i prezzi e aumentare l’inflazione, due elementi che Taco, in campagna elettorale aveva promesso di al suo elettorato di far abbassare.

Giusto, ma chi è l’elettorato di Taco? Gli estremi dell’economia. I poveri “red neck” bianchi dell’America senza oceano, la fascia centrale, che non può permettersi altro che i “Grandi Magazzini Walmart” enormi discount ove la roba è a buon prezzo. Oppure i ricchi capitalisti, geni della finanza e della tecnologia, che bevono champagne francese, vini italiani, vestono Prada o Armani, adorano il brand italiano o francese, pasteggiano con spaghetti di grano duro o Parmigiano reggiano DOP.

E che fa il nostro bulletto? Impone dazi altissimi al Vietnam e al Laos (principali esportatori di abbigliamento a basso costo (jeans, T-shirt, sneakers che vanno nei Walmart) e all’Europa colpendo le merci Alto di gamma che piacciono tanto ai suoi ricchi amici e finanziatori.

Poi decide che l’austera Casa Bianca sede dei suoi predecessori deve un po’ adeguarsi al suo gusto della Taco Tower o del resort di Mar-a-lago e decide di porvi mano, rendendola più consona al proprio ruolo.

Purtroppo devo concludere questa lezione con una constatazione: i soggetti bullizzati da Taco, lungi da ribellarsi, veramente tentano di compiacerlo in tutti i modi.

In una penisola di quello che una volta era il mar Mediterraneo, ora una palude semi asciutta, il capo del governo era una biondina non molto acculturata,

ma di parlantina sciolta, che passò molte sere a pensare cosa fare per compiacere il bulletto americano. Scartò la bresaola agli ormoni proposta da un ministro, suo ex cognato, ed ebbe una brillante idea: chiamò i migliori architetti del Paese e diede loro l’ordine imperativo di modificare il simbolo dell’Italia per renderlo più affine ad un simbolo caro al suo amichetto bullo.

Poi quegli stupidi abitanti del nostro pianeta, avendo scoperto una meravigliosa fonte di energia data dalla scissione dell’atomo, pensarono bene di usarla per farsi fuori e vicenda e, praticamente di estinguersi.

Con queste parole il professor Cornelius salutò gli studenti con il gesto rituale di grattarsi la testa con il pollice opponibile del piede ed aggrappandosi al trapezio con la coda prensile.

Liberamente adattato da https://it.wikipedia.org/wiki/Il_pianeta_delle_scimmie?wprov=sfla1

Gli Stati Uniti d’America, patria delle armi, ha partorito un ennesimo omicidio politico.

Charlie Kirk, un estremista MAGA, uno che affermava che se sua figlia fosse stata violentata, avrebbe dovuto partorire, perché l’aborto è sempre un omicidio; uno che affermava che il cervello della “nera” Michelle Obama è inferiore a quello di qualsiasi donna bianca, razzista, antitransgender, etc. etc. è stato assassinato ieri, pare da un tizio incensurato, tale Tyler Robinson, un ventiduenne mai coinvolto in fatti politici che, però, a detta degli investigatori USA, è stato capace di colpire a mote con precisione, con un solo colpo da più di 100 metri di distanza, il suo bersaglio, come è meglio degli eroi americani dei film sui cecchini. [mah…].

Ma quello che interessa questo post sono le scritte trovate sui proiettili non usati dal Killer “Bella Ciao, bella ciao” e “prendi questa, fascista!” Ovviamente da qui terreno fertile per Trump per accusare la sinistra dell’efferato crimine e dei suoi accoliti per invocare l’uccisione di tutti i democratici.

La polemica si è trasferita in Italia, proprio per il riferimento a “Bella Ciao” dando il destro alla maggioranza per accusare la sinistra di intenzioni violente e di clima da Brigate rosse.

Tutto per una canzone che ha sì il titolo con parole nella nostralingua, ma che non ha nulla a che fare con la sinistra.

Mi tocca riproporre un mio post del 23 aprile 2023 che ripercorre le origini di questo canto universale che, lungi da essere esclusivo campo della sinistra, è solo un inno, cantato in tutto il mondo, con ilquale i popoli oppressi anelano alla libertà e alla cacciata dell’oppressore.

C’è tanta gente che considera il canto “Bella Ciao” come un canto di sinistra o, peggio, comunista.

Con l’aiuto di Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Bella_ciao, cerchiamo di ricostrutire gli avvenimenti.

  1. Pare accertato che “Bella Ciao” non era fra i canti partigiani e non fu mai cantato da essi.
  2. Cominciò ad essere famoso solo negli anni ’60.
  3. Nel testo: “«Una mattina mi son svegliato
    o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
    una mattina mi son svegliato
    e ho trovato l’invasor.

O partigiano portami via
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
o partigiano portami via
che mi sento di morir.

E se io muoio da partigiano
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
e se io muoio da partigiano
tu mi devi seppellir.

Seppellire lassù in montagna
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
seppellire lassù in montagna
sotto l’ombra di un bel fior.

E le genti che passeranno
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
e le genti che passeranno
mi diranno che bel fior.

E questo è il fiore del partigiano
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
e questo è il fiore del partigiano
morto per la libertà
.»”

Nel testo, dicevo, non c’è alcun riferimento a ideologie politiche, solo un grido per la libertà perduta a causa dell’invasor e la voglia di combattere l’invasore.

Tanto è vero che, almeno alle origini non aveva connotazioni politiche è dato dal fatto che fu cantata anche al congresso che elesse Benigno Zaccagnini alla Segreteria della DC, movimento non certo di sinistra.

Quello che è certo che la Destra, non si sa perché, se l’è presa con questa canzone che, ripeto, è solo un grido di libertà contro l’invasore, e – furia di dire che sia un canto comunista – magari qualcuno ci crede.

E la connotazione politica “a sinistra” di Bella ciao è un fatto tutto italiano. La canzone famosissima nel mondo è cantata sempre quando si lotta contro un invasore, un po’ come il canto degli ebrei in “Và Pensiero” di Giuseppe Verdi:” Saluta le rive del Giordano, E le torri distrutte di Sion! Oh mia Patria, così bella ma perduta, Oh ricordo così caro, ma così doloroso.”

Ma non solo…..

Tra le innumerevoli esecuzioni spicca anche quella del musicista bosniaco Goran Bregović, (non certo uomo di sinistra) che la include regolarmente nei propri concerti, e che ha dato al canto popolare un tono decisamente balcanico (contro l’invasione della Bosnia).

Durante le proteste dell’ottobre 2011, il movimento Occupy Wall Street, gli indignados a stelle e strisce, intonò Bella ciao.[56]

Il candidato socialista François Hollande ha scelto il canto popolare dei partigiani dell’Emilia-Romagna per concludere un suo discorso in occasione delle elezioni presidenziali 2012, tra gli applausi della folla.[57]

Durante le manifestazioni contro Erdoğan avvenute nella piazza Taksim di Istanbul e in tante altre città turche nel 2013, alcuni manifestanti hanno intonato il motivo della canzone.

Bella ciao, in italiano, è stata anche cantata a Parigi dall’attore comico francese Christophe Alévêque durante le commemorazioni funebri delle vittime della strage avvenuta nella sede del settimanale satirico francese Charlie Hebdo: nel corso di una cerimonia pubblica di sostegno del giornale (trasmessa in diretta l’11 gennaio 2015 da France 2),[60] e durante il funerale del fumettista Bernard Verlhac, detto “Tignous” (trasmesso in diretta da BFMTV).

La canzone è stata utilizzata nella serie spagnola di Antena 3/Netflix La casa di carta.

Nella guerra civile siriana è stata utilizzata dagli indipendentisti curdi.

Nella rivoluzione sudanese del 2018 e 2019 alcuni ribelli hanno intonato la canzone, realizzando anche una cover del brano.[63]

Nel 2019 viene fatta una canzone inglese, Do it now, con un nuovo testo sulle note di Bella ciao per i cambiamenti climatici.

Sempre nel 2019, viene cantata all’aeroporto di Barcellona dai manifestanti per l’indipendenza della Catalogna per protestare contro le condanne inflitte a dodici leader catalani.

Nel 2019 anche i manifestanti cileni cantano e suonano Bella ciao mentre si ritrovano in Plaza Italia per protestare contro il presidente Sebastián Piñera e per chiedere riforme economiche e cambiamenti politici.[65]

Durante l’invasione russa dell’Ucraina del 2022, una versione in lingua ucraina è stata cantata da diversi soldati come forma di resistenza ed opposizione agli invasori russi.

Nel settembre 2022 viene cantata una versione in lingua persiana di Bella Ciao durante le proteste antigovernative in seguito alla Morte di Mahsa Amini.

Come si vede, le occasioni più varie, di destra di sinistra accumunate solo dal desiderio di libertà contro l’invasore.

Per concludere, eccone qualche esempio. Domani cantiamola a squarciagola, non perché siamo comunisti o di sinistra, ma perché il 25 aprile 1945 ci siamo liberati dall’invasore.

E sono fiero che questo canto, spesso in lingua italiana, sia diventata il simbolo della lotta contro l’occupante e contro i regimi totalitari.

Qualcuno ha qualche dubbio che le leadership di USA e di Israele o della Russiasiano diventati regimi totalitari, indipendentemente dai singoli atti, sempre esecrabili, di eliminazione fisica degli avversari politici?

Sono partiti da diversi porti. 300 persone di tante nazionalità su 40/50 barche/navi cariche di viveri, ma con lo scopo politico di forzare il blocco imposto da Israele. Si troveranno il 4 settembre in un punto convenuto in acque internazionali per poi lentamente, molto lentamente, per tenere accesi i riflettori il più a lungo possibile, si dirigeranno verso la costa di Gaza dove dovrebbero arrivare il 15 settembre.

Che succederà? Proviamo a fare qualche ipotesi, visto che la situazione è ben diversa dalle precedenti che riguardavano una sola nave. E  ricordiamoci, come ho già scritto  che le parole sono importanti

1) Israele organizza un grande blocco navale. Abborda ognuna delle navi [sono piccole] e le traina in un porto israeliano e senza far scalpore espelle alla chetichella tutti gli equipaggi e gli attivisti e la storia finisce qui. Ma riesce Israele a fronteggiare, senza sparare, 40/50 navi?

2) Israele ordina di tornare indietro. La FLOTILLA non se ne dà cura e avanza. Israele spara [è una nazione in guerra con legge marziale]

Morti, feriti, prigionieri [come con la nave turca di qualche anno fa]. E la storia NON finisce qui. Se per Israele finisce, invece inizia per gli Stati di cui sono cittadini i morti, feriti e prigionieri. Cosa faranno? Li disconosceranno come loro protetti e li indicheranno alla comunità internazionale come criminali, violatori di un blocco navale imposto da un legittimo Stato? Ne dubito per due motivi. Il primo perchè dubito che i 10/15 Paesi interessati possano accordarsi TUTTI in questo modo. Il secondo perché in questo modo, davanti agli elettori, si renderebbero complici del criminale Netanyahu con inevitabili crolli politici.

Oppure, sfidando anche Trump, i governi di questi Paesi, finora ignavi, saranno costretti, finalmente, a seguire l’opinione pubblica che considera Netanyahu colpevole di genocidio e, finalmente prendere quelle misure, economiche, diplomatiche [e forse militari] per isolare e bandire il Governo israeliano dal consesso internazionale, visto che ora ha anche le mani sporche del sangue di attivisti dei loro Paesi?

3) entro il 15 settembre i Governi di cui sono cittadini i componenti della FLOTILLA, li incriminano per reati vari, tipo azione ostile contro Paese alleato 🙂 😀; oppure per assembramento marino 🙂 non autorizzato, o per trasporto di alimenti senza bolla di carico ed ordinano loro di tornare indietro mandando una squadra navale militare a fermarli? Situazione ancora più ridicola , a parte l’impossibile accordo da trovare, che equivarrebbe a segnare i loro nomi fra i “cattivi” a fianco del “cattivissimo” Netanyahu con ripercussioni politiche interne facilmente prevedibili.

Lo so, Trump e Netanyahu ci tengono per il collo con le forniture militari tecnologiche e di intelligence, ma un atto di coraggio è proprio estraneo alla nostra Europa? Una Europa che guarda solo al popolo della shoah e non guarda al popolo della Nakba.

sergioferraiolo

Uno sguardo sul mondo

Short Cuts America: il blog di Arnaldo Testi

Politica e storia degli Stati Uniti

photohonua

constantly trying to capture reality

Nomfup

Only connect

B as Blonde

Fashion enthusiast,Music addicted,tireless Traveler,Arts lover

Briciolanellatte Weblog

Navigare con attenzione, il Blog si sbriciola facilmente

Occhi da orientale

sono occhi d'ambra lucida tra palpebre di viole, sguardo limpido di aprile come quando esce il sole

ARTFreelance

Photo the day

simonaforte.wordpress.com/

Simona Forte photographer

Edoardo Gobattoni photographer

artistic photography

ALESSANDRA BARSOTTI - FOTOGRAFIE

L'essentiel est invisible pour les yeux

TIRIORDINO

Uno sguardo sul mondo

WordPress.com News

The latest news on WordPress.com and the WordPress community.