Non sono un giornalista, scrivo qualcosa sui blog per condividere il mio pensiero. Ma vedo che, invece della terza guerra mondiale a pezzi, qui abbiamo il pensiero unico a pezzettini, ogni settimana diverso.
E penso che i giornalisti siano implicati in questo dramma odierno: notizie che non sono notizie gonfiate ad arte e riproposte giorno dopo giorno, sempre con un pettegolezzo in più, fino a superare la soglia della morosità.
Non penso che i giornalisti vogliano imporre la loro verità andando a pubblicare le chat personali degli indagati. Penso che stare seduti in poltrona telefonando in cerca di gossip sia molto più comodo che fare vera inchiesta.

Vi ricordate Bibbiano? Mesi sui TG e sui giornali senza una notizia nuova: il mainstream era il torbido comportamento di una amministrazione e tutti i TG e tutti i giornali a dar ampio conto dellle dichiarazioni di ogni pulce che aveva la tosse. Poi la cosa oggi si è sgonfiata ma nessun giormlnalista ha chiesto scusa, anzi hanno tromboneggiato sui politici che non hanno chiesto scusa.
Alcuni personaggi sono, poi, inventati dalla stampa. Prendiamo il caso Vannacci. Siamo in estate e le notizie latitano. Qualche giornalista scopre che un oscuro generale, già messo dall’esercito in posizione non operativa, ha auto pubblicato su Amazon un suo libro di farneticazioni su omosessuali, stranieri, migranti, etc. Cosa di poco conto: basta vedere su Amazon quante scemenze sono autopubblicate per dar sfogo ad un io ipertrofico e alle chiacchiere da bar raccontate da Umberto Eco.
Eh, no, è estate e qualcuno ci fa un bel pezzo di colore sopra. Gli altri seguono a ruota: sorge il personaggio Vannacci che, oltretutto fa un sacco di soldi e inizia una carriera politica purché quelle chiacchiere da bar sono linfa vitale per un leader di partito in crisi.
E il caso Garlasco. Non è perso vero ai giornalisti di superare tutti i limiti: sappiamo ormai tutto delle chat degli indagati, dell’impronta dimenticata che oggi è decisiva e domani no: i processi si fanno sui giornali [per chi li compra ancora] e in TV. Quando esce la sentenza, il caso è già dimenticato.
E il carosello delle guerre? Ucraina, Gaza e Iran. Ogni sera qualcuna dimenticata per far posto a notizie nuove, dimenticando che in ognuno di questi tre posti hanno continuato a morire persone ogni giorno, indipendentemente se i riflettori dei media erano puntati su di loro.
Così si fomentano le fazioni, le chiacchiere da bar assurgono a verità e verità alternative.
E il caso AlMasri? Era chiaro fin dal primo giorno qual era lo scopo del governo: meglio restituire un criminale alla Libia [tanto l’inferno libico non cambia eliminando il solo Al Masri] che ricevere migliaia di migranti.
Peccato che questo governo di incompetenti si sia dimenticato di apporre il segreto di Stato, tanto il gioco era molto chiaro.
Eppure la stampa si è scatenata con ore e ore di servizi senza dare una vera notizia che è una .
Purtroppo siamo un popolo di analfabeti. Se avessimo più padronanza dell’inglese, invece di leggere i fogli nostrani o di ascoltare il circo mediatico dei talk show serali con sempre gli stessi attori che dicono sempre le stesse cose salvo a dire il contrario se il mainstram su sposta, potremmo leggere o ascoltare i media britannici, sempre asciutti ed obiettivi , leggere Haretz per farci una idea obiettiva della differenza fra governo Netaniahu, popolo israeliano ed ebrei, o Al Jazeera, molto più obiettiva di quanto si possa pensare.
Abbiamo uno dei peggiori governi del dopoguerra, che, nonostante tutto resta in sella.
Penso che parecchia colpa abbiano i nostri giornalisti da poltrona.












