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Domenica sera, nella trasmissione de LA7 “in Onda” alla pressante domanda “Ma perché diamo tante armi a Zelenky?”, Pier Luigi Bersani ha dato la risposta della “sinistra”.
“Non pensiamo che l’Ucraina possa vincere, ma dandole le armi giuste per combattere, potremo portarla ad un livello tale da raggiungere un compromesso onorevole con la Russia.”.
Ho sempre avuto stima di Bersani, ma stavolta mi ha fatto cadere le braccia.
Praticamente ha sposato la tesi del logoramento russo propugnata da Biden.
Ti dò armi non per farti vincere, non perché sei stato invaso, ma perché mi fa comodo indebolire Putin. Questa è la conclusione perché è scontato che, per quante armi tu possa dare all’Ucraina, senza un intervento diretto con le armi più sofisticate (politicamente impossibile) dei Paesi NATO, mai e poi mai la terra di Zelensky potrà pareggiare l’arsenale bellico russo.
Bersani parla, poi, di “compromesso”. La parola stessa significa “reciproche concessioni”. E quali sarebbero? Allo stato la Russia ha già occupato tutto i Donbass, non solo le autoproclamate repubbliche separatiste, ma anche, oltre la Crimea, il corridoio terrestre che congiunge la penisola al territorio russo. Di qui a qualche giorno probabilmente occuperà anche Odessa tagliando ogni accesso al mare all’Ucraina.
Questo per la Russia è un fatto acquisito.
Quali saranno le concessioni che la Russia potrà fare? Di non andare oltre? E quali concessioni potrà fare il povero Zelensky? La promessa di non rivendicare più i territori occupati dai russi?
Un po’ come le alture del Golan da decenni rivendicare inutilmente dalla Siria ma che Israele si guarda bene dal restituire?
La questione ormai è fuori dalle mani di Zelensky e degli europei.
Potrà essere risolta solo, come al solito, fra Biden e Putin.
Biden rinuncia al piano di 33 miliardi di dollari di armamenti (tanto non si sa se il Congresso glielo passa) e Putin si ferma allo stato di fatto attuale, magari concedendo all’Ucraina uno stretto corridoio al mare fra Odessa e la Transnistria.
Quello che rimane dell’Ucraina entrerà nell’Unione Europea, non nella NATO e verrà ricostruito con i nostri soldi.
Forse questo è un “compromesso” possibile.

Questo distinto signore è Cesare Perutelli, il nonno di mia nonna, toscano. Non so quando sia nato. So solo che mia nonna è nata nel 1902. Un mondo ormai sparito, quando i discorsi all’osteria vertevano sull‘Unità d’Italia appena compiuta. Chissà cosa penserebbe del mondo di oggi, del web, di internet, della politica di oggi, di Berlusconi, di Bersani, di Grillo, dell’Italia.

Cesare Perutelli

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