Archivio degli articoli con tag: Eduardo de Filippo

Oggi è venerdì e ad Acerno è giorno di mercato. Sì, forse lo abbiamo dimenticato. Una volta, nei piccoli centri, non c’erano negozi idonei a soddisfare ogni bisogno della popolazione, numericamente troppo ridotta per giustificare l’investimento di un negozio. Allora, come oggi ancora ad Acerno, sono i negozi che si spostano verso i potenziali consumatori. C’è un giorno alla settimana in cui un’area del paese viene occupata da bancarelle itineranti che, nel corso della settimana, coprono almeno sei paesi del circondario per rifornirli di quanto serve alla popolazione.

Stamattina ci ho fatto un giro. Preponderanti i banchi di vestiario e di scarpe. Tanto assortimento, qualità non eccelsa, ma prezzi modici. Specialmente intimo: mutande, reggiseni, maglie intime, calze, calzini. Ma anche coltelli, attrezzi per l’orto e l’agricoltura; articoli per la casa, lenzuola, tende per la doccia, spugne, detersivi.

I venditori appellano i possibili compratori invitandoli alla spesa: si conoscono tutti, si chiamano per nome a questo appuntamento settimanale e chiedono notizie degli accadimenti dei giorni precedenti “Ehi, Maria, come sta zia Giuseppina?”, “Ehi Anna, sei andata a farti sistemare la dentiera?”. Ovviamente tutto quello che vendono è speciale, nulla a che vedere con quello che vendevano la settimana scorsa: “oggi le pesche sono stratosferiche!”, “le lenzuola sono di un lino mai visto!”. Ma, proprio perché si conoscono tutti, non ci sono le consuete grida da mercato. La merce è magnificata senza troppi decibel.

Poi ci sono gli articoli stagionali: oggi c’erano due banchi che offrivano agli acquirenti tutto ciò che può servire per le conserve di pomodoro. La Campania è zona di produzione di pomodoro, una volta i San Marzano, ora gli pseudo San Marzano, l’oro rosso! I bei pomodori oblunghi, rossi rossi. Quindi tappi, bottiglie, tritapomodori, bidoni metallici per cuocere l’ortaggio nelle bottiglie, boccacci, etc. Sì, qui è ancora viva la tradizione di sbollentare i pomodori oblunghi, pelarsi fino a scottarsi le dita, frullarli, metterli nelle bottiglie con un po’ di basilico e sale, tapparle e bollirle in grandi contenitori. Salsa pronta fino all’estate successiva per condire spaghetti e non solo. Tutta la famiglia o, meglio, le donne della famiglia, partecipa alla “funzione”, macchiata di rosso sangue dei pomodori, magari cantando antiche nenie. Vi assicuro che i barattoli di pelati di pomodoro, anche delle migliori marche, non reggono il confronto con queste bottiglie piene di oro rosso confezionate a mano.

Nel precedente post vi ho raccontato dei preparativi per la festa del Santo Patrono San Donato, in programma lunedì 7 agosto. Attorno a questa festa, nei giorni antecedenti e successivi, si concentrano le iniziative estive che approfittano del pubblico dei villeggianti (pochi) e degli emigrati che qui tornano in vacanza (molti). Ieri sera, in un palchetto sito proprio sotto le mie finestre, una filodrammatica locale “il Forum dei giovani di Acerno” composta da ragazzi sotto i venti anni ha rappresentato “lo scarfalietto”, commedia in due atti di Eduardo Scarpetta [padre non ufficiale dei fratelli Eduardo, Peppino e Titina De Filippo].

Anche se hanno ancora molto da imparare, bisogna dare atto a questi ragazzi di un commendevole coraggio e intraprendenza. Lo spettacolo, a dispetto di inconvenienti tecnici all’audio e alle luci, è risultato piacevole e, soprattutto, molto seguito dal pubblico che si a è assiepato anche oltre le file di sedie tutte occupate.

Ah, lo scarfalietto [scaldaletto] è quell’attrezzo composto da due “padelle” incernierate al cui interno si ponevano le braci e veniva posto fra le lenzuola per riscaldare il letto nelle giornate rigide e umide. Allora i termosifoni non c’erano. Se siete curiosi di conoscere la trama cliccate qui. E’ la consueta trama della commedia degli equivoci dove ciò che è non appare e ciò che appare non è: Il primo atto si svolge nella casa di Amalia e Felice Sciosciammocca, giovani sposi, i quali, a seguito di continui litigi, che vedono coinvolti anche i loro camerieri, Michele e Rosella, decidono di separarsi chiamando in causa i loro avvocati Anselmo e Antonio. Nella lite viene coinvolto anche il malcapitato Gaetano Papocchia, uomo curioso e dal carattere singolare, che si rivolge ai coniugi per prendere in fitto una casa di loro proprietà nella quale sistemare la sua giovane amante, la ballerina Emma Cartcioff.

La scena del secondo atto è ambientata dietro le quinte del teatro dove lavora Emma, nel quale fervono i preparativi per il nuovo spettacolo. Qui si reca spesso Don Gaetano, che ricopre di gentilezze la ragazza, non sapendo che la stessa ballerina è amata anche da Antonio. E qui capitano anche Felice e Amalia, che pretendono a tutti i costi che Gaetano diventi loro testimone nella causa di separazione. Nella confusione generale si inserisce anche Dorotea, moglie di Gaetano, che, venuta a sapere della storia di suo marito con la ballerina, è decisa a chiedere giustizia.

Il terzo atto è ambientato in un’aula di tribunale, dove convengono tutti i personaggi della commedia e dove, dopo le testimonianze e le arringhe degli avvocati, la giuria potrebbe proclamare il verdetto finale. Ma nell’atmosfera esagerata e inverosimile delle storie di Scarpetta, tutto è possibile…

Non ce la faccio a seguire tutti e due gli atti, mezzanotte si appropinqua e “mi sento” la fine della commedia dal mio letto. Con trapuntina, ovviamente, perché qui la notte fa freschino.

Sì, va tutto bene.

Sono solo quei quattro pennivendoli di Repubblica, Corriere, Sole24ore, La Stampa, Open, La Nazione, Avvenire e Osservatore Romano che lanciano allarmi a vanvera.

Questa mania della sinistra (sì, è solo la sinistra che vede sempre nero per mettere più tasse) di essere pessimista per rovinarci le vacanze è veramente di pessimo gusto.

Ma di che si dovrebbe preoccupare la gente? È tutto già scritto e preordinato: il banchiere cattivo che non voleva sentirne di scostamenti di bilancio è stato cacciato. Finalmente il popolo sovrano potrà esprimersi liberamente nelle urne (beh, proprio liberamente no, troppa libertà fa male, meglio non lasciargli scegliere i candidati, troppo stress, meglio dargli il pacchetto già chiuso con le liste bloccate. Vuoi mettere? Gli togliamo l’ansia del dover scegliere, di doversi informare su chi sono i candidati etc. etc).

La campagna elettorale sarà sotto l’ombrellone, gente allegramente in spiaggia o in montagna. Che non leggerà i giornali, che non vedrà neppure i talk show politici. Tanto ci sono sempre le stesse facce. Gli togliamo anche questo stress.

Poi la TV e la radio e i giornali, da sempre in mano a quei contafrottole della sinistra, è meglio leggerli il meno possibile: si ci rovina l’umore e l’appetito.

Sempre le solite notizie spaventevoli: le agenzie di rating relegano i nostri btp a spazzatura, il debito pubblico è in veloce risalita, le bollette del gas e dell’elettricità triplicano, l’inflazione e quasi al 10% e si mangerà i nostri risparmi, ma li abbiamo già spesi, quindi di che ci preoccupiamo? È cosa di niente

La siccità ha prosciugato il Po e mandato in malora coltivazioni e allevamenti? Ma ora piove, di che preoccuparsi? Forse piove un pochino troppo e con violenza, provocando frane e allagamenti, ma, via, non sottiliziamo: volevamo la pioggia e la pioggia è arrivata. Troppa? È cosa di niente.

Sì, è meglio che gli italiani non leggano queste brutte notizie

La verità è le belle notizie gliele diamo noi. Li avete visti i programmi dei partiti che vinceranno le elezioni, cioè noi?

Niente più mascherine, niente più vaccini (i giovani se la cavano con tre giorni di febbre, i vecchi hanno già fatto la loro vita, morire è cosa di niente), mai più green pass. E, poi, vogliamo affrontare i grandi temi economici? Via il reddito di cittadinanza che ha prodotto solo sfaccendati; perché lavorare fino a 67 anni? Tutti in pensione a 60 anni, o anche a 59 per chi si fa raccomandare.

La sinistra cattivona vuole finanziare il lavoro dei giovani con una tassa sulle grandi successioni. Che porcata! Basta abbassare tutte le tasse, anzi lasciarne una sola al 15% oppure al 22% secondo l’umore di chi la propone. Così i ricchi pagheranno meno tasse e potranno reinvestire quanto non pagato in nuovi posti di lavoro. I poveracci pagheranno un pochino di più, ma non c’è da preoccuparsi: tanto neppure prima avevano soldi. È cosa di niente.

Sì, vabbè, l’unione europea farà la voce grossa, minaccerà sfracelli, ma ci sarà un nuovo whatever it takes che ci salva. Ah, no? Le regole sono cambiate? L’ombrello protettivo si apre solo per chi ha i conti in ordine?

Di che preoccuparci? Minacceremo di andarcene dalla UE e cambieranno registro. Ah, no? Non c’è da preoccuparci. Ce ne andremo davvero da euro e Unione. Come, prima di andar via dovremo restituire tutti i prestiti avuti, da ultimo i 200 miliardi del Recovery Fund? E che vuoi che sia, non li restituiamo e ce ne andremo sbattendo la porta.

Cosa? La sinistra cattivona dice che così facendo ci isoletebbero peggio di Putin? E che vuoi che sia? A parte che Putin, il grande stratega, anzi Putin il grande (sia lode a lui) sta benissimo e in ottima forma, la autarchia l’abbiamo già sperimentata. È cosa di niente!

Non abbiamo gas per riscaldarci e cucinare? Ma metteremo un maglione in più e mangeremo dietetiche insalate; le docce fredde, poi, tonificano il corpo. Freddo? È cosa di niente.

Non abbiamo petrolio per le auto? Saremo tutti atleti correndo a piedi.

Utilizzeremo piacevolmente il tempo libero coltivando un piccolo orticello sul balcone. Vedete che va tutto bene?

Vi mandiamoun caro ed affettuoso saluto dal nostro scranno del Parlamento dove voi ci avete eletti e da dove possiamo guardare, con tutti i privilegi connessi, con sereno distacco alla vita quotidiana di voi poveri servi che vi bevete ogni frottola come se fosse un bicchiere d’acqua.

Ciao, va tutto bene!

sergioferraiolo

Uno sguardo sul mondo

Short Cuts America: il blog di Arnaldo Testi

Politica e storia degli Stati Uniti

photohonua

constantly trying to capture reality

Nomfup

Only connect

B as Blonde

Fashion enthusiast,Music addicted,tireless Traveler,Arts lover

Briciolanellatte Weblog

Navigare con attenzione, il Blog si sbriciola facilmente

Occhi da orientale

sono occhi d'ambra lucida tra palpebre di viole, sguardo limpido di aprile come quando esce il sole

ARTFreelance

Photo the day

simonaforte.wordpress.com/

Simona Forte photographer

Edoardo Gobattoni photographer

artistic photography

ALESSANDRA BARSOTTI - FOTOGRAFIE

L'essentiel est invisible pour les yeux

TIRIORDINO

Uno sguardo sul mondo

WordPress.com News

The latest news on WordPress.com and the WordPress community.