Fin ora vi ho raccontato un po’ Acerno e la vita acernese. Oggi piove, l’estate pare finita, ma non demordo.
Molti lettori mi dicono che ho paragonato Acerno ad un eden dove tutto va bene e tutto è bello.
Ovviamente non è così, ma un bilanciamento del positivo e del negativo è senz’altro a favore del positivo.
Per onestà devo raccontare le cose che non vanno. Secondo me le negatività dipendono molto dal fatto che gli acernesi non gradiscono molto l’espansione turistica del paese: hanno trovato – dopo il terremoto del 1980 – un modus vivendi che a loro sta bene e che non amano cambiare.
Per i servizi fanno una eccezione ad agosto, sia per massimizzare gli incassi, sia perché ad agosto tornano gli emigrati: per tutto il mese i negozi sono tutti aperti, domeniche e festività comprese, spesso anche oltre l’orario stabilito. Poi, d’improvviso, passata l’ultima domenica di agosto, tutti chiusi fino al 6 settembre, quando ci sarà la “festa della montagna”. Ieri, lunedì 28 agosto, era una pena: chiusa la straordinaria pasticceria “Lucia”, chiuso il centralissimo “bar Massimo”, rimane aperto, non so per quanto, l’ottimo ristorante/pensione “il Tartufo”, ma ieri padron Sergio vagheggiava di cessione dell’attività. L’altra icona, il bar Jolly dall’ottima fragolata e ottimi panini, era aperto, ma i tavolini ieri erano tutti dentro e nulla all’esterno.

Eppure le previsioni meteo danno, dopo questi tre giorni di pioggia il ritorno dell’estate con temperature gradevoli e sole.
Un’altra magagna sono i sentieri per il trek. Penso che in Italia non esista una location migliore dei monti Picentini La ricchezza di acque fa sì che una grande quantità di bellissimi sentieri sia completamente coperti dall’ombra di alberi e percorsi da molti torrentelli derivanti dalle molte sorgenti. Una frescura mai vista neppure sulle strapubblicizzate Dolomiti.

Eppure la segnaletica a strisce bianche e rosse lascia molto, ma molto a desiderare. Spesso e volentieri dopo un segnavia, c’è il nulla e l’escursionista si perde. C’è chi parla di disinteresse, c’è chi parla di taglio indiscriminato di alberi [dove c’erano i segnavia], c’è chi parla – ma spero che si sbagli – di una voluta disinformazione per scoraggiare gli escursionisti dal frequentare quei sentieri che servono per il trasporto, non proprio legale, della legna tagliata. E molti sentieri sono da “pulire” da felci e arbusti spinosi.
Eppure questi sentieri sono assolutamente fantastici. Perché arrivare sulle Dolomiti o in Val d’Aosta quando i migliori sentieri per trek sono qui?

Sta di fatto che, quando ero bambino, i boschi, soprattutto di castagni, attorno Acerno erano sempre di libero accesso; oggi sono tutti recintati.
E non c’è solo questo. Metto le mani avanti. I fatti che narrerò son veri, sulle cause non ci metto la mano sul fuoco.
Mi hanno detto che ad Acerno c’è una bella piscina, un cinema e un palasport, belli e rifiniti ma chiusi, non funzionanti, C’è chi dice per beghe fra famiglie, c’è chi dice per intoppi burocratici, c’è chi dice per violazioni edilizie. Sta di fatto che esistono tre opere pronte, fruibili per acernesi e turisti che non funzionano.
Non esiste alcun coordinamento fra le varie (ma poche) manifestazioni serali estive. Non pensate al fitto programma delle “feste campestri” del gardenese. Solo band che si esibiscono, qualche film all’aperto alla “villa”, qualche serata “bavarese” in un pub. Alcune non sono assolutamente pubblicizzate, per altre devi porre l’occhio sulle striminzite locandine apposte in qualche luogo. Funzionerà il passaparola fra gli acernesi? Fra i turisti certo no.
Non esistono poi strutture ricettive: non c’è un albergo, tranne “il Tartufo” a pensione completa. La casa presa in affitto quest’anno non mi dava la possibilità di ospitare alcun amico e, quindi, nessun amico mi è potuto venire a trovare e condividere queste bellezze perlopiù sconosciute ai più.
Ovviamente non esiste una proloco che gestisca le case vacanze in affitto che, del resto, gli acernesi non sembrano felici di mettere a disposizione.
Insomma, la base c’è per (ri)fare di Acerno una buona località di villeggiatura: ottimo clima, prezzi bassi [qui il supplemento piattino o il supplemento taglio di toast non esiste], boschi ombrosi sentieri da trek freschi e panoramici, ottima cucina, cordialità diffusa.
Manca qualcuno/qualcosa che li faccia emergere per attirare gente. Faccio solo un esempio: se l’amministrazione comunale desse un incarico al CAI per la pulitura e la segnatura de sentieri, con una spesa irrisoria, una gran massa di trekkisti sarebbe invogliata a venire. Ma, poi, dove dorme? Esistono grandi strutture come l’ex convento o l’ex orfanatrofio chiuse da decenni. Le ho viste quest’anno ingabbiate da impalcature [ma senza operai che ci lavorano]: chissà, forse qualcosa si sta risvegliando?
Ma gli acernesi vogliono i turisti?
Agosto finisce e finirà anche la mia permanenza qui. Penso di tornarci anche lo anno prossimo: il cambiamento climatico ed il surriscaldamento del pianeta impone per i mesi caldi di trovare una sistemazione fresca, piacevole e non soggetta alle pazzie registrate quest’anno del caro-ombrellone, della tariffa per il piattino in più o supplemento per il taglio del toast.., delle angherie dei ristoratori, degli albergatori e dei balneari.
Vedremo……..

