Come forse sapete, quest’anno, ho trascorso le vacanze al fresco. No, non in prigione, bensì in un piccolo paese fra Avellino e Salerno, Acerno.
Posto a circa 800 metri di altezza, ha un clima molto fresco, bellissimi boschi, pieni di sorgenti e torrenti nei quali fare trek.
I prezzi sono molto abbordabili in tutte le categorie, molto, ma molto inferiori a quelle delle più famose stazioni montane.
Insomma pienamente soddisfatto.
Ho cercato anche di capire il modo di vivere degli abitanti. Una vacanza anche anropologica, insomma.
Ho raccolto le mie impressione e qualche consiglio in un libretto che potete trovare su Amazon.it a questo indirizzo https://www.amazon.it/dp/B0CHL16C11/ .
E’ corredato da molte fotografie a colori e il prezzo è economico come Acerno.
Disponibile sia in versione cartacea sia in versione Ebook.
L’estate sta finendo, cantavano i Righeira all’inizio degli anni ’80 e anche qui ad Acerno, l’estate sta proprio finendo. Oggi è il 30 agosto ed è il secondo giorno consecutivo che piove, anzi il terzo.
Gli esercizi commerciali che potevano avere qualcosa a che fare con il turismo continuano a chiudere “per ferie”. Riapriranno, per un breve periodo intorno al 6 settembre in occasione della festa della Montagna.
Oggi ha chiuso un bar ma, soprattutto una pizzeria rosticceria che faceva ottime pizze e ottimi calzoni con formaggio e fiori di zucca.
Via Duomo e Viale San Donato la sera sono sempre più deserti, anche per il repentino abbassamento della temperatura. Ieri sera eravamo a 15 gradi, tre giorni dopo i 25 serotini.
Faccio i bagagli, domani si ritorna nella sempre più putrida Roma capitale, città dove, in agosto, per 15 giorni la Metro non ha proprio circolato, dove non si trovano taxi, dove ogni autunno è sempre più dura.
Cosa mi lascia Acerno? Non è certo la prima volta che ci vengo. Anche lo scorso anno ci ho passato 20 giorni di agosto, ma è la prima volta che ho un alloggio in pieno centro.
La “piazzetta” è a 60 metri, la Chiesa della Madonna delle grazie, con le sue campane che battono ogni quarto, è proprio attaccata alla casa.
Chiesa “madonna delle grazie”
È bastato un mese e tutti mi salutano, sono diventato anche io un pastore di questo presepe?
Non so se per ritegno o altro, no ho mai sentito una acernese che si lamenti della sua vita e delle potenzialità inespresse del paese [di cui ho parlato diffusamente qui: https://sergioferraiolo.com/2023/08/29/cronache-paesane-7/]. Mi sembra che accettino la vita semplice, non dico da “Cristo si è fermato a Eboli”, ma degli anni ’60 e che questa vita, almeno nello spazio agostano che ho vissuto, a loro non dispiaccia affatto.
Il “Castello dei sogni negli anni ’60”
Del resto quante volte ci siamo detti felici di un ritorno ai tranquilli (e felici) anni ’60?
Gli anni ’60 qui ci sono e ci sono proprio nel mese in cui tutto il resto dell’Italia è messo in subbuglio da mandrie di turisti che si spostano dall’Etna al Monte Bianco e viceversa per, poi, trovare le stesse cose [e gli stessi pensieri] di casa loro?
Come ho scritto qui non è l’Eden; magagne ce ne sono, più che altro potenzialità inespresse o che non si vogliono esprimere.
Poi, dipende da che cosa si pretende da una vacanza per sfuggire alla canicola agostana, le Feriae Augusti (riposo di Augusto), indicante una festività istituita dall’imperatore Augusto nel 18 a.C. da celebrarsi il 1º agosto e che si aggiungeva alle altre festività cadenti nello stesso mese, come i Vinalia rustica, i Nemoralia o i Consualia. Era un periodo di riposo e di festeggiamenti che traeva origine dalla tradizione dei Consualia, feste che celebravano la fine dei lavori agricoli, dedicate a Conso, dio della terra e della fertilità. L’antico Ferragosto, oltre agli evidenti fini di auto-promozione politica, aveva lo scopo di collegare le principali festività agostane per fornire un adeguato periodo di riposo, anche detto Augustali, necessario dopo le grandi fatiche profuse durante le settimane precedenti.
Ferie Augustae
Come al solito la religione superveniens, il Cattolicesimo, si appropriò anche di questa festa per dedicarla, il giorno 15, al “miracolo” dell’Assunzione di Maria, madre di Cristo.
Scusate la digressione. Dicevo “cosa si vuole da una vacanza nel periodo tradizionalmente più caldo dell’anno?”. Frescura: e la frescura c’è. Boschi ombrosi e freschi ruscelli ove bagnare non solo le estremità. Possibilità di attività sportive? Bellissimi ed ombrosi sentieri [purtroppo non sempre ben segnati] per tutte le gambe e per tutte le pance, brevi o lunghi che si desiderano. Il buon trek è assicurato.
Ottimi sentieri da trek
Buon cibo? Fra Acerno e paesi viciniori ottima carne, agnello arrosto, pasta fatta in casa, funghi porcini, tartufi neri, dolci gustosi. Non è il paradiso dei vegetariani che si possono però consolare, a meno che non siano anche vegani, con gli ottimi formaggi. Dolci? Fra fragolate, pasticelle e caldarroste c’è l’imbarazzo della scelta.
fragolata
Vacanza che non faccia piangere il portafoglio? I prezzi sono decisamente bassi, sia nei negozi, sia nei ristoranti. Bassi rispetto a quelli di Roma, bassissimi in confronto a quei ristoratori che ti chiedono due euro per un piatto vuoto in più o per tagliarti un toast.
Cordialità degli abitanti: dopo due giorni tutti ti salutano ed è inevitabile scambiare quattro chiacchiere ogni volta che entri in un negozio.
Non c’è altro: non ci sono le dotte conferenze, c’è la recita in piazza di una commedia di Scarpetta dei ragazzi ed il saggio di danza delle bambine.
Non ci sono VIP o Rockstar che allietano le serate, ci sono band locali e Anna Tatangelo che canta alla festa del Santo Patrono.
Non ci sono sfilate dell’Alta moda che verrà ma, vi assicuro, basta assistere ad uno dei numerosi matrimoni che gli acernesi celebrano nel mese di ritorno degli emigrati, per farsi una idea dei vestiti che “realmente” si porteranno.
Sì, attività ripetute, ma anche a Cortina non si finisce sempre nella “Cooperativa” a comprare cose che non si useranno mai?. Fortunatamente tutto questo dura solo un mese con la precipua funzione di farci apprezzare un po’ di più il tran tran degli altri undici mesi.
Nei miei viaggi privilegio la possibilità di conoscere usi e costumi che stanno per scomparire. Basta poco. Basta la costruzione di una strada in una regione remota e il progresso irrompe inarrestabile. Basta un ripetitore radiotelefonico e Facebook sconvolge un intero paese.
D’altra parte non possiamo certo pretendere che il progresso tocchi noi e non alcune zone, solo perché ci piace viaggiare “nel tempo”.
E così è in Namibia, Paese antico e moderno al tempo stesso, molto esteso e poco popolato. Senz’altro Africa, ma molto, molto europeo. Terra di contrasti; discendenti dell’impero austro ungarico, olandesi, inglesi, boscimani, herero, himba, ma tutti africani fino al midollo. Ma, soprattutto, tanti, tanti animali in libertà, paesaggi splendidi, deserto e oceano che si baciano.
Contrasti. Deserto freddo e deserto caldo. Mare caldo e mare gelato. Dune altissime e superbe, oceano pieno di foche e pellicani. Una torta di mele scozzese gustata in pieno deserto. Ricordi di D’Annunzio e della sua impresa a Fiume fra le pagine dei servizi offerti da un lodge nel bush.
Ho raccolto in questo libretto le mie impressioni di viaggio, nel settembre 2014, per fissarle nella memoria e sulla carta e per rendere partecipe, chi vorrà leggerlo, delle mie sensazioni, delle mie riflessioni su quel Paese che non è solo animali o le rosse Himba.
Ho ritenuto opportuno arricchire il testo di mie fotografie che ritraggono quello di cui parlo e, per non appesantire la lettura, di tanti collegamenti ipertestuali agli alberghi, ai luoghi e agli argomenti che esulano un po’ dal racconto personale.
C’era una volta, e c’è ancora, una sperduta regione nell’alto Nepal, chiamata Mustang dove, fino a tre anni fa, non c’era neppure una strada.C’era, come nelle favole, anche un Re. Le distanze si misuravano a “giorni di cavallo” e solo un paio di centinaia di turisti erano ammessi ogni anno.. Io sono stato fra questi e ho cercato di raccontare le emozioni in un breve Ebook che oggi e domani è in promozione gratuita su Amazon a questo indirizzo http://www.amazon.it/dp/B00AWD5MYO
Viaggio in Mustang, il Regno proibito
Ora hanno costruito una strada che, entrando dal confine cinese, dovrebbe mettere in comunicazione il gigante asiatico con la regione indiana. Non oso pensare agli stravolgimenti che questa strada sta provocando nella popolazione locale.
La Costiera amalfitana è uno dei posti più belli e più celebri del mondo. Vi propongo un nuovo modo di visitarla: dall’alto. I monti che circondano la Costiera sono pieni di sentieri, alcuni più facili altri più difficili, alti sul mare. Il panorama è incomparabile. Atrani, Vettica, Positano visti come da un aereo, respirando l’aria pura e i profumi della macchia mediterranea.
Uno dei più famosi, belli e facili è il Sentiero degli Dei: con un autobus di linea, da Amalfi, si raggiunge Bomerano, una frazione di Agerola. Da lì parte il Sentiero degli Dei, tutto in piano e/o in discesa. Tre ore di cammino, attraverso la frazione di Nocelle e Montepertuso, conducono a Positano. Per la sua facilità può esser percorso anche da bambini.
Per questo ho realizzato, in italiano ed in inglese, due brevi Ebook che, con foto e fumetti ilustrano ai piccoli questa meraviglia e possono costituire uno stimolo ai loro genitori per portarli lì. Torquato, un buffo riccio in pelouche, sarà la nostra guida.
This is a short picture book for children. The photographs and comics tell a beautiful trip on the Amalfi Coast. The coastline is one of the most beautiful places in the world. The Path of the Gods goes along the above the sea, and it offers a spectacular view.
The short English phrases allow you to easily get closer to that language. If you touch briefly (tap tap), the comics, the book shows a pop up with the words clearer.
The book is an invitation to families and children to visit the Amalfi Coast. A lovely day. Happy reading and good walk.