Che i più tirano i meno è verità,
Posto che sia nei più senno e virtù;
Ma i meno, caro mio, tirano i più,
Se i più trattiene inerzia o asinità.
 
Quando un intero popolo ti dà
Sostegno di parole e nulla più,
Non impedisce che ti butti giù
Di pochi impronti la temerità.
 
Fingi che quattro mi bastonin qui,
E lì ci sien dugento a dire: ohibò!
Senza scrollarsi o muoversi di lì;
 
E poi sappimi dir come starò
Con quattro indiavolati a far di sì,
Con dugento citrulli a dir di no.
 

 

Così scriveva Giuseppe Giusti nel 1848. E mi sembra che questo sonetto sia più che mai attuale in questa Italia del 2018 che si muove come nave in gran tempesta, non senza nocchiero, ma con due nocchieri che giocano a chi le spara più grosse.

Il bello è che queste promesse sono chiaramente delle balle, impossibili da realizzare, buone per una campagna elettorale per grulli.

Ci ha detto Salvini come intende espellere 500.000 stranieri? Ci ha detto Di Maio come attuare insieme la flat tax e il reddito di cittadinanza? Assolutamente no!

Per adesso, come ampiamente previsto, i due si dedicano – per nascondere le loro incapacità – a indicare un nemico comune, l’Europa, oppure a fare la voce grossa con le ONG che raccolgono migranti, in una percentuale molto inferiore a quelli che raccolgono le nostre navi militari.

Minacciano l’Unione europea, prendono a parolacce i leader di Francia e Germania osannano quelli del gruppo di Viesegrad che hanno interessi opposti ai nostri, minacciano di sospendere la libera circolazione delle persone, commettendo un clamoroso autogol.

Risultati, per ora, solo aver dirottato una nave con 600 migranti in Spagna, con notevoli costi (due navi italiane di scorta), proprio mentre una nave italiana sbarcava in Sicilia più di mille profughi.

Minacciano, minacciano chi li critica. Ieri è toccato a Saviano, domani potrebbe toccare a noi.

Il bello è che gli italiani abboccano e credono alle favole: i sondaggi danno la Lega in forte crescita e i Cinquestelle in piccolo arretramento. Tutti con Salvini e Di Maio, compatti. Ma perché?

Bisogna riconoscere che i due partiti al governo ci sanno fare, sanno perfettamente, come ha fatto Trump, andare alla pancia della gente.

Ormai il consenso – cioè i voti – si conquista non più con gli ideali, con i programmi strutturati, con progetti definiti, bensì con gli slogan, con le minacce, con l’indicazione di un nemico che, sconfitto il quale, tutti i problemi saranno risolti. Vedi Trump con i messicani. Tanto la memoria collettiva non è mai stata così corta. Chi si ricorda ormai più delle promesse fatte solo qualche mese fa?

I due “gemelli divisi” sono onnipresenti sui social: lì, ormai, si fonda l’informazione di una gran parte del popolo. Una volta si diceva: è vero perché l’ha detto la radio. Oggi si dice: è vero perché l’ho letto su Facebook.

E’ molto triste, ma è così. Se vuoi i voti, li devi cercare con un super attivismo sui social. Anche mediante programmi informatici automatici, come i bot, che amplificano i “like” ricevuti.

Più di un’idea, più di un ideale, vale un “like”.

Provate a postare un commento sgradito ai “leoni della tastiera” chissà perché tutti favorevoli al Governo in carica. Vedrete quanti insulti riceverete.

Ovviamente, e qui è il punto del discorso, questi superattivi su internet sono una minoranza della popolazione ma, col loro attivismo, appaiono come la maggioranza.

 

E le persone che ragionano? Dove sono? Che fanno? Mangiano pop corn con Renzi? Non lo so. Probabilmente pensano ancora con la mentalità del politico di trenta anni fa. Quando era disdicevole lo slogan, quando era obbligatorio lavorare su grandi temi, quando era d’obbligo dire: “Sì, va bene, ma è solo una parte del problema, bisogna guardare il complesso.” E tutto rimaneva fermo.

Se il governo attuale fa pensare al sonno della ragione, la sinistra fa pensare al sonno e basta.

Probabilmente chi la pensa in modo diverso dai due coinquilini al Governo è ancora la maggioranza, ma sta zitta, forse perché non ha nulla da proporre in alternativa.

Gente, svegliamoci! Almeno – se non abbiamo proposte alternative – proviamo a ribattere colpo su colpo, proviamo a smontare le fake news, proviamo a spiegare gli errori degli annunci, proviamo a controbattere! Ognuno con i propri mezzi ognuno nel proprio campo.

Siamo – forse – ancora i più. Non facciamoci tirare dai meno.