Oggi Salvini, dopo che ieri sera a Pescara aveva invocato dal suo popolo “i pieni poteri”, ha presentato al Senato una mozione di sfiducia al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

Già è strano che un membro del Governo presenti una mozione di sfiducia al proprio Presidente (che, se approvata, travolge tutto il Governo quindi, masochisticamente, anche sé stesso), ma lo scopo qual è?

Probabilmente, visto che Conte non intende dimettersi senza “parlamentizzare” la crisi, ossia senza un ritiro esplicito della fiducia che il Parlamento gli diede il 5 e 6 giugno 2018, Salvini intende impegnare il Parlamento a tale revoca.

Quasi sicuramente ci riuscirà, visto che, sommando i voti dei suoi senatori con quelli dell’opposizione che ha sempre chiesto le dimissioni del Governo, i numeri ce li ha.

Ma questo lo leggete sui giornali.

Vorrei solo attirare la vostra attenzione su alcuni aspetti fin ora trascurati.

Le c.d. opposizioni fin ora hanno sempre votato contro il Governo, non contro Conte. In particolare il PD (51 senatori) e alcuni del Misto (15 senatori) a Questi numeri bisogna ovviamente aggiungere i 107 senatori del Movimento Cinquestelle.

Giuseppe Conte ha un alto grado di popolarità e fiducia, (58%) ben superiore a quello del più strutturato Salvini (54%) e del più sprovveduto Di Maio (34%). Insomma, il Carneade Conte, pian piano, si è conquistato un posto rilevante, oserei dire bipartisan, nella fiducia degli italiani.

Un altro fatto da considerare è la comprensibile voglia dei parlamentari di non andare a casa. Con la previsione di una mezza rivoluzione, solo i parlamentari leghisti sarebbero abbastanza sicuri di una loro rielezione. Non penso proprio che i senatori voteranno a cuor leggero una sfiducia che aprirebbe le porte alle elezioni e al loro addio al Parlamento.

Bisogna considerare anche la situazione di due ex-grandi partiti, il PD e Forza Italia che, ad onta delle bellicose dichiarazioni dei leader, certo non sono pronti ad una campagna elettorale, dilaniati l’uno da una scissione in fieri, l’altro da una scissione conclamata: per ambedue i partiti le elezioni anticipate saranno un tragico appuntamento.

Berlusconi è poi così sicuro che Salvini lo vorrà come partner di Governo?

Che dire dei Cinquestelle? Sanno perfettamente che un passaggio elettorale sarà un taglio pesantissimo alla loro compagine parlamentare.

Analogo discorso si può fare per le schegge della sinistra che i sondaggi condannano senza appello ad un risultato inferiore alla soglia di sbarramento.

Salvini comincia a fare paura con le sue dichiarazioni razziste e fomentatrici d’odio, per i suoi comportamenti che ricordano ormai troppo da vicino quelli di un leader della prima metà del secolo scorso, per i suoi programmi anti europei e anti euro, per i suoi “supposti” amici di Visegrad. Dico supposti perché mai gli hanno dato una mano.

Beh, avrete capito dove voglio andare a parare: visto che il Governo giallo verde non c’è più, potrebbe essere possibile una “santa alleanza” contro Salvini. I numeri ci sarebbero.

Risultato: un Conte-bis, sostenuto dai volenterosi che avrebbe una vita molto lunga, visto che se il 9 settembre viene approvata definitivamente la legge costituzionale sul taglio dei parlamentari (clicca qui per saperne di più) di elezioni, complice il possibile referendum confermativo, prima del 20 agosto 2020, non se ne potrà parlare e, fino ad allora….. è come buttare il pallone in tribuna.

Qui sotto i numeri dei gruppi parlamentari di Senato e Camera: divertitevi a fare un po’ di conti.

Ah, intanto lo Spread vola: alle 12.30 del 9 agosto è balzato a 238 punti, 25 in più di ieri sera e stasera attendiamo il giudizio dell’agenzia di rating FITCH. La  Borsa è a -2,38%

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