La lunghe ore di viaggio (nove) sul bus diretto a Barcellona mi fanno riflettere sui possibili errori commessi quest’ anno e che mi hanno fatto interrompere il Cammino dopo solo 120km, mentre lo anno scorso con notevole facilità ne ho percorsi oltre 200 da Irun a Santanter.
Vediamo.
Abbigliamento. Praticamente identico a quello dello scorso anno. Stesso zaino. Stesso modello di scarpe, stesso numero di pantaloni, di magliette, mutande, un paio di calzini in più. Un plile in più (settembre invece di agosto) ma il sacco a pelo leggero in meno, sostituito dal sacco lenzuolo. Stessa busta per la toilette. Forse qualcosa in più fra i medicinali, una mantella nuova, più seria di quella comprata di corsa lo scorso anno a Lourdes.
Peso. Sì lo zaino, un litro di acqua e bastoncini veleggia sui 10kg, giusto uno in più dello scorso anno.
Allenamento: perfettamente comparabile con quello dello scorso anno.
E allora perché? Perché è andata storta? Sì, vabbè, io sono innamorato dei Paesi Baschi, dei loro boschi e dei sentieri di montagna.In Cantabria e Asturie tanto, troppo asfalto, meno panorami e meno paesi allegri.
Ma questo non basta a spiegare le gambe che mi facevano male e i piedi indolenziti e di piombo la sera. Ho dovuto prendere un’aspirina a sera.
Neppure i 390 giorni in più di età:gli esami clinici fatti prima di partire mi hanno confermato la buona forma anche a 64 anni passati.
Non lo so, forse la gran differenza fra la parte fini a Santanter e quella dopo? La mancanza di entusiasmo? Le catastrofiche previsioni meteo viste in Asturie? Non cerco giustificazioni, cerco risposte.
Potevo prendere un bus fino alla fine della costa asturiana e fino a che il Cammino non avesse lasciato la costa sulla quale il Cammino non c’è.
Forse odio il concetto di tappa: devi partire da qui ed arrivare lì. Taluni peregrini, che lo avevano percorso, mi hanno detto che sul francese non esiste il concetto di tappa. Gli ostelli, o le case private che offrono ospitalità, sono uniformemente distribuiti sul percorso così da permettere una sosta notturna ogni pochi chilometri al peregrino che, da quelle parti avesse esaurito le energie.
Non lo so.
Staremo a vedere per lo anno prossimo, magari mi studio il francese.
Ultreya

La tappa è imposizione, ok, ma se si vuol procedere – a Santiago o altro – occorre accettare il concetto che tutto ha un inizio e una fine. Comunque non mi fossilizzerei, piuttosto, penserei al percorso, ai nuovi e ai vecchi panorami visti in quest’ultimo cammino. Buon per lei! Io ci penso più o meno da vent’anni e non ho ancora fatto nemmeno una tappa di Francigena! 🙂
"Mi piace""Mi piace"
Magari non era il momento, tutto lì 🙂
io sabato parto per un minitrekking maremonti: FAvignana e marettimo in barca e a piedi. Sono felicissima. Ciao ciao Sergio, ti leggo quasi sempre
"Mi piace""Mi piace"
Certo, la tappa non è importante ma il percorso sì. Evidentemente l’ambiente non ti ha entusiasmato e il meteo ha fatto il resto. Mia figlia ha fatto il cammino portoghese da Porto. Potresti studiare il portoghese per il prossimo anno!
"Mi piace""Mi piace"