La destra, dopo la sconfitta elettorale in Emilia-Romagna (solo in Emilia Romagna, nell’intero paese è maggioritaria) sta cercando nuovi cavalli per la sempiterna campagna elettorale.
Uno, spregevole, è quello di cavalcare il coronavirus, come se si potesse impedire l’accesso in Italia ad una persona in regola col visto ed in apparente buona salute (ricordiamoci che il coronavirus è invisibile, ma infettivo, finché non compaiono i sintomi). Bella furbata del Governo che ieri – non potendo vietare l’ingresso delle persone, ha vietato tutti i voli da e per la Cina. Bravi!. Oppure dire che gli immigrati sui barconi ci portano il coronavirus. Ci sarebbe da ridere.
Un altro cavallo di battaglia, consueto e ormai vecchio è quello che qualsiasi Governo di sinistra o di centro sinistra, aumenti le tasse.
Il Giornale di oggi porta ad esempio la proposta di legge -delega per la riforma dell’IRPEF. (vedi qui: https://www.ilgiornale.it/news/politica/e-gualtieri-conferma-stangata-arrivo-rivedremo-iva-catasto-e-1819330.html).
Una volta tanto sono d’accordo con la destra, almeno per quel che riguarda le aliquore IRPEF.
In Italia sono veramente molto strane. Eccole:

Dalla tabella si vede che chi ha un reddito annuo lordo superiore ai 75.000 euro paga l’aliquota marginale del 43% sia che guadagni 75.000 euro lordi sia che ne guadagni 150.000.
La cosa non è affatto conforme all’etica e all’articolo 53 della Costituzione che dispone: “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.
Se io guadagno 150.000 euro lordi annui, mi sembra folle che io paghi, sull’eccedenza di 75.000 euro, la stessa aliquota di chi guadagna 75.000 euro lordi annui.
La cosa è nota da sempre a nostri politici. Ma alzare le tasse fa perdere voti, lo si sa.
Quindi si è sempre preferito non alzare le aliquote, ma incrementare il gettito fiscale con metodi surrettizi e alquanto scorretti.
La casistica è ampia: prestazioni sanitarie garantite solo a chi ha un ISEE inferiore ad una certa cifra; protezione dalla svalutazione degli stipendi e delle pensioni solo sotto una certa cifra; deduzioni Irpef applicabili solo sotto un certo reddito; tagli alle cosiddette pensioni d’oro che sono state conseguite rispettando legittime norme dello Stato (tanto i pensionati non hanno voce in capitolo), etc.. etc…
Si consegue surrettiziamente lo stesso scopo senza alzare, formalmente, le tasse. Senza farsi carico del disagio di chi guadagna più di 75.000 euro lordi annui che deve provvedere con i propri mezzi a prestazioni che la Costituzione garantisce formalmente a tutti.
La mia proposta è semplice e conforme all’articolo 53 della Costituzione. Inserire una aliquota ulteriore IRPEF. Faccio un esempio, così per dire: chi guadagna più di 100.000 auro annui lordi, sulla parte eccedente i 75.000 euro lordi pagherà il 45% il 47% di Irpef, ma come tutti, avrà diritto a tutte le garanzie, deduzioni, detrazioni previsti per tutti.
Una riforma trasparente.
È scomodo per i politici, ma penso sia necessario per cercare di far ricrescere la coesione sociale che, negli ultimi tempi, è parecchio diminuita.
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