Viviamo tempi a dir poco complessi che ci spingono a comportamenti fino a 10 mesi fa molto, molto inusuali. Siamo improvvisamente (cosa sono 10 mesi al confronto di una intera vita?) arrivati alla situazione descritta da Isaac Asimov nel suo romanzo “il sole nudo”  in cui i protagonisti vivevano perennemente “distanziati” e provavano fastidio, se non disgusto e paura nel contatto diretto con altre persone.

Quante volte, oggi, se incontri qualcuno per strada, e ti fermi a parlare ti distanzi, eviti il contatto ravvicinato e ti sistemi bene la mascherina? Talvolta il contatto diretto ti dà fastidio, ti senti più  tuo agio nei contatti con Skype, Zoom o Meet. Eppure, eppure hai nostalgia dell’incontrarsi, del baciarsi sulle guance nel contatto fisico diretto.

Purtroppo il tempo non è una costante, ma una variabile: dipende dallo stato d’animo. Oggi ho girato la pagina del calendario. Un calendario che produco ogni anno con le migliori fotografie dell’anno precedente. Ebbene, la foto di novembre è di neppure 10 mesi addietro, ma mi sembra lontanissima, come se, nei dici mesi trascorsi fossero successe tante e tante cose. Eppure, tranne il Covid, non è successo niente. Niente? È successa una cosa che ha dell’incredibile: i contatti umani sono, per dirla con un eufemismo, fortemente diminuiti, Non si ci abbraccia più, il classico “Sali da me a mangiare” o “sali da me per un bicchiere” è cessato. Se mai si ci vede, attraverso le mascherine, in un luogo poco affollato. E non si ci tocca, non si ci bacia.

Passerà, tutte le cose brutte, guerre, pestilenze, carestie, sono passate. Per chi sopravviverà, per chi riuscirà a ritrovare il mondo “giusto”, si ricordi che questo NON è il nostro mondo. Siamo fatti per essere sociali, per baciarci, per toccarci, per abbracciarci. Finirà, quando non lo so, ma finirà.