Io non capisco, non capisco proprio. I dati sul Coronavirus oggi sono da tragedia: 37.809 nuovi casi, 446 morti, terapie intensive al collasso. Malati messi fra i banchi delle chiese. Molto peggio della scorsa primavera.

Eppure le Regioni continuano a battagliare contro il Governo. Proprio le stesse Regioni che, meno di un anno fa pretendevano l’autonomia più completa e differenziata, ora, in barba alla legge sul Servizio Sanitario nazionale, pretendono che sia il Governo centrale a prendere le odiose decisioni di chiusura. Non solo questo, le Regioni pretendono che, a fronte di situazioni oggettivamente diverse fra le Regioni, il Governo debba attuare misure omogenee, uguali per tutte le regioni, in modo da non poter distinguere fra Regioni “buone” o “cattive”.

A me sembra troppo. Sembra una speculazione politica sulla pelle di noi cittadini. Una battaglia che, in questo momento di tragedia, non ha alcun fondamento.

Ovviamente Lega e Fratelli d’Italia soffiano sul fuoco. Senza fare proposte concrete, bombardano il governo di accuse assurde. Lo hanno dileggiato durante tutta l’estate al grido “IL COVID è clinicamente morto!”, “Basta Stato di emergenza” e, ora, accusano il Governo di non prendere misure univoche e stringenti.

Maledetta sia la riforma del Titolo V della Costituzione che, con la modifica dell’art. 117 dà allo Stato e alle Regioni la competenza concorrente in materia sanitaria. Oggi le Regioni se ne approfittano per pretendere autonomia quando fa loro comodo e per scaricare sul Governo centrale le responsabilità quando si tratta di prendere decisioni impopolari.

È un balletto che deve finire. Quando la pandemia sarà finita, bisognerà porre mano alla nuova riforma dell’art. 117 della Costituzione e porre un punto fermo alla competenza fra Stato e Regioni per evitare questi orrendi balletti.

Invito tutti i lettori a riconsiderare chi votare alle prossime elezioni regionali. Di questi buffoni ne abbiamo piene le tasche.