Forse sarà l’età, ma mi riesce sempre più difficile comprendere il pensiero di una parte dei miei connazionali.

Sono pieni di una profonda diffidenza verso qualsiasi cosa, atto, fatto, proposta etc. che provenga da quella che, una volta, si chiamava Autorità.

Questi italiani, che chiamerò “NO-tutto”, compiono le nefandezze più pericolose, come affidare non solo i dati personali più intimi, ma anche i ricordi più privati a Facebook, regalando tutto il loro vissuto ad enti privati che ci fanno sopra i miliardi oppure comprare on line l’ultimo gadget dall’ultimo sito di e-commerce, fornendo tutti i dati delle loro carte di credito. Eppure non scaricano l’App Immuni perché, secondo loro, viola la privacy.

Oggi è stato pubblicato un sondaggio per il quale il 44% degli italiani si vaccinerebbe subito contro il Covid-19, il 16% non si vaccinerebbe affatto e il rimanente 40% si vaccinerebbe, ma più in là, per poter vedere l’effetto degli “effetti collaterali” su chi si è vaccinato prima. Per me è follia. Questa gente, come tutti, quando va al supermercato, sicuramente non legge le etichette degli alimenti che compra, non si chiede cosa siano quei nomi strani degli “edulcoranti”, degli “addensanti”, quelle sigle di ingredienti aggiuntivi che, comunque, verranno ingeriti e potrebbero interferire con la fisiologia umana. Oppure fa man bassa di integratori che, non essendo farmaci, non passano alcun vaglio di certificazione. Oppure, ancora, cerca rimedi miracolosi nel farmaco di cui ha letto su Facebook o consigliato dall’amico “che se ne intende”

 Ma non si fida di Enti come la FDA americana e l’EMA europea che, prima di ammettere un farmaco al commercio certificano il trial, le pubblicazioni, le prove su almeno 30.000 persone che tale farmaco ha prodotto.

Da dove viene questa diffidenza? E’ una risposta complessa, anzi ‘ una domanda che ha più risposte.

La prima, secondo me, riguarda i cosiddetti “social”. Come ebbe a dire Umberto Eco “I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli”. Chi pascola tutta la giornata sui social ha, evidentemente, tempo a disposizione e, probabilmente, una vita grigia priva di altri interessi o attività. Queste persone vorrebbero avere in mano qualcosa che li faccia emergere dal grigiume, una carta che, come al poker, li ponga sotto i riflettori e li elevi dalla massa. E qual migliore carta è quella di essere parte del disvelamento di un segreto? Di poter dire agli altri: io lo so e voi no, voi ci avete sempre creduto e, invece non è vero! Quindi, quando un tizio in vena di provocare scrive sui social, citando fantomatici studi scientifici, che il latte materno fa male al neonato, ecco che le “legioni di imbecilli” citate da Eco scendono in campo, appropriandosi della nuova verità e misurando la loro gratificazione dal numero di “like” ricevuti. Se uno di questi imbecilli pubblica sui social un post con la rivoluzionaria scoperta che il latte materno fa male e riceve 2.000 like, ecco che la giornata gli si colora di rosa, ecco che emerge dalla massa, ecco che si sente superiore ed appaga il proprio ego. Ma, intanto, il danno è fatto.

Poi c’è un’altra risposta, tutta italiana. C’è un partito, anche se loro si definiscono “un movimento”, sì i Cinquestelle, che sulla risposta precedente hanno costruito un impero.

Ve lo ricordate lo slogan “Uno vale Uno”? Ossia che un quisque de populo possa tranquillamente interloquire della vita degli insetti con un entomologo premio Nobel? Screditare la classe politica, questo era (perché la classe politica ora sono loro) il loro motto. La competenza, la carriera, i titoli di studio o accademici acquisiti no valgono nulla perché io posso sempre contestare quello che dice Anthony Fauci anche se le mie competenze mediche si limitano alla lettura di qualche bugiardino di farmaci e perché mi sono laureato all’università di Facebook.

Così una intera classe dirigente che è arrivata ai vertici sudando all’Università, nel lavoro, negli articoli accademici, viene distrutta ed equiparata chi perde tempo al bar.

Altro danno, grave e, forse, irreparabile.

Una ulteriore risposta viene dal profondo decadimento della politica odierna. Una volta i partiti politici erano fondati su quelli che si chiamavano IDEALI.  Il” Lavoro per tutti”, una maggior voce del popolo, la prevalenza degli interessi economici etc., ideali che non mutavano cambiando, nel tempo i leader dei partiti. Sapreste voi – oggi – definire gli ideali degli attuali partiti politici che siano indipendenti dai loro leader pro-tempore? Io no.

Ormai la politica è degenerata da guida del consenso su ideali ben definiti a una continua campagna elettorale, intesa non a convincere gli elettori su linee programmatiche ben definite a lungo termine, bensì ad una effimera manifestazione di consenso per crescere, non tanto in vista di eventuali elezioni, bensì nei quotidiani sondaggi elettorali.

E’ sotto gli occhi di tutti che, in quest’ultimo periodo, alle giravolte governative, corrispondono analoghe giravolte dell’opposizione, impegnata non a proporre un programma alternativo, ma a contestare “a prescindere” le scelte governative.

Se il Governo si mostra prudente sulle precauzioni da tenere contro la pandemia, l’opposizione urla che si sta uccidendo l’economia e che il virus non c’è più.  Se il Governo vuole prorogare lo stato di emergenza, l’opposizione urla che non c’è emergenza.  Le Regioni urlano contro le misure prudenziali del Governo, ma – sottovoce – pregano il Governo di attuarle perché le terapie intensive sono al limite. Doppio gioco: al Governo il lavoro sporco, alle Regioni il consenso degli elettori perché contestano le misure del Governo.

Un gioco senza ideali, senza alcuna prospettiva. Riflettiamo sulle ultime sparate del senatore Renzi che guida un partitino che non supera il 3% dei consensi. Oggi, all’unico scopo di darsi visibilità, minaccia la crisi di Governo per le modalità con le quali Conte vuole gestire i miliardi del Recovery Fund e sulla proposta di costituire una Fondazione per gestire i Servizi segreti.

Nel merito si può essere d’accordo o in disaccordo con le motivazioni di Renzi, ma sorge spontanea una domanda. Visto che ci sono due ministri e un sottosegretario renziani nel Governo, che hanno fatto fin ora? Hanno giocato alla playstation mentre Conte elaborava le sue proposte? Proposte che non sono certo di ieri. Perché minacciare di rompere proprio ora? E’ ovvio, basta guardare i TG, da giorni non si parla che del leader fiorentino, anche se solo il 3% degli italiani lo segue.

Un’altra dimostrazione della degenerazione politica è dato, sempre nel sondaggio di cui sopra, dalle altre domande rivolte agli intervistati. È indubbio che l’oggetto del sondaggio “oggi vi vaccineresti contro il Coronavirus?” riflette non tanto le convinzioni politiche quanto le convinzioni personali. L’aggregazione delle risposte è stupefacente: tutti gli elettori del PD hanno dichiarato che si sarebbero vaccinati subito, solo il 4% degli elettori della Lega hanno dichiarato che avrebbero fatto altrettanto.

No, non è il ritorno del vecchio “il personale è politico”, è solo prosciutto sugli occhi.

A chi dichiara di non volersi vaccinare io dico: “GRAZIE!!!!! Ci sarà meno gente in fila, così mi vaccino prima!!!”

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