Archivio degli articoli con tag: Atene

E’ più di un anno che il Governo Meloni cerca di governare l’Italia. Ad onta di evidenti scivoloni di alcuni componenti la sua squadra (Lollobrigida e lo stop al frecciarossa, oppure il divieto alla carne sintetica che ancora non c’è e sulla quale non ha alcuna competenza [competenza Unione europea]; La Russa con l’interrogatorio e l’assoluzione preventiva del figlio accusto di violenza sessuale o Gasparri con l’esposizione in Parlamento della carota per Sigfrido Ranucci di Report; oppure gli svarioni sull’immigrazione di Piantedosi (“carico residuale” e “io non manderei mai i miei figli su quei barconi”) e della stesssa Meloni (Piano Mattei? Desaparecido!. Accordo con la Tunisia? Fermo! Centri di detenzione in Albania? Bloccati dalla Corte costituzionale albanese) oppure le figure del Ministro dell’istruzione Sangiuliano che vota i libri ad un premio letterario pur ammettendo di non averli letti o che diffida prevenivamente una trasmissione radiofonica a smettere di prenderlo in giro; o la coppia Del Mastro-Donzelli che spifferano in Aula documenti di limitata divulgazione; oppure, ben più grave ministri e sottosegrtari indagati che continuano bellamente a fare il loro mestiere. O, ancora, un ministro che chiede 12 milardi per costruire un fantomatico ponte per raggiungere il vuoto dell Sicilia dove un treno per raggiungere Trapani da Messina non impiega meno di 10 ore.

Ebbene la Meloni (non la squadra di Governo) continua a mantenere alta la percentuale di voti attribuita dai sondaggi.

Che in Italia, come in tante altre parti del mondo si stia affermano la Democratura invece della Democrazia?

La democratura come in Russia, Turchia, Iran, Cina, alcuni Paesi centroamericani. Per questi popoli, rinunciare a quelle che noi chiamiamo “libertà fondamentali” come la libera candidatura alle cariche elettive, la libera contestazione dell’attività di governo, il libero pensiero, in cambio di sicurezza e sviluppo economico e di ricchezza è un affare vantaggioso. Ormai, nell’era dei social e della pancia piena (la “fame” ormai sussiste solo nell’Africa sub sahariana ed in India), l’obiettivo del popolo non  è la libertà di espressione, bensì il capo firmato, l’ultimo modello di smartphone o l’ultima creazione di McDonald. Il distacco fra il popolo e la politica è totale. Orrendo!

Noi siamo abituati alla Democrazia di modello ateniese. Vi ricordate il discorso di Pericle agli ateniesi nel 431 a.c.? :

“Qui ad Atene noi facciamo così.

Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza.

Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.

Qui ad Atene noi facciamo così.

La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo.

Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.

Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.

Eccetera: l’integrale lo trovate qui: https://sergioferraiolo.com/2023/01/13/questa-e-la-nostra-democrazia/

Ben diverso dall’attuale dove il Parlamento non è ridotto ad un’aula sordita e grigia, bensì ad una schiera di disoccupati, dove si accusa il Presidente della Repubblica di avere troppi poteri.Dove non c’è discorso del Presidente del Consiglio che non accusi privati cittadini, con nome e cognome, di essere contro il Governo, come se questo fosse un crimine (Chiara Ferragni, Saviano) e sempre più arrabbiata. come se fosse la inteprete del film di Almodovar “Donne sull’orlo di una crisi di nervi

Qualcosa non va nel Governo, è sotto gli occhi di tutti, soprattutto l’arroganza come un sottsegretario che chiede alla RAI, servizio pubblico, di non madare in onda una puntata di Report ove di ipotiza , con buona dose di argomenti, che il sottosegretario stesso si sia appropriato indebitamente di una opera d’arte; ovvero come un dirigente RAI, sevizio pubblico, che al raduno di Atreju afferma “Noi di Fratelli d’Italia“. E,ripeto, La Russa, presidente del Senato, seconda carica dello Stato, che ammette che la riforma costituzionale è intesa a limitare i poteri del Capo dello Stato.

Tutto questo, e molto altro che ho omesso, testimonia il passaggio nel nostro Paese dalla Democrazia compiuta alla Democratura o Democrazia illiberale.

Io personalmente preferisco la democrazia compiuta di tipo ateniese, ma non posso esimermi da segnalare qulche punto a favore della democrazia illiberale.

La nostra democrazia contiene parecchi lacci e lacciuoli, alcuni previste dall Costiuzione, altri semplici superfetazioni di prassi costiuzionali e legislative.

Già due Camere perfettamente uguali – che rispettano pedissequamente i risultati elettorali dei singoli partiti – sono perfttamente inutili. Ci si mettono anche i Regolamenti parlamentari che permettono l’ostruzionismo con migliaia di emendamenti su un medesimo articolo.

Sull’immigrazione siamo fermi al momento repressivo, quando sarebbe più semplice e produttivo prevedere percorsi legali di ricerca lavoro di cui abbiamo estremo bisogno sia per la crisi demografica, sia per l’assenza di manodopera quaificata. Eppure sarebbe così semplice, anzichè affidarsi alla repressione (vedi qui: https://www.amazon.it/LUnione-europea-limmigrazione-lasilo-Tampere/dp/1080713832/ref=sr_1_3?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&crid=3IJOMISTUQCLA&keywords=sergio+ferraiolo&qid=1702929055&sprefix=sergio+ferraiolo%2Caps%2C95&sr=8-3), affidarsi a innovativi perori regolari di ingrasso come nella dimenticata proposta legislativa del Senatore Massimo Livi Bacci (vedi qui: https://www.senato.it/leg/15/BGT/Schede/Ddliter/26872.htm) che , in modo semplice, affronta il tema degli ingressi regolari per lavoro.

Che dire poi del potere interdittivo dei sindacati che non rappresentano altri che i dirigenti dei medesimi sindacati?

Bisognerebbe provvedere alla riforma dei sindacati e dei partiti come ho già scritto qui.

Per i sindcati: https://sergioferraiolo.com/2017/09/30/sindacati-partiti-politici-e-democratura/

Per i partiti politici: https://sergioferraiolo.com/2022/09/04/perche-non-regolamentiamo-i-partiti-politici-2/

Con queste due riforme potremmo migliorare, e di molto, l’efficienza del Parlamento.

Personalmete non sarei del tutto ontrario alla Democratura, purchè sia efficiente e trainata da un Governo competente al qual dare fiducia incondizionata. Purtroppo questo non è il caso dell’Italia: abbiamo un governo da barzelletta.

La vedo dura; la vedo come un gelido inverno che ci attende. https://sergioferraiolo.com/2023/09/23/era-il-2018-e-napolitano-predisse-quello-che-ora-succede/

Leggo e ascolto quello che sta succedendo in Libia. Guerra, come al solito. Al Serraj contro Haftar, come al solito, milizie contro milizie, tribù contro tribù.

Non c’è niente di sicuro tranne il competo fallimento dell’occidente di esportare la Democrazia (sì quella sul modello ateniese) sulla punta delle baionette.

Noi occidentali siamo fermamente convinti (nonostante le attuali prove contrarie in Turchia, Russia, Polonia, Ungheria,) che il nostro modello di Stato unitario governato democraticamente(!) da un Parlamento con la divisione di poteri eccetera eccetera, sia il miglior modo di condurre i popoli verso il futuro.

Ebbene abbiamo gli occhi foderati di prosciutto. Il nostro modello ci viene dall’antica Grecia di cui noi tutti occidentali siamo figli. Ma non è detto che sia l’unico e il migliore. Tante popolazioni sono abituate ad autogovernarsi con sistemi diversi: consiglio tribale, consiglio dei saggi e a risolvere le questioni fra differenti gruppi con la guerra. Noi abbiamo ripudiato la guerra circa 71 anni fa, ma, fino ad allora, il ministro della Difesa si chiamava Ministro della Guerra. E la guerra era uno strumento accettato e accettabile per risolvere i conflitti fra i diversi gruppi, tribù, etnie.

L’occidente ha campato a lungo sull’ordine imposto con la forza da Dittatori come Saddam Hussein e Gheddafi. Una volta rimossi, ecco il caos.

Non sarebbe meglio un ripensamento? Lasciare ai popoli la libertà di scegliere il loro modo di governarsi? Consiglio tribale, Consiglio di tribù, etc?

L’occidente potrebbe imporre il suo peso accettando nei contatti fra Unione europea, organizzazioni internazionali, Stati sovrani solo quelli condivisi da un organo locale deputato ai rapporti esterni. Penso, per fare un esempio, alla deliberazione di un Consiglio dei Saggi, alla deliberazione di una assemblea di capi tribù, alle determinazioni di un rappresentante unico delle diverse etnie?

Sarebbe una sorta di autodeterminazione dei popoli.

Non dobbiamo essere troppo presuntuosi: il nostro modo di governo potrebbe non essere universalmente accettato. Vedi in India, dove il nazionalista Modi ha introdotto una contestatissima legge sulla cittadinanza che favorisce gli indù e discrimina i musulmani. Oppure in Myanmar o Birmania dove la odissea dei Rohinga è sacrificata alla unità del Paese ed al ripristino di un tantino di democrazia.

Dobbiamo convincerci che i percorsi ed i cammini possono essere diversi da quelli che noi riteniamo scontati.

Ovviamente non ho soluzioni, né “consigli”. Sono, come voi, tanto impregnato del concetto di democrazia ateniese che non riesco ad esser lucido considerando altri modelli.

 

Discorso agli ateniesi 461 a.c. Pericle –

Qui ad Atene noi facciamo così.

Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza.

Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.

Qui ad Atene noi facciamo così.

La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo.

Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.

Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa.

E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benché in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla.

Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia.

Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore.

Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell’Ellade e che ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice versatilità, la fiducia in se stesso,

la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.

Qui ad Atene noi facciamo così

 

 

sergioferraiolo

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