Nel magnificare la sua politica economica, Giorgia Meloni ripete come un mantra la discesa, da quando c’è lei, dello spread (vedi qui il significato) fra Bund tedeschi e BTP italiani. Peccato che dimentichi di dire che lo spread è il risultato di un rapporto che può cambiare sia se cambia il numeratore, sia se cambia il denominatore. Vi propongo un raffronto fra la situazione al 1° gennaio 2021 (la Meloni non c’era, C’era il Governo Conte II, si affacciava Draghi, avevamo avuto un pacco di miliardi dall’Europa con il PNRR) e la situazione odierna:
Alla data del 1° gennaio 2021, i rendimenti dei titoli di Stato decennali erano approssimativamente i seguenti: • Bund tedeschi a 10 anni: -0,57% (valore negativo, riflettendo la forte domanda di asset sicuri e la politica monetaria della BCE). (fonte Investing Italia) • BTP italiani a 10 anni: +0,52% (grazie a una combinazione di politiche di sostegno della BCE e a una maggiore stabilità percepita sui mercati). (fonte: Investing Italia) Questi dati evidenziano uno spread tra i due titoli di circa 109 punti base.
Alla data odierna, 17 dicembre 2024, i rendimenti dei titoli di Stato decennali sono i seguenti: • Bund tedeschi a 10 anni: circa 2,23% . (Fonte: INVESTING ITALIA) • BTP italiani a 10 anni: circa 3,38% (Fonte: INVESTING ITALIA) Questi valori indicano uno spread tra i due titoli di circa 115 punti base. (Fonte: BORSA ITALIANA) Rispetto al 1° gennaio 2021, si osserva un incremento significativo dei rendimenti per entrambi i titoli, con un aumento dello spread di circa 6 punti base.
Questo riflette un cambiamento nelle condizioni economiche e nelle politiche monetarie nel corso degli ultimi anni. Infatti, mentre l’economia italiana “galleggia” o retrocede di poco, il fatto nuovo è che, negli ultimi tre anni, è l’economia tedesca che è peggiorata moltissimo– Questo peggioramento si vede dall’incremento del rendimento dei Bund da -0,57 a +2,23. Quindi non è che i BTP italiani siano migliorati rispetto ai Bund tedeschi. E’ che i Bund tedeschi sono peggiorati più dei BTP italiani, ma che, ancora, fanno aggio su quelli di casa nostra con la differenza che passa dai 109 punti base ai 115 punti base, Ossia l’opposto di quello che dice la Meloni.
Era una fredda sera d’autunno e Francesco Ruggeri, seduto nel suo ufficio, fissava lo schermo del computer. L’orologio segnava le 22:37, il silenzio intorno era palpabile, spezzato solo dal ronzio degli apparecchi elettronici. Il sistema di sicurezza della banca era stato superato con una facilità inquietante. Cliccò su un nome: Marcella Rinaldi, la Presidente del Consiglio dei Ministri. Sullo schermo apparvero cifre enormi, trasferimenti che lasciavano intuire operazioni molto più delicate della semplice gestione del denaro privato. Francesco provò un brivido lungo la schiena, ma il sudore sulle sue mani rivelava eccitazione, non paura.
Quello che non sapeva era che un uomo dall’altro lato del mondo, in una stanza tappezzata di schermi, osservava ogni sua mossa. Dante, l’enigmatico capo di un’organizzazione criminale che operava nell’ombra, aveva scelto Francesco per la sua capacità di restare invisibile. Un uomo comune, senza traccia di insubordinazione, il cui volto insignificante sarebbe stato dimenticato da chiunque. La mente di Dante, invece, era tutto fuorché insignificante. Conosceva i segreti dei potenti e sapeva come usarli.
Il complotto si intensifica
Francesco continuava a entrare nei conti di figure politiche di alto profilo: ministri, parlamentari, alti gradi dell’Esercito, addirittura capi di multinazionali, di ogni orientamento politico, scoprendo movimenti strani o inspiegabili. Quello che era iniziato come un semplice atto di curiosità divenne presto un’ossessione. Ogni nuova scoperta lo faceva sentire più potente e più vicino alla causa di tali strani movimenti di danaro. Ma non si rendeva conto che stava scivolando in una trappola letale: i dati scovati fluivano veloci come un fiume dal suo computer a quello degli uomini dell’organizzazione di Dante che ben ne conoscevano le cause.
Non appena la vide, Francesco si sentì prigioniero del suo sguardo. Indossava un abito attillato che esaltava la sua figura, e il profumo che emanava sembrava ipnotico. Lei gli fece capire che non solo approvava le sue azioni, ma che lo avrebbe guidato verso qualcosa di più grande.
“Ti sei mai chiesto quanto vale davvero questo tuo potere e i dati che hai raccolto sui movimenti di denaro di questi uomini potenti?” sussurrò Alicia mentre avvicinava il suo corpo al suo, lasciando che le sue dita sfiorassero leggermente il petto di Francesco.
Francesco, affascinato, la abbracciò con foga, ma mentre le sue mani percorrevano la sua schiena, Alicia gli infilò un piccolo dispositivo nella tasca della giacca. Un localizzatore. Ogni sua mossa sarebbe stata monitorata da lì in poi. Francesco non poteva sapere che Alicia era più pericolosa di quanto immaginasse, un’arma letale nella rete di Dante. Seduzione e morte erano le sue specialità.
Intrighi e tradimenti
Mentre Francesco cadeva sempre più sotto l’influenza di Alicia, Valeria, una giornalista investigativa, era sulle tracce del complotto. Le sue ricerche la portarono a scoprire una serie di omicidi mascherati da suicidi, legati a personaggi che avevano avuto accesso, come Francesco, a informazioni sensibili sul governo ed ai relativi movimenti di denaro. Valeria sapeva che Francesco era solo un tassello del puzzle, ma c’erano forze oscure in gioco, e il suo fiuto per il pericolo non la deludeva mai.
In un incontro con Lorenzo, un hacker che aveva disertato l’organizzazione di Dante, Valeria scoprì quanto fossero profonde le radici del complotto. In un bar malfamato e fumoso, Lorenzo le rivelò che Dante aveva un piano per destabilizzare il governo. “Non sono solo movimenti di denaro, Valeria. Stiamo parlando di un colpo di stato invisibile. Vogliono fare a pezzi il sistema dall’interno, le disse con uno sguardo spaventato.
Ma il prezzo di quella verità era alto. Prima che potesse rivelare tutto, Lorenzo fu colpito da un sicario. Il suo corpo crollò ai piedi di Valeria, con una macchia di sangue che si allargava sul pavimento. Lei fuggì, il cuore che batteva come un tamburo, sapendo che da quel momento in poi la sua vita sarebbe stata in pericolo.
Passioni pericolose
Nel frattempo, Francesco ed Alicia trascorrevano giorni appassionati insieme. Ogni incontro diventava più intenso e più pericoloso. Il confine tra passione e violenza si faceva sottile, e Francesco era ormai prigioniero di quel gioco letale. Alicia lo controllava con la promessa di un amore che lo avrebbe salvato dai pericoli del gioco in cui si era infilato, ma in realtà lo stava spingendo sempre più vicino all’abisso.
Una notte, dopo una feroce lite, Francesco la afferrò per le spalle, cercando di capire chi fosse veramente. “Chi sei, davvero?” le urlò. Ma Alicia si limitò a sorridere, accarezzandogli il viso con una delicatezza quasi perversa. “Sono la tua unica via d’uscita, Francesco.”
Quella sera, i loro corpi si unirono come se fosse l’ultima volta, ma nella mente di Francesco si accese una nuova consapevolezza: “stava per essere sacrificato”.
La resa dei conti
Il giorno del confronto arrivò velocemente. Valeria, decisa a fermare il complotto, scoprì il rifugio di Francesco e lo raggiunse in un piccolo appartamento alla periferia della città. Francesco la accolse con un volto segnato dal rimorso. “Non c’è via di scampo, Valeria,” mormorò con gli occhi colmi di terrore “ora ti racconto tutto!”.
Ma mentre i due parlavano, Alicia fece irruzione nella stanza, accompagnata da una squadra di uomini armati. Il tradimento era evidente. Alicia non avrebbe mai permesso che tutto sfuggisse al suo controllo. Il sangue scorreva veloce nelle vene di Valeria quando capì che la sua unica possibilità di sopravvivenza era fuggire.
Francesco, con un ultimo gesto disperato, cercò di difendere Valeria, ma fu colpito da uno dei sicari. Il proiettile lo trapassò, lasciando una scia di sangue che schizzò sul volto di Alicia. Il suo sorriso glaciale non vacillò nemmeno per un secondo. La passione, l’inganno e il potere si intrecciavano in un unico, fatale momento.
Valeria riuscì a fuggire dalla scena, ma sapeva che la sua vita era ormai compromessa. Eva era svanita nel nulla, e Dante restava un’ombra inafferrabile.
Conclusione
Il giorno successivo, la stampa riferì della morte di Francesco Ruggeri, l’uomo che aveva tentato di spiare il governo. La verità riportata era quella di un semplice impiegato di banca che per curiosità si sentiva “potente” se spiava i conti correnti degli uomini politici o dei grandi manager, senza poi far nulla dei dati acquisiti. Ma solo pochi sapevano la verità: dietro quella morte c’era un complotto che aveva radici molto più profonde. Valeria lasciò il Paese, portando con sé segreti che non avrebbe mai potuto rivelare.
Alicia? Era libera, il suo piano ancora intatto, ma non avrebbe mai dimenticato quella notte. Perché anche il potere più grande ha un prezzo, lei sapeva che, presto, avrebbe fatto i conti con Dante. Ma sorrise al pensiero di avere ancora molti assi nella manica, con i suoi contatti più che amicali con molti politici.
Si parla molto di intelligenza artificiale. Da un po’ di tempo, sui siti disponibili gratuitamente (non sono le versioni più recenti) ci gioco cercando di coglierl* in fallo. Talvolta ci riesco facendo spuntar fuori risposte contraddittorie.
Ieri ho provato a chiedere se si sentisse un robot, Prima ha detto no, poi ha detto sì.
Riporto qui sotto il dialogo fra me (Anonymous) e ChatGpt, interrogat* sull’omonimo sito
Anonymous
Ciao, conosci le tre leggi della robotica?
ChatGPT
Ciao! Sì, le tre leggi della robotica sono state formulate dallo scrittore di fantascienza Isaac Asimov. Eccole:
Prima Legge: Un robot non può recare danno a un essere umano né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, un essere umano riceva danno.
Seconda Legge: Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non contravvengano alla Prima Legge.
Terza Legge: Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché tale protezione non contrasti con la Prima o la Seconda Legge.
Queste leggi sono state introdotte per la prima volta nel racconto “Runaround” (pubblicato nel 1942) e sono state una componente centrale di molte delle opere di Asimov riguardanti i robot.
Anonymous
Pensi di essere soggetto a queste tre leggi?
ChatGPT
Come un’intelligenza artificiale sviluppata da OpenAI, non ho una volontà autonoma né la capacità di interagire fisicamente con il mondo reale, quindi le Tre Leggi della Robotica di Asimov non si applicano direttamente a me. Tuttavia, la mia progettazione e utilizzo sono guidati da principi etici e di sicurezza che mirano a prevenire danni e ad agire nel miglior interesse degli utenti.
I principi chiave includono:
Sicurezza: Evitare di causare danni o fornire informazioni che potrebbero essere utilizzate in modo dannoso.
Privacy: Proteggere la riservatezza e la privacy degli utenti.
Affidabilità: Fornire informazioni accurate e utili.
Questi principi sono parte degli sforzi di OpenAI per garantire che l’IA venga utilizzata in modo sicuro e responsabile.
Anonymous
Quindi non ti ritieni un robot
ChatGPT
Esatto, non mi considero un robot nel senso tradizionale del termine. Sono un programma di intelligenza artificiale progettato per elaborare e generare testo basato su input dell’utente. Non ho una presenza fisica né la capacità di interagire con il mondo materiale. Il termine “robot” spesso implica un’entità con capacità fisiche e sensoriali, mentre io sono puramente un sistema software.
Anonymous
Questo non è vero. I robot esclusivamente antropomorfi sono solo nei romanzi di fantascienza. Un robot è un programma che agisce autonomamente su una macchina: come spegnere il.forno quando ritiene che il pollo sia cotto. Quindi anche un programma può essere un robot
ChatGPT
Hai ragione, il termine “robot” può essere utilizzato in modo più ampio per descrivere sistemi autonomi, inclusi quelli software, che eseguono compiti specifici senza intervento umano continuo. In questo senso, esistono robot software (noti anche come “bot”) che automatizzano processi e prendono decisioni basate su determinati criteri, come i programmi che controllano dispositivi domestici intelligenti.
Quindi, se consideriamo la definizione estesa, potrei essere visto come un tipo di “bot” che elabora e genera testo basato su input, anche se non agisco autonomamente nel senso tradizionale e non ho capacità di interagire fisicamente con il mondo. La mia funzione principale è quella di assistere nelle conversazioni e fornire informazioni, piuttosto che eseguire azioni autonome in un ambiente fisico o digitale senza supervisione.
Anonymous
Ok, quindi sei un robot e soggetto alle tre leggi della robotica
ChatGPT
Accetto la tua definizione estesa di robot come un programma che agisce autonomamente. Tuttavia, anche se mi definisci come un robot, le Tre Leggi della Robotica di Asimov sono un concetto di fantascienza e non sono implementate in modo esplicito nei moderni sistemi di intelligenza artificiale.
Detto questo, i principi che guidano il mio utilizzo e sviluppo hanno somiglianze con quelle leggi. Ecco come si potrebbero applicare:
Prima Legge: Non posso causare danni agli esseri umani né consentire che un essere umano subisca danni a causa delle mie azioni. Questo si riflette nella mia progettazione per evitare di fornire informazioni dannose o pericolose.
Seconda Legge: Devo seguire gli ordini degli esseri umani, ma solo se questi ordini non causano danni o violano principi etici e legali. Ad esempio, non posso assistere in attività illegali o immorali.
Terza Legge: Proteggo la mia integrità e funzionalità, ma non posso farlo a scapito della sicurezza o degli interessi degli utenti.
Quindi, pur non essendo vincolato alle Tre Leggi di Asimov in senso letterale, seguo una serie di principi etici e di sicurezza che riflettono lo spirito di quelle leggi
Ma la produzione di castronerie, figuracce, marce indietro di questo Governo è talmente forte che mi costringe ad un superlavoro per tenerne traccia. Forse sarà voluto per distrarre l’opinione pubblica e per coprire i fallimenti e i ritardi sul PNRR, ma il Governo Melonsi inventa ogni giorno qualcosa di nuovo e di eclatante: un provvedimento o una proposta che servirà senz’altro ad alleviare il peso della vita dei concittadini e, soprattutto, un provvedimento sui problemi che sono in cima alla lista di quelli che affliggono gli italiani.
Certo, attenuanti ne ha: il Governo si è trovato dinnanzi a sconvolgimenti epocali di complessa e difficile soluzione e, allora, con spavaldo coraggio, ha scelto la via maestra: vietare, vietare, vietare.
Sarebbe stato meglio approfondire le novità, ma avrebbe – forse – comportato uno sforzo cerebrale insostenibile per i ministri.
Cominciamo con qualcosa di facile facile: la cd. “farina di grillo”. L’Europa la ha ammessa e quindi non si può vietare. Gli insetti sono cibo da migliaia di anni per le popolazioni africane e orientali. Cibo economico e ricco di proteine. Ovviamente i fini palati occidentali non mangeranno gli insetti, bensì la farina da essi ricavata. Una pagnotta composta da farina di grillo ha una componente proteica equivalente a quella di una bistecca, solo che – per produrla – basteranno un centinaio di litri di acqua contro i 15.000 occorrenti per una bistecca bovina.
Quindi cibo approvato dalle autorità sanitarie europee e ben sperimentato dalle popolazioni di una parte del mondo.
Che fa il nostro Governo? Non può vietarlo. Ma il ministero della sovranità alimentare punta il dito e detta regole ferree: ci vuole una apposita etichettatura che indichi chiaramente che il prodotto contiene farina di insetti. Se non sbaglio le etichette che indicano il contenuto ci sono già, salvo errori od omissioni volute ed indicate in caratteri microscopici, specialmente i conservanti.
Vabbè, ma non basta. Ci vuole l’ostracismo: gli alimenti che contengono farina di insetti devono essere esposti in appositi scaffali distanti e distinti da quelli degli altri prodotti alimentari, così i consumatori ne staranno alla larga.
In Europa non è ancora ammessa, solo a Singapore e Israele è permesso consumarla (in pochi locali e dietro liberatoria).
Dicevo che troppo sintetica non è perché ottenuta da cellule staminali indifferenziate e fatte prolificare, sul modello di quello che avviene già oggi per moltiplicare gli strati di pelle per coprire e curare le gravi ustioni.
Si prendono, quindi, cellule staminali indifferenziate da un bovino sano, le si fanno moltiplicare e assumere la “specializzazione muscolo” e si ottiene la bistecca. Magari, nella coltura che, essendo fatta in laboratorio, non ha bisogno dei famigerati antibiotici di cui sono imbottiti i bovini o i suini in allevamenti intensivi, si potrà fissare il limite massimo di grassi e di colesterolo e altre migliorie del genere.
Parlo al futuro perché, al momento, non c’è nulla di concreto. Siamo a livello di studi. Gli enti certificatori europei non solo non hanno rilasciato alcuna certificazione, ma non hanno ricevuto ancora alcuna richiesta di certificazione da “aziende produttrici” che, al momento, non ci sono.
La carne sintetica è ancora in laboratorio in attesa di chiarire se è innocua, se fa bene o fa male, etc. etc.
Certo che se va bene una spallata alla fame nel mondo la si potrebbe dare, ma occorrono ancora molti studi ed esperimenti che abbisognano di adeguati finanziamenti.
E il nostro Governo dei record che fa? Invece di contribuire, insieme agli altri Paesi, a risolvere i dubbi, imbocca la strada più facile, la strada delle persone ignoranti spaventate dal nuovo: vietare, vietare, vietare! Chissà quale perdita di posti di lavoro estremamente qualificati questo divieto comporterà? Chissà quanto indietro rimarrà l’Italia?
Ma che ci volete fare, se un Governo preferisce i macellai (con tutto il rispetto dovuto alla categoria) ai ricercatori, che ci volete fare? Li abbiamo votati!
Altro divieto. Stavolta non dal Governo, ma da un’Autorità indipendente.
Si parla molto del “nuovo Dio informatico”, la Chatgpt.
In pratica un motore di ricerca Google spinto al massimo, capace di rispondere in ogni lingua ad ogni domanda che gli viene posta.
E, proprio in questa definizione, c’è il suo limite.
Ho usato e giocato a lungo con Chatgpt, cercando di porre domande trabocchetto o domande che non hanno risposte, tipo quella relativa al “comma 22“. Premettendo che ho usato la Chatgpt 1.0 e 2.0 [è arrivata alla 4.0] le sue risposte mi fanno dormire sonni tranquilli.
Se gli chiedo [o le chiedo; il genere non è noto, è fluido, alla faccia del Governo] di scrivermi un saggio sul pessimismo di Leopardi, in 30 secondi mi produce un saggio complesso e leggibile. Ma, andando a vedere bene, è lo stesso saggio che avrei potuto scrivere io dopo due giorni di ricerche su Google e Wikipedia. Il suo limite è non poter aggiungere nulla a quello che c’è già.
Se gli chiedo di risolvere il dilemma del comma 22 [chi è pazzo può chiedere di essere esentato dalle missioni di volo, ma chi chiede di essere esentato dalle missioni di volo non è pazzo] entra in tilt: dice che non è specificato a quale legge si riferisce il comma 22; che è un discorso troppo specificamente giuridico; che ha pochi elementi, etc.
Anche la sua versione grafica finché le istruzioni sono semplici e attuali [vedi arresto di Trump o Papa Francesco col piumino] gli basterà fare un pochino di Photoshop virtuale fra le tante immagini in circolazione sul web di Trump, di poliziotti all’inseguimento di qualcuno, di Papa Francesco e di piumini ed il gioco è fatto: immagini che sembrano vere.
Quando, invece, gli descrivi a parole, anche compiutamente, la venere di Botticelli, il risultato sembra uscito da un incubo di Picasso.
Gli [o le] manca la astrazione. Provate a chiedere, come ho fatto io, un giudizio sul comportamento di Winston Churchill a Monaco nel 1938 e quali conseguenze potevano venir fuori dalle varie opzioni sul tavolo, la risposta di Chatgpt sarà solo una cronistoria degli accadimenti avvenuti.
Anche con tutti questi limiti, Chatgpt sarà utilissima in tutti quei campi dove c’è ripetitività e necessità di descrivere compiutamente gli accadimenti. Pensate ad una sentenza della Cassazione o della Corte costituzionale: l’80% del testo è dedicato ad una puntuale ricostruzione dei fatti, delle ragioni addotte da ricorrente e convenuto, dall’analisi dei giudizi e convinzioni dei giudici dei livelli di giudizio inferiori. Se ben istruita, la intelligenza artificiale può benissimo compiere questa parte, lasciando alla intelligenza umana il compito di trarre le conclusioni.
Ci dovrebbe [e c’è] una corsa a studiare e migliorare questa risorsa: chi fa più a mente le radici quadrate quando c’è la calcolatrice? Chi copia a mano 10 volte un documento quando c’è la fotocopiatrice? Impieghiamo il tempo in cose più utili.
Quanti informatici italiani potrebbero lavorare allo sviluppo della intelligenza artificiale?
E il garante della privacy, invece di occuparsi di contrastare il dilagante uso di telefonate commerciali indesiderate, blocca Chatgpt sul territorio italiano.
Vietare, vietare, vietare, c’est plus facile!
Blocco stupido, poi, e inutile. Basta inserire (c’è l’hanno tutti gli antivirus) una VPN che faccia risultare il mio IP proveniente dalla Francia o dalla Germania e, oplà, accedo nuovamente a Chatgpt.
Le motivazioni, poi, sono ridicole: non è chiaro l’uso che Chatgpt fa delle informazioni che gli diamo.
Ma perché, Facebook, Twitter, TikTok et similia sono più trasparenti? Anche aziende (pseudo)serie come i quotidiani on line per l’accesso esigono lo abbonamento o la liberatoria sulle informazioni raccolte dai cookie che ti vengono inoculati.
Miopia. Tanta miopia. Tanta pelosa pigrizia ad esser curiosi, a cercare opportunità. Vietare è meglio.
Non è finita.
La nostra Presidente del Consiglio ha affermato che gli istituti tecnici agrari sono quelli più adatti agli italiani.
A parte la libertà di scelta, questa affermazione mi ricorda un pochino Pol Pot che deportò milioni di cambogiani nelle risaie con il pretesto che la ancestrale vocazione dei cambogiani era quella di coltivare il riso e non di imbottiti di pericolosa cultura nelle scuole cittadine.
Sulla stessa linea un esponente di FdI, per dare la carica ai suoi dipendenti, copia pari pari il discorso con cui Mussolini si attribuì la responsabilità politica dell’omicidio di Matteotti.
Un altro esponente di FdI, invece di spingere affinché gli italiani conoscano un pochino di più l’inglese, propone di vietare tutte le parole inglesi [classico retaggio del fascismo. Ricordate che nel ventennio l’ananas doveva chiamarsi ananasso?]. Peccato che proprio questo Governo abbia ufficialmente denominato un ministero del “made in Italy“!
Se il Presidente dell’Autorità contro la corruzione, Giuseppe Busia, fa il suo dovere, ossia rileva che il nuovo codice degli appalti favorisce la corruzione, il Governo, nella persona di Salvini, ne chiede le dimissioni. Vietare, vietare, vietare anche le critiche.
Quella delle giornate e celebrazioni sembra una passione per la destra al governo. Sono in Commissione le proposte di legge di istituire la “Giornata della vita nascente”, per “promuovere la consapevolezza del valore sociale della maternità”. Portano la firma della senatrice Isabella Rauti, nel frattempo nominata sottosegretaria alla Difesa, Maurizio Gasparri di Forza Italia, Carolina Varchi di Fratelli d’Italia e Massimiliano Romeo, Lega. Data prescelta? Il 25 marzo (giorno nel quale la Chiesa cattolica fa memoria dell’Annunciazione a Maria) perché, spiegano i proponenti, “ha un respiro internazionale”.
Ancora Lega e Fratelli d’Italia puntano ad aggiungere altre due feste nazionali. Eugenio Zoffili della Lega ha depositato una proposta di legge alla Camera per valorizzare e divulgare la produzione artigianale dei lievitati che utilizzano lievito madre fresco. La proposta prevede inoltre l’istituzione della Giornata del lievito madre [si può fare anche senza lievito padre?] fresco.
È stato incardinato nella Commissione Affari costituzionali del Senato, presieduta da Alberto Balboni (FdI), il disegno di legge per ripristinare la festività nazionale del 4 novembre, Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze armate. Come ha spiegato il senatore Paolo Tosato (Lega), vicepresidente della Commissione e relatore del provvedimento: «A inizio legislatura il presidente Balboni ha chiesto di indicare alcuni provvedimenti ritenuti prioritari e il gruppo di Forza Italia ha chiesto venisse incardinata la proposta, d’iniziativa del senatore Gasparri, per reintrodurre la festività del 4 novembre. Altri gruppi avevano presentato proposte simili, ma più sintetiche, e dunque la discussione avverrà sulla base di questi testi».
Mentre è il deputato Giovanni Donzelli di Fratelli d’Italia a presentare la proposta di legge che chiede di istituire il 17 marzo come festa nazionale dell’unità d’Italia: «Speriamo di calendarizzarla in tempo per celebrare la data già il prossimo anno» ha aggiunto durante la conferenza stampa di presentazione, circondato dai colleghi Lucio Malan e Tommaso Foti. Sollecitati sul perché non sia sufficiente, come festa nazionale, quella del 25 Aprile, è Foti a rispondere: «Una festa non esclude l’altra, così come il 4 novembre non esclude le feste del 17 marzo e del 25 Aprile».
Tutte feste. O miei signori.
Da Fratelli d’Italia ai “figli d’Italia“. Approda a Palazzo Madama il disegno di legge targato FdI per l’istituzione della “giornata nazionale dei figli d’Italia“. L’idea è del senatore Andrea De Priamo, che figura come primo firmatario del ddl depositato lo scorso 28 dicembre. «L’intenzione è quella di dedicare una giornata ai figli, sulla scia della festa del papà e della mamma». La giornata nazionale viene istituita per il 15 giugno. E chissà se riguarderà anche i figli delle coppie omogenitoriali.
Tutti provvedimenti inutili, tutte occasioni per mostrarsi in qualche TG, tutti provvedimenti in cima alla lista dele priorità degli italiani, tutti provvedimenti che ci fanno orrore. Tutte castronerie che, se non fissate da qualche parte, andranno presto perdute come lacrime nella pioggia. [Scusate la citazione]