Archivio degli articoli con tag: incidenti stradali

È settembre, fa ancora caldo e ci stiamo lasciando alle spalle una estate che non esito a definire da incubo.

Proclami sovranisti come “gli omosessuali sono anormali” spacciati per espressione del comune sentire; la famiglia ridotta all’ancestrale mamma, papà e figli [non è chiaro se quelli adulterini siano compresi]; vite spezzate sulla strada da auto lanciate a tutta velocità con conducenti impegnati in “dirette Facebook” per conquistare “qualche like in più”; vite spezzate sul lavoro per carenza di adozione delle misure di protezione necessaria: vite femminili spezzate sol perché la donna [e qui siamo a livelli di considerare la donna come la considerano i genitori della povera Saman Abbas] ha deciso di concludere una relazione affettiva: non le è concesso, è un’onta che si lava con la soppressione di una vita.

Accanto a tutto queste nefandezze ci sono atti minori che tutti abbiamo sperimentato: siete in auto, rallentate per cercare parcheggio o vi fermate per far scendere o salire un passeggero: dopo quanti secondi le auto dietro di voi cominciano a strombazzare? Siete in auto: quante auto in strada di montagna, siete sulla destra e andate a 50 all’ora, massima velocità consentita: quante auto “vi fanno i fari” o vi strombazzano che vogliono sorpassarvi? O, al contrario, vi vengono incontro in senso contrario invadendo tranquillamente la vostra corsia?

Ho sentito sociologi che danno la colpa a questo imbarbarimento al nuovo governo che, in pratica, ha sdoganato il sovranismo, anche personale, e i comportamenti poco corretti: io sono io e il mio microcosmo vale quanto il cosmo totale. Una degenerazione del famigerato “uno vale uno” dei primi Cinquestelle.

Non sono molto d’accordo: il governo sovranista, che tace sulle esternazioni del Generale Vannacci, che invoca lo “stato di guerra” contro i migranti, che inveisce contro l’Unione europea per mancanze di cui è sua la colpa, che difende la società basata solo su Dio e Famiglia, ci ha messo il carico da novanta, ma ha trovato il terreno già fertilizzato da qualcos’altro.

Secondo me, la nostra società sta pagando ancora le conseguenze del COVID, ormai dimenticato dal media e dalla nostra memoria.

Ma fate uno sforzo e cercate di ricordare la situazione del 2020 e 2021: ospedali al collasso, morti a raffica mascherine, attesa spasmodica di un vaccino. Ma, soprattutto una cosa importante e un pochino sottovalutata. Vi ricordate? Prima del 2020 si ci incontrava, si ci salutava se non con baci e abbracci, almeno con una stratta di mano. Dal COVID no. Ogni contatto bandito. E non solo. L’altro non era più un fratello, un amico, un conoscente: era il nemico che poteva infettarti e anche farti morire. Era qualcuno da evitare e da combattere se si avvicinava troppo. Ricordate la querelle che divideva i vaccinati dai non vaccinati?

Ecco, secondo me, qualcosa è rimasto nella considerazione dell’altro da te. Non più persona amica che ti toglie dalla solitudine, bensì possibile nemico da evitare in ogni modo…… e da combattere.

Fino a che non ritorneremo a considerare l’altro da te come “il prossimo tuo” questa situazione di guerra anarchica non potrà avere fine.

Tutti sappiamo che il giornalista che scrive un articolo non ne scrive il titolo, riservato a quella figura a metà fra il pubblicitario e l’affabulatore, chiamato “titolista”.
Egli ha il solo scopo di attirare, con un titolo ad effetto, l’attenzione del lettore sull’articolo.
Per far ciò ricorre ad ogni mezzo, compreso quello di falsare completamente il contenuto dell’articolo.
Ad esempio, prendiamo l’articolo pubblicato oggi sul sito web di Repubblica.it.
https://milano.repubblica.it/cronaca/2022/07/26/news/greta_curti_morta_21_anni_incidente_stradale_appiano_gentile-359247327/?ref=RHTP-BH-I359028054-P3-S3-T1
L’articolo racconta della tragica morte in un incidente stradale di una giovane ragazza che rientrava a casa in auto con un amico, alle 4 di notte, dopo aver terminato il turno di lavoro.
Poverina, ma la notizia, in sè, non è eclatante, non attira l’attenzione.
Ed ecco il titolista all’opera: sulla prima pagina di Repubblica.it compare questo titolo che rimanda all’articolo suddetto:”Accetta un passaggio all’alba dopo il turno di lavoro in un bar: morta a 21 anni”.
Ecco creato il “gancio”. Con un titolo del genere il lettore è autorizzato a pensare di tutto, dallo stupro, alla violanza di un sadico, alla presenza di un mostro in quella località.
Una triste e banale storia trasformata in un giallo!!

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