Archivio degli articoli con tag: Movimento Cinquestelle

E’ di oggi la richiesta di espulsione dal Movimento Cinquestelle dei Senatori che non ha votato la fiducia al Governo Draghi in difformità a quanto deciso sul referendum sulla Piattaforma Rousseau.

La scusa è che il quesito votato giovedì scorso verteva sulla creazione di un superministero della transizione ecologica che, poi, non è stato assegnato ad un Cinquestelle (bensì a Cingolani) e non ha incorporato il Ministero dello Sviluppo economico.

Il bello che si sono incartati da soli.

La Costituzione italiana, all’articolo 67, espressamente esclude il vincolo di mandato, ossia l’obbligo dei parlamentari di votare secondo le indicazioni del partito o del Gruppo parlamentare di appartenenza.

La ratio è chiara: preservare, in ogni caso, la libertà di coscienza dei rappresentanti del popolo.

Il bello è che proprio i Cinquestelle nel loro statuto e nei loro regolamenti parlamentari di Camera e Senato, obbligano gli iscritti e i parlamentari – pena l’esclusione – ad esprimere la loro volontà in conformità al volere del partito e delle risultanze della base espresse sulla piattaforma Rousseau.

E’ quindi un rapporto privato che incide su rapporti privati liberamente sottoscritti. Nessuno vieterà mai ad un parlamentare Cinquestelle di votare in difformità a quanto deciso dalla base o dal vertice, ma – se lo fa – intervengono le conseguenze – privatistiche – di accordi privati che regolano l’appartenenza ad un organismo privato come è il partito politico, visto che mai in Italia si è data attuazione all’articolo 49 della Costituzione che regola la vita dei partiti politici.

Ora i parlamentari Cinquestelle in odore di espulsione parlano di ricorsi e di avvocati.

Ma….. chi è causa del suo mal, pianga se stesso.! Ormai il Movimento Cinquestelle è assimilato all’implosione della ex-Jugoslavia.

Mattarella ha spiegato cosa è successo. Ha spiegato che le elezioni del 4 marzo hanno visto come primo partito i Cinquestelle e come componente della prima coalizione la Lega.

Ha spiegato che ha dato un primo incarico esplorativo al Presidente del Senato Casellati per vedere se Cinquestelle e Lega potevano trovare un accordo. Esito negativo.

Ha spiegato che ha dato un secondo incarico esplorativo al Presidente della Camera Fico per vedere se fra Cinquestelle e PD poteva trovarsi un accordo. Esito negativo.

Poi è scoppiato l’amore fra Cinquestelle e Lega che hanno imposto il loro metodo di lavoro: prima il programma concordato fra i partiti e poi il nome del candidato premier. E’ irrituale, perché l’art. 93 della Costituzione afferma che il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio e questi stila il programma di governo che deve avere la fiducia delle Camere (art.94 Cost.).

Pur di avere un Governo, Mattarella ha lasciato correre, finché Di Maio e Salvini, segretari di Partito, gli hanno fatto il nome di Giuseppe Conte, semisconosciuto professore.

Quindi – nonostante le contrarie affermazioni dei due partiti che su tale argomento hanno più volte criticato i governi precedenti – un candidato Presidente del Consiglio NON eletto e tecnico.

Dopo qualche titubanza, Mattarella ha accettato e Conte ha accettato l’incarico.

Ora l’articolo 92 della Costituzione prevede che il Presidente della Repubblica nomina i ministri su proposta del Presidente del Consiglio.

Cosa che non è avvenuta. Al povero Conte è stata consegnata, oltre al cd. “contratto di governo” già preconfezionato, anche una lista di ministri su cui il candidato Premier non ha potuto metter becco, tanto che oggi a discutere con Mattarella sono andati Di Maio e Salvini, mica Conte.

Il povero Conte ha rinunciato all’incarico e Mattarella ha dato le spiegazioni che potete conoscete e potete leggere cliccando qui o vedere e sentire cliccando qui.

Ha parlato di spread , di fedeltà all’Europa, di un ministro che auspica l’uscita dall’Euro, della salita dei costi dei mutui etc. etc.

Ma Mattarella è un gentiluomo e non ha detto la cosa principale, il motivo istituzionale conforme alla Costituzione, da cui è scaturito il contrato che ha indotto il Candidato Premier Giuseppe Conte a rinunciare all’incarico.

Come ho già scritto l’articolo 95 della Costituzione afferma “Il Presidente del Consiglio dei ministri dirige la politica generale del Governo e ne è responsabile. Mantiene l’unità di indirizzo politico e amministrativo, promuovendo e coordinando l’attività dei ministri.”

L’articolo 92 della Costituzione afferma che “il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei Ministri e, su proposta di questo, i ministri.”

Ecco, a questo  punto il Presidente Mattarella se non fosse un gentiluomo, avrebbe dovuto aggiungere a quello che ha detto anche un altro concetto: “Il Candidato Presidente Giuseppe Conte, visto che mi ha detto di aver ricevuto dalla Lega e dal Movimento Cinquestelle un programma preconfezionato, visto che non ha la facoltà di scegliere i suoi ministri dato che per una mia perplessità su un ministro, invece che con lui, ho dovuto parlare con i segretari di partiti, non risponde alle caratteristiche richieste dall’articolo 95 e dall’articolo 92 della Costituzione, non è idoneo alla carica di Presidente del Consiglio.”

Ma Mattarella è troppo un gentiluomo per prendersela con un povero cristo di Giuseppe Conte.

 

 

sergioferraiolo

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