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Impulso di scrittura giornaliero
Qual è stata l’ultima cosa che hai fatto per gioco o divertimento?

No, scrivere non è una fatica, non sono lacrime e sangue. Il foglio si riempie da solo. Solo c’è un segreto. E’ assolutamente impossibile avere un tema e cominciare a scrivere di getto. Vi ricordate al liceo? Il/la prof. dettava la traccia e la paura si impadroniva di voi. Certo. Il cervello non è una macchina. Se fosse una macchina produrrebbe saggi miserevoli come quelli di Chat Gpt.

Una volta ottenuta una traccia, il cervello deve essere laciato in pace a ronzare per conto suo. A scuola si ci metteva a pensare alla ragazza con i capelli rossi che ci piaceva tanto. Ora, la cosa migliore è andare in un parco e farsi una passeggiata senza necessariamente pensare a quello che dovrai scrivere.

Stai tranquillo/a, ogni tanto il tup cervello ti manderà un input, uno stimolo; risponderai senza pensare a ciò che dovrai scrivere, ma il cervello continuerà a lavorare e, qundo ti troverai davanti al foglio bianco (o allo schermo bianco) le parole fluiranno da sole.

La tua unica preoccupazione sarà quella di correggere gli inevitabili errori di ortografia.

Viaggio molto e, per non disperdere i ricordi, scrivo libretti su cui deposito sensazioni, enozioni, aneddoti riportati durante il viaggio.

Credetemi, quando mi siedo davanti al computer per scrivere questi libretti [potete trovarli qui https://www.amazon.it/s?k=%22sergio+Ferraiolo%22&__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&crid=TTLBQVP9WFN&sprefix=sergio+ferraiolo+%2Caps%2C91&ref=nb_sb_noss_2] non so assolutamete cosa scriverò. Il cervello ha già lavorato per conto mio. Devo trovare la forza di frenare l’irruenza delle parole che scorrono come un fiume in piena.

Ecco, io mi diverto così.

Come forse sapete, quest’anno, ho trascorso le vacanze al fresco. No, non in prigione, bensì in un piccolo paese fra Avellino e Salerno, Acerno.

Posto a circa 800 metri di altezza, ha un clima molto fresco, bellissimi boschi, pieni di sorgenti e torrenti nei quali fare trek.

I prezzi sono molto abbordabili in tutte le categorie, molto, ma molto inferiori a quelle delle più famose stazioni montane.

Insomma pienamente soddisfatto.

Ho cercato anche di capire il modo di vivere degli abitanti. Una vacanza anche anropologica, insomma.

Ho raccolto le mie impressione e qualche consiglio in un libretto che potete trovare su Amazon.it a questo indirizzo https://www.amazon.it/dp/B0CHL16C11/ .

E’ corredato da molte fotografie a colori e il prezzo è economico come Acerno.

Disponibile sia in versione cartacea sia in versione Ebook.

È settembre, fa ancora caldo e ci stiamo lasciando alle spalle una estate che non esito a definire da incubo.

Proclami sovranisti come “gli omosessuali sono anormali” spacciati per espressione del comune sentire; la famiglia ridotta all’ancestrale mamma, papà e figli [non è chiaro se quelli adulterini siano compresi]; vite spezzate sulla strada da auto lanciate a tutta velocità con conducenti impegnati in “dirette Facebook” per conquistare “qualche like in più”; vite spezzate sul lavoro per carenza di adozione delle misure di protezione necessaria: vite femminili spezzate sol perché la donna [e qui siamo a livelli di considerare la donna come la considerano i genitori della povera Saman Abbas] ha deciso di concludere una relazione affettiva: non le è concesso, è un’onta che si lava con la soppressione di una vita.

Accanto a tutto queste nefandezze ci sono atti minori che tutti abbiamo sperimentato: siete in auto, rallentate per cercare parcheggio o vi fermate per far scendere o salire un passeggero: dopo quanti secondi le auto dietro di voi cominciano a strombazzare? Siete in auto: quante auto in strada di montagna, siete sulla destra e andate a 50 all’ora, massima velocità consentita: quante auto “vi fanno i fari” o vi strombazzano che vogliono sorpassarvi? O, al contrario, vi vengono incontro in senso contrario invadendo tranquillamente la vostra corsia?

Ho sentito sociologi che danno la colpa a questo imbarbarimento al nuovo governo che, in pratica, ha sdoganato il sovranismo, anche personale, e i comportamenti poco corretti: io sono io e il mio microcosmo vale quanto il cosmo totale. Una degenerazione del famigerato “uno vale uno” dei primi Cinquestelle.

Non sono molto d’accordo: il governo sovranista, che tace sulle esternazioni del Generale Vannacci, che invoca lo “stato di guerra” contro i migranti, che inveisce contro l’Unione europea per mancanze di cui è sua la colpa, che difende la società basata solo su Dio e Famiglia, ci ha messo il carico da novanta, ma ha trovato il terreno già fertilizzato da qualcos’altro.

Secondo me, la nostra società sta pagando ancora le conseguenze del COVID, ormai dimenticato dal media e dalla nostra memoria.

Ma fate uno sforzo e cercate di ricordare la situazione del 2020 e 2021: ospedali al collasso, morti a raffica mascherine, attesa spasmodica di un vaccino. Ma, soprattutto una cosa importante e un pochino sottovalutata. Vi ricordate? Prima del 2020 si ci incontrava, si ci salutava se non con baci e abbracci, almeno con una stratta di mano. Dal COVID no. Ogni contatto bandito. E non solo. L’altro non era più un fratello, un amico, un conoscente: era il nemico che poteva infettarti e anche farti morire. Era qualcuno da evitare e da combattere se si avvicinava troppo. Ricordate la querelle che divideva i vaccinati dai non vaccinati?

Ecco, secondo me, qualcosa è rimasto nella considerazione dell’altro da te. Non più persona amica che ti toglie dalla solitudine, bensì possibile nemico da evitare in ogni modo…… e da combattere.

Fino a che non ritorneremo a considerare l’altro da te come “il prossimo tuo” questa situazione di guerra anarchica non potrà avere fine.

L’estate sta finendo, cantavano i Righeira all’inizio degli anni ’80 e anche qui ad Acerno, l’estate sta proprio finendo. Oggi è il 30 agosto ed è il secondo giorno consecutivo che piove, anzi il terzo.

Gli esercizi commerciali che potevano avere qualcosa a che fare con il turismo continuano a chiudere “per ferie”. Riapriranno, per un breve periodo intorno al 6 settembre in occasione della festa della Montagna.

Oggi ha chiuso un bar ma, soprattutto una pizzeria rosticceria che faceva ottime pizze e ottimi calzoni con formaggio e fiori di zucca.

Spero che l’agnello al forno che Padron Sergio mi ha promesso per stasera non sarà un miraggio.

Via Duomo e Viale San Donato la sera sono sempre più deserti, anche per il repentino abbassamento della temperatura. Ieri sera eravamo a 15 gradi, tre giorni dopo i 25 serotini.

Faccio i bagagli, domani si ritorna nella sempre più putrida Roma capitale, città dove, in agosto, per 15 giorni la Metro non ha proprio circolato, dove non si trovano taxi, dove ogni autunno è sempre più dura.

Cosa mi lascia Acerno? Non è certo la prima volta che ci vengo. Anche lo scorso anno ci ho passato 20 giorni di agosto, ma è la prima volta che ho un alloggio in pieno centro.

La “piazzetta” è a 60 metri, la Chiesa della Madonna delle grazie, con le sue campane che battono ogni quarto, è proprio attaccata alla casa.

Chiesa “madonna delle grazie”

È bastato un mese e tutti mi salutano, sono diventato anche io un pastore di questo presepe?

Non so se per ritegno o altro, no ho mai sentito una acernese che si lamenti della sua vita e delle potenzialità inespresse del paese [di cui ho parlato diffusamente qui: https://sergioferraiolo.com/2023/08/29/cronache-paesane-7/]. Mi sembra che accettino la vita semplice, non dico da “Cristo si è fermato a Eboli”, ma degli anni ’60 e che questa vita, almeno nello spazio agostano che ho vissuto, a loro non dispiaccia affatto.

Il “Castello dei sogni negli anni ’60”

Del resto quante volte ci siamo detti felici di un ritorno ai tranquilli (e felici) anni ’60?

Gli anni ’60 qui ci sono e ci sono proprio nel mese in cui tutto il resto dell’Italia è messo in subbuglio da mandrie di turisti che si spostano dall’Etna al Monte Bianco e viceversa per, poi, trovare le stesse cose [e gli stessi pensieri] di casa loro?

Come ho scritto qui non è l’Eden; magagne ce ne sono, più che altro potenzialità inespresse o che non si vogliono esprimere.

Poi, dipende da che cosa si pretende da una vacanza per sfuggire alla canicola agostana, le Feriae Augusti (riposo di Augusto), indicante una festività istituita dall’imperatore Augusto nel 18 a.C. da celebrarsi il 1º agosto e che si aggiungeva alle altre festività cadenti nello stesso mese, come i Vinalia rustica, i Nemoralia o i Consualia. Era un periodo di riposo e di festeggiamenti che traeva origine dalla tradizione dei Consualia, feste che celebravano la fine dei lavori agricoli, dedicate a Conso, dio della terra e della fertilità. L’antico Ferragosto, oltre agli evidenti fini di auto-promozione politica, aveva lo scopo di collegare le principali festività agostane per fornire un adeguato periodo di riposo, anche detto Augustali, necessario dopo le grandi fatiche profuse durante le settimane precedenti.

Ferie Augustae

Come al solito la religione superveniens, il Cattolicesimo, si appropriò anche di questa festa per dedicarla, il giorno 15, al “miracolo” dell’Assunzione di Maria, madre di Cristo.

Scusate la digressione. Dicevo “cosa si vuole da una vacanza nel periodo tradizionalmente più caldo dell’anno?”. Frescura: e la frescura c’è. Boschi ombrosi e freschi ruscelli ove bagnare non solo le estremità. Possibilità di attività sportive? Bellissimi ed ombrosi sentieri [purtroppo non sempre ben segnati] per tutte le gambe e per tutte le pance, brevi o lunghi che si desiderano. Il buon trek è assicurato.

Ottimi sentieri da trek

Buon cibo? Fra Acerno e paesi viciniori ottima carne, agnello arrosto, pasta fatta in casa, funghi porcini, tartufi neri, dolci gustosi. Non è il paradiso dei vegetariani che si possono però consolare, a meno che non siano anche vegani, con gli ottimi formaggi. Dolci? Fra fragolate, pasticelle e caldarroste c’è l’imbarazzo della scelta.

fragolata

Vacanza che non faccia piangere il portafoglio? I prezzi sono decisamente bassi, sia nei negozi, sia nei ristoranti. Bassi rispetto a quelli di Roma, bassissimi in confronto a quei ristoratori che ti chiedono due euro per un piatto vuoto in più o per tagliarti un toast.

Cordialità degli abitanti: dopo due giorni tutti ti salutano ed è inevitabile scambiare quattro chiacchiere ogni volta che entri in un negozio.

Non c’è altro: non ci sono le dotte conferenze, c’è la recita in piazza di una commedia di Scarpetta dei ragazzi ed il saggio di danza delle bambine.

Non ci sono VIP o Rockstar che allietano le serate, ci sono band locali e Anna Tatangelo che canta alla festa del Santo Patrono.

Non ci sono sfilate dell’Alta moda che verrà ma, vi assicuro, basta assistere ad uno dei numerosi matrimoni che gli acernesi celebrano nel mese di ritorno degli emigrati, per farsi una idea dei vestiti che “realmente” si porteranno.

Sì, attività ripetute, ma anche a Cortina non si finisce sempre nella “Cooperativa” a comprare cose che non si useranno mai?. Fortunatamente tutto questo dura solo un mese con la precipua funzione di farci apprezzare un po’ di più il tran tran degli altri undici mesi.

Alla prossima….

Fin ora vi ho raccontato un po’ Acerno e la vita acernese. Oggi piove, l’estate pare finita, ma non demordo.

Molti lettori mi dicono che ho paragonato Acerno ad un eden dove tutto va bene e tutto è bello.

Ovviamente non è così, ma un bilanciamento del positivo e del negativo è senz’altro a favore del positivo.

Per onestà devo raccontare le cose che non vanno. Secondo me le negatività dipendono molto dal fatto che gli acernesi non gradiscono molto l’espansione turistica del paese: hanno trovato – dopo il terremoto del 1980 – un modus vivendi che a loro sta bene e che non amano cambiare.

Per i servizi fanno una eccezione ad agosto, sia per massimizzare gli incassi, sia perché ad agosto tornano gli emigrati: per tutto il mese i negozi sono tutti aperti, domeniche e festività comprese, spesso anche oltre l’orario stabilito. Poi, d’improvviso, passata l’ultima domenica di agosto, tutti chiusi fino al 6 settembre, quando ci sarà la “festa della montagna”. Ieri, lunedì 28 agosto, era una pena: chiusa la straordinaria pasticceria “Lucia”, chiuso il centralissimo “bar Massimo”, rimane aperto, non so per quanto, l’ottimo ristorante/pensione “il Tartufo”, ma ieri padron Sergio vagheggiava di cessione dell’attività. L’altra icona, il bar Jolly dall’ottima fragolata e ottimi panini, era aperto, ma i tavolini ieri erano tutti dentro e nulla all’esterno.

Bar Massimo

Eppure le previsioni meteo danno, dopo questi tre giorni di pioggia il ritorno dell’estate con temperature gradevoli e sole.

Un’altra magagna sono i sentieri per il trek. Penso che in Italia non esista una location migliore dei monti Picentini La ricchezza di acque fa sì che una grande quantità di bellissimi sentieri sia completamente coperti dall’ombra di alberi e percorsi da molti torrentelli derivanti dalle molte sorgenti. Una frescura mai vista neppure sulle strapubblicizzate Dolomiti.

Sentiero Scorzella

Eppure la segnaletica a strisce bianche e rosse lascia molto, ma molto a desiderare. Spesso e volentieri dopo un segnavia, c’è il nulla e l’escursionista si perde.  C’è chi parla di disinteresse, c’è chi parla di taglio indiscriminato di alberi [dove c’erano i segnavia], c’è chi parla – ma spero che si sbagli – di una voluta disinformazione per scoraggiare gli escursionisti dal frequentare quei sentieri che servono per il trasporto, non proprio legale, della legna tagliata. E molti sentieri sono da “pulire” da felci e arbusti spinosi.

Eppure questi sentieri sono assolutamente fantastici. Perché arrivare sulle Dolomiti o in Val d’Aosta quando i migliori sentieri per trek sono qui?

guado

Sta di fatto che, quando ero bambino, i boschi, soprattutto di castagni, attorno Acerno erano sempre di libero accesso; oggi sono tutti recintati.

E non c’è solo questo. Metto le mani avanti. I fatti che narrerò son veri, sulle cause non ci metto la mano sul fuoco.

Mi hanno detto che ad Acerno c’è una bella piscina, un cinema e un palasport, belli e rifiniti ma chiusi, non funzionanti, C’è chi dice per beghe fra famiglie, c’è chi dice per intoppi burocratici, c’è chi dice per violazioni edilizie. Sta di fatto che esistono tre opere pronte, fruibili per acernesi e turisti che non funzionano.

Non esiste alcun coordinamento fra le varie (ma poche) manifestazioni serali estive. Non pensate al fitto programma delle “feste campestri” del gardenese. Solo band che si esibiscono, qualche film all’aperto alla “villa”, qualche serata “bavarese” in un pub. Alcune non sono assolutamente pubblicizzate, per altre devi porre l’occhio sulle striminzite locandine apposte in qualche luogo. Funzionerà il passaparola fra gli acernesi? Fra i turisti certo no.

Non esistono poi strutture ricettive: non c’è un albergo, tranne “il Tartufo” a pensione completa. La casa presa in affitto quest’anno non mi dava la possibilità di ospitare alcun amico e, quindi, nessun amico mi è potuto venire a trovare e condividere queste bellezze perlopiù sconosciute ai più.

Ovviamente non esiste una proloco che gestisca le case vacanze in affitto che, del resto, gli acernesi non sembrano felici di mettere a disposizione.

Insomma, la base c’è per (ri)fare di Acerno una buona località di villeggiatura: ottimo clima, prezzi bassi [qui il supplemento piattino o il supplemento taglio di toast non esiste], boschi ombrosi sentieri da trek freschi e panoramici, ottima cucina, cordialità diffusa.

Manca qualcuno/qualcosa che li faccia emergere per attirare gente. Faccio solo un esempio: se l’amministrazione comunale desse un incarico al CAI per la pulitura e la segnatura de sentieri, con una spesa irrisoria, una gran massa di trekkisti sarebbe invogliata a venire. Ma, poi, dove dorme? Esistono grandi strutture come l’ex convento o l’ex orfanatrofio chiuse da decenni. Le ho viste quest’anno ingabbiate da impalcature [ma senza operai che ci lavorano]: chissà, forse qualcosa si sta risvegliando?

Ma gli acernesi vogliono i turisti?

Agosto finisce e finirà anche la mia permanenza qui. Penso di tornarci anche lo anno prossimo: il cambiamento climatico ed il surriscaldamento del pianeta impone per i mesi caldi di trovare una sistemazione fresca, piacevole e non soggetta alle pazzie registrate quest’anno del caro-ombrellone, della tariffa per il piattino in più o supplemento per il taglio del toast.., delle angherie dei ristoratori, degli albergatori e dei balneari.

Vedremo……..

“ponte del Fascio” sul sentiero Scorzella
sergioferraiolo

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