Leggo dalla stampa che  l’Aula della Camera dei  Deputati ha approvato un emendamento alla proposta di  legge (A.C. 3785) che “considera legittima difesa, nei casi di cui all’articolo 614, primo e secondo comma, la reazione a un’aggressione commessa in tempo di notte ovvero la reazione a seguito dell’introduzione nei luoghi ivi indicati con violenza alle persone o alle cose ovvero con minaccia o con inganno” (emendamento 1.201).

Non discuto in questo post sul merito di restringere o allargare il concetto di legittima difesa. Ma considero un po’ balzano il criterio adottato “aggressione commessa in tempo di notte“.

Cosa è la notte? Quando comincia? Il vocabolario Treccani afferma che è notte lo “intervallo di tempo che corre fra il tramontare e il successivo sorgere del sole, la cui durata varia con la latitudine del luogo di osservazione e, in uno stesso luogo, con la declinazione del sole (cioè con la stagione)“. Un concetto, quindi, non stabile ma che varia a seconda delle stagioni e del luogo.

Ma quando comincia realmente la notte? Ci vegono in aiuto le effemeridi, quelle tabelle, simili a quelle dei logaritmi, ove per ogni luogo è specificato il (teorico) sorgere e tramontare del sole. Valore teorico perché, per le effemeridi, il sole tramonta ad una determinata ora, sia se il cielo è limpido,  sia se grossi nuvoloni neri hanno già oscurato la sua luce già ore addietro.

Vi immaginate voi se l’aggredito, prima di decidere di sparare all’aggressore debba consultare queste complesse e voluminose tabelle? “Scusi, signor ladro che sei entrato in casa mia ora, alle 19.23 del 7 giugno, puoi aspettare un attimo che consulto il mio volume di effemeridi per vedere se posso spararti  o meno?”. “Un attimo, devo vedere sull’indice se l’orario è espresso per questa località in ora solare o ora legale!”. “”Aspetti un attimo! Le tabelle indicano il calar del sole per Milano e Venezia. Qui siamo nel Bresciano, faccio una media?” . “Il mio volume di effemeridi indica per oggi che il sole tramonti alle 16.24. Ma è nuvoloso ed è già buio. Sparo lo stesso?”. “Signor Commissario, le assicuro di aver sparato alle 17.28, esattamente un minuto dopo il tramonto del sole, cosìccome indicato dalle effemeridi, ma non posso escludere che il mio orologio sia esatto!”. “Il mio orologio segnava le 14.34. Quello del ladro le 15.38. Quale orario vale?”

Dialoghi surreali? Mica tanto. Reali se la legge verrà approvata così.