Continua il Cammino di Santiago. Oggi partenza all’alba da una tristissima Gernika. Non è troppo presto: la Spagna ha il nostro fuso orario ma è molto più a ovest, quindi, rispetto all’Italia, il sole sorge e tramonta un’ ora più tardi.
Pensavo che il Cammino del Nord, quello “marino” fosse….al livello del mare, quindi abbastanza pianeggiante. Non avevo fatto i conti con la alta e frastagliata costa basca. Ho scoperto che il Cammino del nord è il più montagnoso, con dislivelli anche di quasi novecento metri. Insomma più escursione montana che pianeggiante. Il percorso è veramente bello: su e giù per le colline e in mezzo ai boschi, fra fattorie, campi, pascoli e paciose mucche che brucano o ruminano. Tante grosse lumache e fare attenzione a non calpestarle. Piu simile alle alpi che ad un posto vicino al mare. Nei giorni scorsi abbiamo avuto parecchia pioggia, spesso lo stretto sentiero e allagato o pieno di fango: le scarpe, anche in goretex, han cambiato colore.
Spesso la mattina si attraversano nuvole basse e allora il pellegrino che procede innanzi a te diventa uno schizzo colorato nel bianco.
Solo oggi lungo il percorso davanti ad una casa c’era un banchetto che vendeva caffè e frutta.
Il Cammino è per un andamento lento: unisce due punti con un arabesco. Se la strada asfaltata è di due chilometri. Il Cammino è di sei. Così ti capita di vedere sulla collina vicina la chiesa (il Cammino le congiunge tutte) dove ieri, e parecchi chilometri prima, ti eri fermato per farti apporre il timbro sulla credenziale del pellegrino e un prete basco ti aveva spiegato che, in questa zona piovosa, tutte le chiese sono circondate dal porticato per permettere le processioni anche con tempo avverso.
E te lo spiega in perfetto italiano perché svolge la sua missione a Parma e ora è a casa per le vacanze.
Meno male che c’era lui, perché la lingua basca è totalmente incomprensibile. Inutile tentare anche solo di leggere i cartelli. Forte la voglia di indipendenza. Anche se l’ETA ha deposto le armi, numerosi sono i murales che inneggiano alla secessione…. ma scritti in inglese, forse per renderli comprensibili al viandante e per non usare la odiata lingua spagnola. Il vessillo basco è ovunque esposto: ho letto una targa in più lingue “la Spagna ci obbliga ad esporre la bandiera gialla e rossa nei luoghi pubblici, ma non è la nostra.
Peccato per la scarsa ricettività della zona. Partendo da Gernika il termine normale della tappa è a Lezama, dopo circa 26km, ma lì esiste un solo albergo del pellegrino con poco più di 20 posti. Per non rischiare di trovare pieno, faccio tappa a Larrabetzu, 5km prima dove c’è un altro albergo del pellegrino con altrettanti posti. Arrivo alle 13 e sono già l’undicesimo.
L’albergo apre alle 14 e la fila di zaini posta davanti la porta chiusa segna lo ordine di priorità di ingresso. Se un pellegrino vede che gli zaini in fila sono in numero pari alla capacità dell’ostello farà bene a non fermarsi.
Insomma, non si può tardare. Andamento lento, ma non troppo.
Gli alberghi del pellegrino sono a offerta libera (5/10 euro) , camerate con letti a castello e servizi comuni. È compresa la prima colazione. A volte c’è la cucina a disposizione, sempre (o quasi) una lavatrice e gli stendini.
Giustamente, per igiene, le scarpe rimangono fuori dall’ingresso e gli zaini non entrano nella/e camerata/e.
Si tratta di organizzarsi con un minizaino per il ricambio e la roba per la notte. Si ce la può fare.
Oggi, come quello di ieri, l’ostello è pulito e lo “hospitalero” (un volontario) molto gentile. Fra una doccia e una lavatrice si scambiano chiacchiere con gli altri pellegrini, da tutto il mondo, ormai facce note che incontri ogni giorno sul sentiero e la sera nello ostello fino da Irun.
Insomma una filosofia diversa. Può piacerti o meno, ma sei tu a dover accettare il Cammino e le sue regole. Non viceversa. Se vuoi altro, non fai il Cammino.
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