Sì era il 9 novembre, come oggi, giusto 30 anni fa. Winston Churchill la chiamava la cortina di ferro, come i separi metallici che dividevano la platea dal palcoscenico in caso di incendio.
Era lo incubo ricorrente, foriero di testate atomiche in grado di distruggere 10 volte, non una sola, la intera umanità. Una cosa immensa. Il suo simbolo era un muro che tagliava in due una città.
Sembrava impossibile che potesse scomparire se non a prezzo di milioni di morti, di sangue versato e di definitiva prevalenza di una parte sulla altra.
Invece..
Invece durante una rituale conferenza stampa, senza clamore, si disse che chi abitava a est poteva andare a Ovest. Da quando? Da subito.
Così, in queste due parole, “da subito”, l’immenso macigno si dissolse come neve al sole.
Me la ricordo quella sera, poco dopo le 19….Sembrò che il mondo cambiasse all’improvviso.
Concetti come fratellanza, solidarietà, speranza, pace ripresero forza e vigore.
Soprattutto un concetto esplose in una grandezza mai immaginata: il futuro!
Lo iceberg della guerra fredda che aveva congelato, dopo gli orrori della guerra, la speranza di un futuro radioso per l’umanità, si era sciolto, non era più un ostacolo.
Le nazioni erano ora sorelle, non c’era più il blocco dell’Est contrapposto a quello dell’Ovest.
Il sogno di Spinelli, Schumann, De Gasperi poteva avverarsi. Un’Europa unita, pur nelle sue diversità, ma concentrata sullo scopo comune del progresso insieme, del perseguimento della felicità.
Concetti come spazio comune di giustizia, sicurezza e libertà cominciarono ad affacciarsi, e non solo per gli europei, ma anche per chi, non europeo, in Europa voleva viverci per godere del benessere comune che, prima sei nazioni, poi sempre di più, avevano creato di comune accordo per se e per gli altri.
Come ci sbagliavamo.
A trenta anni di distanza il sogno europeo è al suo punto più basso. Non solo sempre più profonde differenze segnano gli Stati membri, ma il concetto cardine, la solidarietà è ormai solo un ricordo, come il muro che, silenziosamente cadde giusto 30 anni fa.
Stati che non rispettano le regole e se ne fregano delle decisioni della Commissione che, ora, non riesce più nemmeno a ricostituirsi.
Ci vorrà un miracolo per recuperare quel che si è perduto.
Ma i miracoli accadono, come dimostra quella sera di trenta anni fa e il concerto che il grande compositore Rostropovich lì volle tenere.
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