Ogni social network ha le sue “regole”. Alcune possono apparire strane, altre sono sacrosante.
Anche se, all’ atto pratico, funzionano in maniera un po’ balzana.
Facciamo qualche esempio. Su Facebook e nella sua controllata Instagram sono vietati post che incitano all’odio o contengano affermazioni violente. Eppure basta leggere qualche pagina di Facebook per rendersi conto di quanto questa regola sia disattesa. Gli “odiatori sociali” o “odiatori da tastiera” sono un vero problema. Un problema che ha causato anche vittime.
Sempre su Facebook e su Instagram sono vietate foto di nudo (sessualmente esplicite) o di bambini che possano indurre alla pedopornografia.
Chi frequenta Instagram vede spesso immagini di fotografie di nudo di modelle in pose sessualmente esplicite, co tutto l’armamentario di lingerie sexy, che “passano” la censura solo perché una sottilissima striscia di luce o una piccola stellina coprono i loro capezzoli o una “provvidenziale” zona di buio copre i peli pubici o quello che c’è sotto.
Il fatto è che non è possibile, dati i miliardi di foto postate ogni giorno, che esseri umani possano effettuare un qualche controllo. Facebook e Instagram usano algoritmi dettati da intelligenza artificiale che “riconoscono” le immagini vietate.
Anche se le tecniche di riconoscimento somatico sono ormai molto efficienti, se istruite a cercare capezzoli, peli pubici, vagine o bimbi piccoli e nudi, questi particolari cercano e basta. Del contesto, della particolarità della figura ritratta, se esplicita o provoca impulsi sessuali, questi algoritmi se ne fregano. Anzi, non se ne fregano, non sono proprio capaci di distinguere. Non sono programmati per farlo.
Io ci sono incappato due volte. Una con la immagine qui sotto:

La foto, scattata in Nepal, mostra il primo bagnetto di un /una bimbo/bimba (non si riconosce il sesso) dopo la fine dell’inverno. Non esiste alcun richiamo o possibilità remota di richiamo alla pedopornografia. Suscita solo tenerezza e amore. Eppure mi è stata rimossa, perché contravveniva alle regole di Zuckemberg.
La seconda volta ci sono capitato con questa foto:

Come si vede, ritrae una donna boscimana, in Namibia, che accudisce il suo bambino (o bambina). Fra i boscimani, le donne non usano coprirsi il seno, come la vicina etnia Himba, dove le donne non solo non si coprono il seno, ma si tingono tutte di rosso.
Più volte i tribunali hanno sentenziato che la visione del seno di una mamma verso il suo bambino non offendono neppure il comune senso del pudore.
Anche questa fotto è lontanissima da qualsiasi ambito di richiamo o profferte sessuali.
Eppure Mr. Zuckemberg me l’ha cancellata perché contraria alle sue regole e mi ha ammonito che, se ci ricasco, il mio account potrà subire restrizioni.
Quindi, state attenti, potete scrivere peste e corna di tutti, pubblicare foto erotiche purché il capezzolo sia coperto da una minuscola stellina, ma bambini che fanno il bagnetto o donne che stanno per allattare il proprio bimbo, no! Sono pericolose perché attentano al comune senso del pudore.
Fate attenzione
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