Con la lentezza tipica della Giustizia (anche quella europea), si sta avviando alla conclusione la causa intentata dalla Commissione contro Polonia, Ungheria e Repubblica Ceka per non aver rispettato le Decisioni del 2015 sul ricollocamento dei migranti sbarcati in Italia e Grecia.
Prima della Sentenza, l’avvocato Generale rende le proprie conclusioni che, in genere formano il 90% della decisione della Corte.
Ma, stavolta, più che quanto affermato oggi dall’Avvocato Generale Eleanor Sharpston sul merito della questione, balzano in tutta evidenza le sue conclusive riflessioni che, nella mia non eccelsa traduzione, sottopongo alla vostra coscienza:
- La solidarietà è la linfa vitale del progetto europeo. Attraverso la loro partecipazione a tale progetto e la loro cittadinanza dell’Unione europea, gli Stati membri e i loro cittadini hanno obblighi, benefici, doveri e diritti. La condivisione dei “prodotti” europei non è una questione di esame dei trattati e del diritto derivato per vedere cosa si può pretendere. Richiede anche di assumersi le responsabilità collettive e (sì!) di sostenere il bene comune.
- Rispettare le “regole del club” e svolgere la propria parte in solidarietà con i compagni europei non può basarsi su un’analisi costi-benefici che spinge il denaro dove esso vuole andare (familiare, ahimè, della retorica della Brexit), di “cosa fa esattamente l’UE, di quanto mi costa settimanalmente e cosa ne guadagno personalmente?”. Tale egocentrismo è un tradimento della visione dei padri fondatori di un continente pacifico e prospero. È l’antitesi di essere uno Stato membro leale e di essere degno, come individuo, della cittadinanza europea condivisa. Se il progetto europeo deve prosperare e andare avanti, dobbiamo fare tutti meglio di così.
- Vorrei concludere ricordando una vecchia storia della tradizione ebraica che merita una maggiore diffusione. Un gruppo di uomini viaggia insieme in una barca. Improvvisamente, uno di loro estrae un cucchiaio e inizia a praticare un buco nello scafo sotto di sé. I suoi compagni si arrabbiano con lui. ‘Perché lo fai?’ Piangono. ‘Di cosa ti lamenti? – risponde – Non sto forse praticando il buco sotto il mio posto?’ ‘Sì’, rispondono, ‘ma l’acqua entrerà e inonderà la barca per tutti noi‘.
Questo significa essere EUROPEO, questo è il progeto di Adenauer, Shuman, De Gasperi, Spinelli. NOn facciamo sì che la fiammella che venti anni fa ha alimentato il vento di Tampere, si spenga.
Per la cronaca, la Causa di cui sopra è la C-715/17, unita con le C-718/17 e C-719/17.
Le Conclusioni dell’Avvocato Generale sono consultabili qui:
Ringrazio David Carretta per la segnalazione @davcarretta