In questi giorni abbiamo assistito ad una svolta di pensiero molto rilevante. I novax si sono quasi estinti riciclandosi, come l’araba fenice, in “no-greenpass”.
I motivi della drastica diminuzione del numero dei novax può essere spiegato con l’evidenza dei fatti. Siamo, in tutta Europa, in una fase di nuovo, repentino rialzo dei contagi, come ad ottobre dello scorso anno, ma con una sostanziale differenza: le terapie intensive e i ricoveri non sono in sofferenza, i contagi sono in massima parte fra i non vaccinati; solo il 4% dei vaccinati si infetta. I vaccinati, secondo le ultime evidenze, possono infettare, ma difficilmente si infettano e, se lo fanno, sono asintomatici o con sintomi molto lievi. Questi dati, sotto gli occhi di tutti, forse hanno convinto molti novax a rivedere le proprie idee, ma – per non perdere la loro identità di persone contro – si sono trasferiti subito fra le falangi pronte a contestare il Certificato verde COVID-19 o, più semplicemente, Greenpass.
Evidentemente le loro convinzioni non erano poi così granitiche e avevano, alla base, qualcos’altro.
L’evidenza della lotta al green pass non è la contestazione, nel merito, alla sua efficacia, bensì qualcosa di molto ideologico: la intromissione dello Stato nella libera determinazione del singolo. Chi contesta il green pass, in massima parte sponsorizzato dalla Lega, da Fratelli d’Italia, da CasaPound, da Forza Nuova, contesta lo “attentato” alla libertà personale, alla autodeterminazione del singolo. A parte il forte egoismo, questa tendenza è contraddittoria rispetto ad altre battaglie della Destra sulla “autodeterminazione”. La destra, infatti, è contro tante forme di autodeterminazione, come l’aborto, il divorzio, l’eutanasia, la contraccezione.
Argomenti speciosi presi a prestito, quindi? Forse sì.
È una opinione personale, lungi da presumere di essere nel giusto e nel vero, che i novax prima e i no-greenpass ora, soffrano di una patologia che li porta a presumere di appartenere ad una élite che sa e che conosce la verità, rispetto alla massa di pecoroni che segue “l’autorità”, forse per sfuggire ad una vita noiosa, grigia e grama.
Se la vita che conduco non è all’altezza delle mie aspettative, il conoscere “LA VERITÀ”, nel caso dei novax, oppure ammantarmi della romantica figura del “rivoluzionario” che combatte le vessazioni dello Stato, nel caso dei no-greenpass, mi eleva al di sopra del grigiore e mi consente di essere orgoglioso di me stesso.
Insomma salgo di un gradino, nella mia particolarissima visione dello Stato-comunità, nella scala dei valori: mi si nota di più, divento famoso, affrancandomi dalla massa.
È un fenomeno che io, comune cittadino non psicologo o psichiatria, riscontro anche in personaggi noti al grande pubblico.
Prendiamo il caso di Sgarbi e di Cacciari.
Sgarbi è un ottimo critico e conoscitore di arte, ma la nicchia gli va stretta, vuole la notorietà del politico, ma – a parer mio – non ne ha la stoffa e, allora, per farsi notare, per avere 30 secondi di TG, DEVE alzare sempre più i toni: parolacce, interventi verbalmente violenti, scenate in Parlamento dove è stato portato via a braccio. Purtroppo questa strategia non può durare all’infinito, a meno di uccidere qualcuno e, ormai, “a Sgarbi non se lo fila più nessuno”.
La stessa strada è stata intrapresa da Massimo Cacciari. Ormai è anziano, il suo mondo del PCI non esiste più, la sua filosofia, già criptica anche per i suoi studenti, non tira più. Se non fosse per le sue comparsate dalla Gruber, chi se lo ricorderebbe più? Allora, anche lui, ha intrapreso la strada della “persona contro”.
Il suo intervento, con Giorgio Agamben, contro il Green pass è emblematico del contestatore arrabbiato e senza grandi basi. Gramellini, Paolo Flores d’Arcais e il virologo Garattini non hanno faticato molto a smontare le sue tesi nelle quali si improvvisa virologo e giurista. Per la parte “giuridica” lascio a voi – le sue “domane” sono in fondo a questo post – i giudizio sul loro “peso”.
Se questi sono i leader, insieme agli esponenti della Lega di basso peso, ma di forte esternazione, come Siri e Bagnai, povera gente comune, come deve sentirsi confusa! Mica tutti hanno la possibilità o la voglia di informarsi selezionando i milioni di input che li sommergono. Trovano più facile indottrinarsi all’università del dr. Google.
Una cosa contesto al Governo Draghi, mancanza comune alle persone di spessore culturale: la carenza di comunicazione istituzionale. Il popolo ha bisogno di continue rassicurazioni, di qualcuno che risponda ai suoi dubbi. Una “contestazione istituzionale* alle fandonie dei novax e no-greenpass sarebbe più che opportuna.
“Domande ai giuristi” di Cacciari. Secondo me abbastanza ridicole:
