Archivi per il mese di: novembre, 2020
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Penso che anche chi non abita a Roma conosca l’ATAC, l’Azienda dei trasporti del Comune di Roma. Famosi sono i bus che si incendiano, i bus sovraccarichi, i bus che passano in coppia allo stesso momento e poi per un’ora te li scordi. Famoso è l’immenso buco finanziario di una azienda in cui troppi utenti viaggiano a sbafo.

Ma stavolta voglio raccontarvi una faccenda diversa, dall’esito positivo, ma – forse – inutile.

Visto che durante il primo lockdown, quello da marzo ad aprile, per due mesi praticamente nessun romano aveva usufruito dei mezzi pubblici, la Sindaca ha avuto la lodevole iniziativa di concedere una estensione di due mesi a tutti gli abbonamenti annuali Metrebus. Sembra facile, no?

Ma qui comincia l’avventura, non tragica come il clic day per il bonus biciclette e monopattini, ma meritevole comunque di essere raccontata.

Per ottenere l’estensione, seguendo le prescrizioni riportate sul sito ATAC, bisognava:

  1. Autenticarsi sul sito,
  2. Indicare il numero della tessera Metrebus (cosa non immediata, visto che esistono più tipi di tessera con diverse collocazioni del numero),
  3. Scansionare un documento di identità,
  4. effettuare l’upload della scansione del suddetto documento di identità,
  5. indicare un proprio recapito.

Dopo qualche mese mi è arrivata una Email che mi indicava le modalità per ottenere l’estensione di due mesi dell’abbonamento:

  1. recarsi presso un qualsiasi parcometro,
  2. premi il tasto “i” che attiva la visualizzazione del menu sul display
  3. sul menu verranno visualizzate 5 voci: seleziona il numero 4 della tastiera relativo alla funzione “ricarica card atac”
  4. il display ti indicherà di poggiare la card nell’alloggiamento previsto in basso a destra dove è presente la scritta “tessera atac”
  5. una volta riconosciuta la card, ti verrà indicato di attendere alcuni secondi (è importante non rimuovere la card prima del previsto)
  6. attendi il tempo necessario per il completamento dell’operazione ossia fino a quando il parcometro rilascerà la stampa della ricevuta di avvenuta attivazione del prolungamento, che dovrai conservare.

Nella Email viene precisato che la modalità “parcometri” è stata scelta onde prevenire gli affollamenti nelle normali rivendite di biglietti e abbonamenti ATAC (di solito tabaccherie) e viene indicato un video su YouTube che spiega meglio tutti i passaggi.

Devo dire che tutte le operazioni si sono svolte senza intoppi fino all’esito positivo: una striscia di carta (che devo conservare. Perché? Non sono state aggiornate le istruzioni nel microchip?) che attesta il prolungamento della durata dell’abbonamento annuale per due mesi.

Ma valeva la pena di metter su tutto questo meccanismo? La platea di beneficiari che per due mesi di lockdown non ha potuto usufruire dei mezzi ATAC corrisponde praticamente a tutti i possessori dell’abbonamento. Praticamente, sia per le contingenze, sia per la procedura ideata, l’ATAC non aveva alcuna discrezionalità nel concedere o non concedere la estensione.  Era, probabilmente più semplice estendere di due mesi tutti gli abbonamenti Metrebus e – forse – anche più economico evitando la spesa per l’attuazione e l’informatizzazione della procedura che ho descritto e che è attuabile solo da chi ha qualche esperienza di computer, scansione, upload, etc.

Insomma una cosa fatta bene ma, forse, inutile.

Io non capisco, non capisco proprio. I dati sul Coronavirus oggi sono da tragedia: 37.809 nuovi casi, 446 morti, terapie intensive al collasso. Malati messi fra i banchi delle chiese. Molto peggio della scorsa primavera.

Eppure le Regioni continuano a battagliare contro il Governo. Proprio le stesse Regioni che, meno di un anno fa pretendevano l’autonomia più completa e differenziata, ora, in barba alla legge sul Servizio Sanitario nazionale, pretendono che sia il Governo centrale a prendere le odiose decisioni di chiusura. Non solo questo, le Regioni pretendono che, a fronte di situazioni oggettivamente diverse fra le Regioni, il Governo debba attuare misure omogenee, uguali per tutte le regioni, in modo da non poter distinguere fra Regioni “buone” o “cattive”.

A me sembra troppo. Sembra una speculazione politica sulla pelle di noi cittadini. Una battaglia che, in questo momento di tragedia, non ha alcun fondamento.

Ovviamente Lega e Fratelli d’Italia soffiano sul fuoco. Senza fare proposte concrete, bombardano il governo di accuse assurde. Lo hanno dileggiato durante tutta l’estate al grido “IL COVID è clinicamente morto!”, “Basta Stato di emergenza” e, ora, accusano il Governo di non prendere misure univoche e stringenti.

Maledetta sia la riforma del Titolo V della Costituzione che, con la modifica dell’art. 117 dà allo Stato e alle Regioni la competenza concorrente in materia sanitaria. Oggi le Regioni se ne approfittano per pretendere autonomia quando fa loro comodo e per scaricare sul Governo centrale le responsabilità quando si tratta di prendere decisioni impopolari.

È un balletto che deve finire. Quando la pandemia sarà finita, bisognerà porre mano alla nuova riforma dell’art. 117 della Costituzione e porre un punto fermo alla competenza fra Stato e Regioni per evitare questi orrendi balletti.

Invito tutti i lettori a riconsiderare chi votare alle prossime elezioni regionali. Di questi buffoni ne abbiamo piene le tasche.

Oggi è il clic day per ottenere il bonus bici e monopattino deciso a maggio. I nostri politici hanno dimostrato tutto il loro sadismo. Invece di considerare la spesa per la bici come detrazione fiscale da indicare nella dichiarazione dei redditi, sistema collaudato e sicuro, hanno preferito la lotteria.

Da stamattina si doveva accedere al sito del ministero dell’ambiente, muniti dello scontrino fiscale in formato elettronico e IBAN da caricare.

Hanno trovato, bisogna essere proprio bravi, il sistema per creare la fila sul web. Infatti tanti utenti (i fortunati che sono riusciti a entrare) si sono trovati davanti un avviso che li informa che “davanti a te ci sono 345.876 persone. Non andare via per non perdere la posizione acquisita”. Quindi cinque o sei ore di attesa.

E quando, dopo aver trascurato affari, lavoro, famiglia, finalmente diventi il primo della fila, ecco l’acme della perfidia: devi autenticare la tua identità con SPID.

Purtroppo oggi SPID non funziona, travolto dall’impennata delle richieste. Tutto inutile. Devi rinunciare. In prigione senza passare dal via!

Mica è finita.

Prendiamo un qualsiasi tizio che non ha mai acquistato una bicicletta e che neppure sa che oggi si può richiedere il bonus, ma ha necessità di entrare, che so, nel sito del Comune di Roma, nel sito dell’Agenzia delle entrate, nel sito dell’Inps per svolgere le sue pratiche. Ormai molto si può fare on line.

Peccato che in questi siti sì ci identifichi con SPID e se SPID è crollato a causa degli acquirenti di biciclette e monopattini, è crollato anche per chi vuole entrare nel sito dell’INPS, dell’agenzia delle entrate o del Comune di Roma. Quindi niente, non si entra da nessuna parte.

Vorrei sapere se i responsabili di Poste (provider SPID) e di SOGEI (responsabile sito del ministero dell’Ambiente) pagheranno mai per questo casino.

Secondo me, no.

Secondo voi?

Viviamo tempi a dir poco complessi che ci spingono a comportamenti fino a 10 mesi fa molto, molto inusuali. Siamo improvvisamente (cosa sono 10 mesi al confronto di una intera vita?) arrivati alla situazione descritta da Isaac Asimov nel suo romanzo “il sole nudo”  in cui i protagonisti vivevano perennemente “distanziati” e provavano fastidio, se non disgusto e paura nel contatto diretto con altre persone.

Quante volte, oggi, se incontri qualcuno per strada, e ti fermi a parlare ti distanzi, eviti il contatto ravvicinato e ti sistemi bene la mascherina? Talvolta il contatto diretto ti dà fastidio, ti senti più  tuo agio nei contatti con Skype, Zoom o Meet. Eppure, eppure hai nostalgia dell’incontrarsi, del baciarsi sulle guance nel contatto fisico diretto.

Purtroppo il tempo non è una costante, ma una variabile: dipende dallo stato d’animo. Oggi ho girato la pagina del calendario. Un calendario che produco ogni anno con le migliori fotografie dell’anno precedente. Ebbene, la foto di novembre è di neppure 10 mesi addietro, ma mi sembra lontanissima, come se, nei dici mesi trascorsi fossero successe tante e tante cose. Eppure, tranne il Covid, non è successo niente. Niente? È successa una cosa che ha dell’incredibile: i contatti umani sono, per dirla con un eufemismo, fortemente diminuiti, Non si ci abbraccia più, il classico “Sali da me a mangiare” o “sali da me per un bicchiere” è cessato. Se mai si ci vede, attraverso le mascherine, in un luogo poco affollato. E non si ci tocca, non si ci bacia.

Passerà, tutte le cose brutte, guerre, pestilenze, carestie, sono passate. Per chi sopravviverà, per chi riuscirà a ritrovare il mondo “giusto”, si ricordi che questo NON è il nostro mondo. Siamo fatti per essere sociali, per baciarci, per toccarci, per abbracciarci. Finirà, quando non lo so, ma finirà.

sergioferraiolo

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