Archivio degli articoli con tag: Erdogan

C’è tanta gente che considera il canto “Bella Ciao” come un canto di sinistra o, peggio, comunista.

Con l’aiuto di Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Bella_ciao, cerchiamo di ricostrutire gli avvenimenti.

  1. Pare accertato che “Bella Ciao” non era fra i canti partigiani e non fu mai cantato da essi.
  2. Cominciò ad essere famoso solo negli anni ’60.
  3. Nel testo: “«Una mattina mi son svegliato
    o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
    una mattina mi son svegliato
    e ho trovato l’invasor.

O partigiano portami via
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
o partigiano portami via
che mi sento di morir.

E se io muoio da partigiano
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
e se io muoio da partigiano
tu mi devi seppellir.

Seppellire lassù in montagna
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
seppellire lassù in montagna
sotto l’ombra di un bel fior.

E le genti che passeranno
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
e le genti che passeranno
mi diranno che bel fior.

E questo è il fiore del partigiano
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
e questo è il fiore del partigiano
morto per la libertà
.»”

Nl testo, dicevo, non c’è alcun riferimento a ideologie politiche, solo un grido per la libertà perduta a causa dell’invasor e la voglia di combattere l’invasore.

Tanto è vero che, almeno alle origini non aveva connotazioni politiche è dato dal fatto che fu cantata anche al congresso che elesse Benigno Zaccagnini alla Segreteria della DC, movimento non certo di sinistra.

Quello che è certo che la Destra, non si sa perché, se l’è pesa con questa canzone che, ripeto, è solo un grido di libertà contro l’invasore, e – furia di dire che sia un canto comunista – magari qualcuno ci crede.

E la connotazione politica “a sinistra” di Bella ciao è un fatto tutto italiano. La canzone famosissima nel mondo è cantata sempre quando si lotta contro un invasore, un po’ come il canto degli ebrei in “Và Pensiero” di Giuseppe Verdi:” Saluta le rive del Giordano, E le torri distrutte di Sion! Oh mia Patria, così bella ma perduta, Oh ricordo così caro, ma così doloroso.”

Ma non solo…..

Tra le innumerevoli esecuzioni spicca anche quella del musicista bosniaco Goran Bregović, (non certo uomo di sinistra) che la include regolarmente nei propri concerti, e che ha dato al canto popolare un tono decisamente balcanico (contro l’invasione della Bosnia).

Durante le proteste dell’ottobre 2011, il movimento Occupy Wall Street, gli indignados a stelle e strisce, intonò Bella ciao.[56]

Il candidato socialista François Hollande ha scelto il canto popolare dei partigiani dell’Emilia-Romagna per concludere un suo discorso in occasione delle elezioni presidenziali 2012, tra gli applausi della folla.[57]

Durante le manifestazioni contro Erdoğan avvenute nella piazza Taksim di Istanbul e in tante altre città turche nel 2013, alcuni manifestanti hanno intonato il motivo della canzone.[58][59]

Bella ciao, in italiano, è stata anche cantata a Parigi dall’attore comico francese Christophe Alévêque durante le commemorazioni funebri delle vittime della strage avvenuta nella sede del settimanale satirico francese Charlie Hebdo: nel corso di una cerimonia pubblica di sostegno del giornale (trasmessa in diretta l’11 gennaio 2015 da France 2),[60] e durante il funerale del fumettista Bernard Verlhac, detto “Tignous” (trasmesso in diretta da BFMTV).

La canzone è stata utilizzata nella serie spagnola di Antena 3/Netflix La casa di carta.

Nell’attuale guerra civile siriana è stata utilizzata dagli indipendentisti curdi.[61][62]

Nella rivoluzione sudanese del 2018 e 2019 alcuni ribelli hanno intonato la canzone, realizzando anche una cover del brano.[63]

Nel 2019 viene fatta una canzone inglese, Do it now, con un nuovo testo sulle note di Bella ciao per i cambiamenti climatici.

Sempre nel 2019, viene cantata all’aeroporto di Barcellona dai manifestanti per l’indipendenza della Catalogna per protestare contro le condanne inflitte a dodici leader catalani.[64]

Nel 2019 anche i manifestanti cileni cantano e suonano Bella ciao mentre si ritrovano in Plaza Italia per protestare contro il presidente Sebastián Piñera e per chiedere riforme economiche e cambiamenti politici.[65]

Durante l’invasione russa dell’Ucraina del 2022, una versione in lingua ucraina è stata cantata da diversi soldati come forma di resistenza ed opposizione agli invasori russi.

Nel settembre 2022 viene cantata una versione in lingua persiana di Bella Ciao durante le proteste antigovernative in seguito alla Morte di Mahsa Amini.

Come si vede, le occasioni più varie, di destra di sinistra accumunate solo dal desiderio di libertà contro l’invasore.

Per concludere, eccone qualche esempio. Domani cantiamola a squarciagola, non perché siamo comunisti o di sinistra, ma perché il 25 aprile 1945 ci siamo liberati dall’invasor

Ho quasi un senso di vergogna a parlare di Afghanistan.
4 attentati con decine di morti, non solo i vip occidentali.
250.000 persone che hanno collaborato con noi occidentali durante l’occupazione. Ne saranno portate via non più di 10.000. Gli altri moriranno.
Gli LGBT afgani che hanno denunciato le loro preferenze, lasciati alla loro sorte, uccisi perché essere “diversi” è un reato passibile di morte.
Le donne, tutte le donne afgane, che da oggi non avranno più diritto all’istruzione, alla cultura, alla soggezione ad un maschio delle famiglia.
L’arte, la musica, la poesia, bandite come figlie del diavolo.
Il diritto sottoposto alla religione.
Tutto questo perché?
Perché  dal 2002 noi occidentali abbiamo tentato di esportare i nostri valori sulla punta delle baionette. Abbiamo cercato di creare in Afghanistan una copia conforme di quello che noi chiamiamo “Stato di diritto” basato su “libere elezioni”, su un parlamento, su uno Stato ed un’amministrazione centrale.
Abbiamo pensato che il nostro concerto di democrazia che ci viene dall’antica Grecia (vi ricordate il discorso di Tucidite agli ateniesi?) Sia la miglior forma di governo possibile.
Per me lo è. Per me è la migliore
Ma dobbiamo renderci conto che ci sono, che esistono diverse forme di governo accettate i  diversi punti del mondo.
In molti luoghi del mondo, dall’Afghanistan alla Libia, preferiscono la leadership tribale. Mai accetteranno un Parlamento nazionale che rappresenti tutto il Paese. Il loro faro è la tribù.
Ma anche più vicino a noi il nostro caro, vecchio, sistema democratico vacilla.
In Polonia, Ungheria, Turchia preferiscono affidarsi all’uomo forte. Preferiscono rinunciare a prerogative mai effettivamente esercitate (critica politica, manifestazioni contro il governo, dissenso manifesto) ed avere in cambio “più sicurezza” , meno burocrazia, più decisionismo
Quest’aumento della Cd. Democratura deve farci riflettere anche sul ruolo dei prefetti.
Qui in Italia si stanno adoperando per trovare posto ai profughi. In altre parti della stessa Unione Europea i Governi si girano dall’altra parte. Io preferisco vivere da questa parte.
Eppoi c’è un altro pericolo. Attenzione alle notizie che riceviamo dalla TV. Pochi occidentali sono rimasti a Kabul (nella nostra ambasciata solo un giovane trentenne). Ogni parte in gioco cerca di fare arrivare sui media le proprie ragioni che, proprio perché sono di una parte, sono parziali e non oggettive.
Sta a noi cercare di separare il grano dall’oglio.
Non sarà una impresa facile e quello che fa più paura è che fino a che le acque non si saranno chiarite, tante persone avranno perso la vita.

Una volta si diceva “giornalisti, vil razza dannata!”. Non è certo vero. Ma i giornalisti italiani hanno un brutto difetto. Amano le notizie facili. Prendiamo un esempio a caso: le esternazioni di Salvini. I giornalisti dovrebbero dare corpo e voce alle Notizie, ossia fatti o atti che possono cambiare la vita quotidiana. Lo so, si dice che una buona notizia non è una notizia, ma perché buttarsi anima e corpo sulle non notizie? Salvini, dicevo. Salvini ha una ottima macchina della comunicazione gestita da Luca Morisi e si infila non a caso nei trend topics (le parole più di moda, le parole più cliccate del giorno). C’è la campagna pubblicitaria della Nutella che lancia i suoi biscotti, la stampa segue questa non notizia con la bufala che i biscotti non si trovano nei supermercati. E Salvini, zac, si infila nella non notizia, affermando di non mangiare alimenti confezionati con nocciole provenienti dalla Turchia (doppio colpo, anche le parola Turchia, con le bizze di Erdogan, è fra i trend topics in negativo). E i giornalisti che fanno con questa doppia non notizia? La amplificano, è facile, mica devono fare una inchiesta? Chiedono al ragazzo di redazione di contare i post, i Twitter i cui Salvini sostiene che adora la Nutella e confezionano il servizio, magari di due minuti. Ma quanto costa mandare in TV uno spot pubblicitario di due minuti. Salvini lo ha gratis. Vi rendete conto? Un nostro antenato diceva “parlate male di me purché si parli di me!”. O questi giornalisti sono tutti salviniani, o sono prezzolati.
Lo stesso dicasi per la enfasi data alla notizia di Salvini per il messaggio della Madonna di Medjugorje (trend topics, c’erano due convegni sul tema). Notizia amplificata mille volte, prima conosciuta, e derisa, solo dagli spettatori di porta a porta, ora di dominio mondiale. E non mi si dica che i giornalisti lo fanno con qualunque politico. Ricordate il triste messaggio diffuso urbi et orbi con la foto del solitario Bersani con la birretta?
Mi ricordo, invece, un conduttore di TG coraggioso, di cui, purtroppo, non ricordo il nome. Verso la fine del TG stava leggendo le “agenzie”, le leggeva in diretta. Ad un certo punto lesse “Non si hanno più notizie da due giorni della figlia di Al Bano” e subito dopo mormorò “Ma che, è una notizia questa?” Sia lode a lui.

In questi giorni agostani tiene banco la disputa fra Trump ed Erdogan. Gli Usa hanno aumentato i dazi sulle merci provenienti dalla Turchia. . La lira turca crolla (un capro espiatorio ogni estate deve esserci per far guadagnare gli speculatori che godono nei periodi di scambi ridotti come qullo estivo)  ed Erdogan si appella ad Allah.

Cose serie o baruffe chiozzotte di goldoniana memoria?

Non lo so, ma so che Trump non può tirare troppo la corda perché Erdogan ha da sempre un asso nella manica verso gli USA.

Se la situazione dovesse precipitare, Erdogan potrebbe chiudere la base aerea di Incirlik, la più grande base aerea di attacco USA in Europa con ben 100 testate nucleari. Base strategica per gli interessi americani in Europe ed in medio oriente. E’ servita per la Guerra del Golfo, è la più vicina ai nemici Putin ed Iran ed all’alleato di ferro Israele. Gli USA semplicemente non ne possono fare a meno.

Fino a che nella quereel fra USA e Turchia non verrà pronunciata la parola “Incirlik”, possiamo stare tranquilli che nulla di veramente grosso verrà a capitare…

 

Dopo i due precedenti “Come fu che l’Europa iniziò a comandare su asilo e immigrazione” e “L’estate dei migranti e il fallimento dell’Unione europea: I disperati non li vuole nessuno” nei quali, con intento non certo scientifico, ma divulgativo, cerco di spiegare le azioni e, purtroppo, i molti errori dell’Unione europea nel delicato settore dell’immigrazione e, soprattutto, della protezione internazionale, ci sono ricaduto e ne ho scritto un altro: “Migranti e rifugiati: gli errori dell’Europa e le conseguenze per l’Italia“.

In questo terzo libretto voglio raccontare il mutamento concettuale dell’approccio dell’Unione europea al problema che, ormai, vede il richiedente protezione non più chi presenta una istanza, ma come chi presenta una domanda “ammissibile”, scaricando le conseguenze sugli Stati in prima linea, come l’Italia.

Racconterò dell’accordo con la Turchia che, in cambio di molti quattrini, si impegna a tenere fuori dall’UE chi – spinto da miseria e guerra – cerca di entrarvi.

Racconterò anche il nuovo “pacchetto” di proposte normative che la Commissione ha proposto per costruire il “sistema comune europeo dell’asilo”. Proposte pensate dagli Stati nordici e che sono molto svantaggiose per il nostro Paese.

E, infine, racconterò gli ultimi sviluppi; il tentativo dell’Unione di riprodurre con la Libia l’accordo con la Turchia, con l’intento di fermare lì i profughi ed operare lì la selezione fra chi ha diritto alla protezione e chi no, con tutte le perplessità derivanti dalla instabile situazione politica in quel Paese.

Il libretto non è rivolto solo agli addetti ai lavori, ma anche, e soprattutto, a chi, leggendo sui giornali degli imponenti movimenti di persone via terra, del loro improvviso arrestarsi, dei continui sbarchi, delle difficoltà di rimpatriare gli irregolari, degli accordi con Turchia e Libia, vuol capirne il perché, in questa complicata materia in cui chi dà le carte è sempre e solo l’Unione europea.

 

Il Libretto è in vendita su Amazon al prezzo di 0,99 euro  all’indirizzo https://www.amazon.it/dp/B06X9DN5C9/ ed è stato pensato e progettato per essere letto come un ipertesto, come un Ebook su supporto elettronico. Infatti, ogni documento, accadimento, fonte, raccontati o citati (e sono centinaia) sono linkati alla pagina web di riferimento. In tal modo non appesantisco il discorso con spiegazioni inutili per chi vuole solo una informazione più superficiale. Chi, invece, vorrà approfondire gli argomenti trattati, con un semplice clic o tocco di dita potrà accedere al documento, all’accadimento, all’argomento trattato in modo più esaustivo.

Buona lettura.

 

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