Non ci facciamo fregare! Non diamo retta;
Non siamo nati ieri.
Né, tantomeno, siamo dei creduloni.
Vorrei sapere perché.
Vorrei sapere a che gioco stanno giocando.
Sì, i partiti che promettono, in cambio del voto, prestazioni mirabolanti in ogni campo.
Abolizione del bollo auto, abolizione della tassa di successione (fa molto comodo ai ricchi), via l’IRAP. E, ancora, l’abominio della flat tax, la tassa che piace ai ricchi, introdotta nei Paesi dell’Europa orientale che, ora, stanno facendo rapidamente marcia indietro man mano che diminuiscono i contributi UE, oppure la abolizione delle tasse universitarie.
E una promessa che arriva dritta dritta alla pancia della gente: manderemo via subito tutti i clandestini
Uno specchietto riassuntivo di tutte le balle sparate in vista delle prossime elezioni lo trovate qui.
La Repubblica e La Stampa da giorni mettono sotto la lente i programmi dei partiti smontandone le false coperture.
Ma è forse un esercizio simpatico, ma non indispensabile.
Sapete tutti che chiunque vincerà (se qualcuno vincerà) non potrà spendere un euro. No, neppure uno.
Sono anni, ormai, che le leggi di bilancio di tutti i Paesi Ue sono passate al vaglio della Commissione europea che vi appone la sua certificazione e, senza la certificazione UE, si va in infrazione e son dolori.
Già ora, prima delle elezioni, sappiamo che la Commissione europea non validerà la legge di stabilità 2018, imponendoci, a maggio, una manovra correttiva da 3-5 miliardi.
Figuriamoci per il futuro con le promesse elettorali da 200 miliardi e passa.
Usciamo dall’Europa, dirà qualcuno. A parte che ora ci siamo e anche se volessimo uscire, devono passare due anni di negoziati durante i quali rimaniamo dentro a pieno titolo. Ma dove andiamo? Uscire dall’Europa non è né facile, né conveniente. La Gran Bretagna sta faticando tanto e non ha il nostro spaventoso debito pubblico. Per Londra, solo il costo monetario dell’uscita si aggira sui 40/50 miliardi di Euro, senza contare che, una volta uscita i prezzi delle merci importate dall’UE saranno maggiorate da dazi vari.
Quindi, nessuna promessa che comporta una spesa sarà mantenuta, ne siamo certi.
[…] A ciò si aggiungono i debiti pregressi come trovare subito i miliardi occorrenti per sterilizzare l’aumento dell’IVA e rispondere alla Commissione UE che chiederà a giorni il conto dei miliardi mancanti nella legge di stabilità dello scorso anno (clicca qui). […]
"Mi piace""Mi piace"
[…] accise, nonché fronteggiare la manovra economica che a maggio sarà chiesta dall’Unione europea (clicca qui). […]
"Mi piace""Mi piace"
[…] non è finita. Per maggio, se la Commissione europea non si commuove, attendiamo il giudizio definitivo sulla legge di stabilità per l’anno 2018, approvata a fine 2017 e, pare, che abbiamo sforato di 3/5 miliardi di […]
"Mi piace""Mi piace"